A Bologna per depurarsi, e non è la pubblicità di un centro benessere. A Sana, 30ª fiera del biologico e del naturale (Bologna, 7-10 settembre), si può andare per purificare la mente e acquistare consapevolezza.
Ma si può far visita anche per osservare un fenomeno economico in piena crescita. È questo, in sintesi, quanto emerso nel corso della presentazione alla stampa di
Sana, tenutasi a Milano presso la scuola della rivista “La Cucina Italiana”. Tra i relatori,
Gianpiero Calzolari, presidente
Bolognafiere,
Paolo Carnemolla, presidente
FederBio, e
Renato Ancorotti, presidente
Cosmetica Italia.

«Questo trentennale ci ricorda da dove siamo partiti - afferma Gianpiero Calzolari - intendo dire che agli inizi questo era un settore di nicchia, con pochi “adepti” e poche occasioni per farsi conoscere; nel 2018, invece, guardando all’indietro, è possibile constatare un lungo trend di crescita, perché i prodotti certificati col marchio bio (verde con le stelline bianche) sono ormai entrati a far parte del quotidiano di tutti noi. E fin dagli inizi Bologna e il suo quartiere fieristico hanno dato voce a questa crescita, attraverso quelle che potremmo chiamare le tre anime di Sana: alimentazione biologica, cura del corpo e green lifestyle, tre aree tematiche che ospiteranno circa 950 espositori, con i loro prodotti e macchinari, enti di certificazione, convegni, meeting di formazione, incontri con i buyer in arrivo da 30 Paesi esteri. Torna anche Sanacity, il calendario di eventi green diretto a creare un collegamento più fattivo con la città di Bologna, che ha in cartello più di 100 eventi per dieci giorni all’insegna del biologico e del naturale. Sarà proprio un compleanno speciale, insomma».
Paolo Carnemolla, Gianpiero Calzolari e Renato Ancorotti
Il presidente di FederBio, Paolo Carnemolla, condivide lo stesso entusiasmo. Naturalmente, è il caso di dire. «Torno un attimo sul tema della crescita, perché la nostra associazione deve esserne particolarmente orgogliosa, in un contesto in cui l’agricoltura tradizionale sembra non poter uscire da uno stato di crisi prolungata. Le vendite sono aumentate del 153% negli ultimi dieci anni, la quota estera vale quasi 2 miliardi e pesa per un 5% sul totale delle esportazioni agroalimentari italiane; e poi le vendite aggregate, Italia + export, hanno superato i 5 miliardi nel 2017. Una bella soddisfazione, non c’è che dire. Se ne stanno accorgendo tutti, al punto che quest’anno avremo l’onore di ospitare in fiera, per la prima volta, la più importante associazione italiana di settore, Coldiretti. Un segnale importante, che indica un cambio di mentalità».
«E per non rimanere ad osservare il già fatto - continua Carnemolla - diciamo che a “Sana 2018” discuteremo i nuovi obiettivi di tutto il comparto: in primo luogo, far sì che sugli scaffali compaia sempre più, e sia valorizzato, il prodotto biologico italiano, perché la crescita dei volumi di vendita può e deve testimoniare anche dell’irrobustirsi delle nostre imprese, quanto a competitività. Tutto ciò si ottiene solo se riusciamo a mettere in campo un sistema adeguato di tracciabilità, su cui stiamo lavorando da tempo. Altro obiettivo è l’aumento delle superfici coltivate biologicamente, in Italia: abbiamo da poco superato il 15% del totale, e puntiamo decisi al 20%. Secondo me, possiamo farcela in breve tempo».

Ma anche dal settore della cosmesi arrivano dati incoraggianti, come sottolinea il presidente di Cosmetica Italia, Renato Ancorotti. «Per il 2017, il fatturato del settore ha toccato gli 11 miliardi di euro (+3,6% rispetto al 2016), con un aumento dell'export superiore al 7% e un consumo interno di 10 miliardi di euro. Il cosmetico bio si attesta sul 10%, attualmente, segno che le consumatrici e i consumatori hanno sempre più a cuore l’eticità e la salubrità di tutto il processo produttivo, nonché delle fasi di studio e ricerca che caratterizzano fortemente il nostro settore. Ma anche dall’estero cresce la domanda, da parte degli importatori, di articoli certificati, e il nostro mondo produttivo deve saper rispondere prontamente. Per farlo, dobbiamo affrontare seriamente il problema della chiarezza, dal punto di vista normativo e comunicativo, cercando la massima lealtà e trasparenza nel definire qual è l’ambito, in cosmesi, della “copertura” biologica; fino a che punto della filiera, insomma, siano rispettati i parametri richiesti per poter ottenere l’etichetta che attesta l’assenza di ingredienti di sintesi, o magari di origine animale».
Una serie di obiettivi, dunque, ma anche di provocazioni e di sfide etiche, per trasmettere l’energia positiva del produttore e del rivenditore biologico all’intero settore agroalimentare e cosmetico: depurarsi insieme, depurarsi tutti, potremmo dire parafrasando un vecchio slogan, e farlo visitando Sana 2018 può essere l’inizio di questo processo virtuoso.
Per informazioni:
www.sana.it