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Zendrini: «Il vero malato è la Terra E a distruggerla siamo solo noi»

In occasione della Giornata Mondiale del 22 aprile, abbiamo sentito il parere di Fulvio Zendrini, docente di Comunicazione del cibo all’università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo .

di Piera Genta
 
17 aprile 2020 | 15:57

Zendrini: «Il vero malato è la Terra E a distruggerla siamo solo noi»

In occasione della Giornata Mondiale del 22 aprile, abbiamo sentito il parere di Fulvio Zendrini, docente di Comunicazione del cibo all’università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo .

di Piera Genta
17 aprile 2020 | 15:57
 

Fulvio Marcello Zendrini è consulente di comunicazione e marketing aziendale; insegna Marketing e comunicazione del cibo all'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo), all’Università di Genova e a quella di Udine. Lo abbiamo sentito in occasione della Giornata Mondiale della Terra, in programma mercoledì 22 aprile.

Fulvio Marcello Zendrini Zendrini: «Il vero malato è la TerraE a distruggerla siamo solo noi»

Fulvio Marcello Zendrini

Che significato ha per lei la Giornata Mondiale della Terra?
Una considerazione ovvia per il momento in cui stiamo vivendo: siamo malati noi, ma in realtà il malato è la Terra. L’abbiamo rovinata, la stiamo distruggendo e stiamo provando cosa significa essere assaliti ed è la prima volta. Non abbiamo fatto nulla, tranne sbagliare su alcune azioni intraprese.

Quale comunicazione per il mondo del food dopo il coronavirus?
Parlare di “crisis management” per un’azienda è sempre difficile, ma adesso siamo in una situazione ben più pericolosa perché si tratta del mondo. In questo momento non farei niente, inutile elaborare un piano quando non esistono delle regole di base. Possiamo ripensarci quando avremo delle istruzioni da parte delle Istituzioni. Purtroppo le misure che verranno studiate dalla task force istituita dal Governo saranno generiche con delle varianti per ogni tipologia di struttura, perché all’interno non ci sono esperti del settore. Spero che Confindustria, Confartigianato od altre associazioni daranno il loro contributo per tener conto delle esigenze del settore.

Direi quindi di aspettare le regole, applicarle in primo luogo per salvaguardare la salute, poi pensiamo al profitto. A questo punto si può iniziare a parlare di comunicazione che deve essere articolata su almeno due livelli.  Una comunicazione di informazione a livello nazionale per spiegare a tutti perché togliersi la paura, perché è giusto ripartire. Una seconda fase dovrebbe essere una comunicazione verso l’estero. Purtroppo per registrare la presenza di turisti ci vorrà molto tempo. Quindi servirà una grande azione di spinta con agevolazioni, sconti per ridare linfa anche a questo settore.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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