Solitamente si pensa che una brutta annata in agricoltura, non possa essere peggiore di quella che verrà l’anno seguente. Purtroppo devo smentire questa affermazione, perché anche la raccolta, che ci siamo appena lasciati alle spalle, ha portato meno quantità dello scorso anno, con un arrivo di mosca tra ottobre e novembre, che ne ha pregiudicato in alcune zone, la qualità. Siamo passati da stime di produzioni del 2021 a circa 350mila tonnellate di olio extravergine, a 220mila tonnellate di questi ultimi mesi. E quindi quest’anno non avremo olio eccellente sulle nostre tavole? Tutt’altro.
Bisogna seguire una filiera rigorosa, fatta di poche regole, ma severe
Ci sono grandi produttori che da lustri, producono in maniera seria e integerrima, riuscendo sempre a creare oli con profili sensoriali davvero emozionanti. Queste donne e uomini, che vorrei definire eroi, dal Trentino, alla Toscana, passando per tutte le regioni del centro sud, hanno imparato sulla loro pelle che, per non scendere a compromessi con la indispensabile qualità dell’extravergine, bisogna seguire una filiera rigorosa fatta di poche regole, ma severe: raccolta all’invaiatura dell’oliva, tra i primi giorni di ottobre, (in Sicilia anche alla fine di settembre) e i primi di novembre. Trasportare le olive immediatamente al frantoio e dove possibile, trasformarle entro pochissime ore. Usare solo frantoi moderni a ciclo continuo, con frangitori a dischi, martelli o coltelli e filtrare l’olio, meglio se prima della sua conservazione in cisterne di acciaio inox controllate da gas inerte come l’azoto o l’argon. Non imbottigliare tutto il prodotto subito, ma aspettare i vari ordinativi e per ultimo, anche qui in Italia il marketing e il packaging dell’olio per la vendita finale, sono diventati un argomento serio, per far arrivare al consumatore finale, consapevole e attento a questo alimento.
Per una produzione di qualità, bisogna seguire una filiera rigorosa di poche regole, ma severe
Effetti che ricadranno positivamente sul consumatore finale
Se questi passaggi vengono compiuti con disciplina e attenzione, ci saranno due inevitabili effetti che ricadranno positivamente sul consumatore finale; l’olio sarà particolarmente profumato, fresco anche d’estate e in bocca avrà quasi sempre note amare e piccanti, frutto di antiossidanti naturali all’interno dell’oliva come i tocoferoli e i polifenoli, che danno all’extravergine un aroma intenso e speziato. Il secondo fattore, ma che non è un peso per l’utente che sta per acquistare l’olio, è che un litro di quell’oro verde o meglio ancora, mezzo litro di quel prodotto, non potrà costare meno di 12 euro. Questo perché lo sappiamo fin da bambini, la qualità, (quella vera e non quella sbandierata ai quattro venti), costa all’agricoltore e quindi, va a incidere anche sul consumatore attento, che vuole godere di un prodotto sanissimo, che finalmente diventa anche esaltatore dei sapori e degli ingredienti della nostra cucina regionale italiana.
Buon acquisto consapevole
Come ogni anno, in questa rubrica, mi ritrovo con piacere, ma anche con un tono di preghiera verso i produttori, a esortarvi a creare sempre di più un olio di estrema qualità, pretendendo il rispetto dai frantoiani e dai vostri fornitori. Ai consumatori, che siamo noi, raccomando l’attenta lettura dell’etichetta della bottiglia, che racconti di un olio con una data di produzione certa, magari con su scritta la provenienza regionale o territoriale, grazie alle decine di Dop sparse in Italia e alle diverse Igp regionali. E come iniziammo a raccontare ventidue anni fa, insieme al grande Gino Veronelli in tutto lo stivale, se il consumatore sapesse da che varietà di olive proviene l’olio, sicuramente si affezionerebbe di più al prodotto, chiedendo di acquistarlo sempre e quindi creando quella filiera dell’olio di eccellenza, che tutti noi stiamo aspettando da anni. Buon acquisto consapevole.
Ai consumatori, che siamo noi, raccomando l’attenta lettura dell’etichetta della bottiglia