Sono ventidue anni che racconto il magico mondo dell’olio extravergine artigianale di eccellenza negli auditorium più disparati sia in Italia, sia all’estero. Ma ogni volta che vengo invitato in una università all’estero, dove i ragazzi studiano enogastronomia italiana, il cuore si riempie di gioia.
Sapere che centinaia di allievi provenienti dall’Olanda e da tutto il mondo, nella prestigiosa Stenden University di Leeuwarden a un’ora e mezzo da Amsterdam, ti ascoltano raccontare le sfumature dell’olio, rigorosamente in lingua inglese, senza fiatare e prendendo nota di tutto quello che racconti, è davvero un sogno.
Una lezione sull‘olio extravergine artigianale alla Stenden University in Olanda
Dalla competizione alla scoperta: l'olio extravergine evo apre nuovi orizzonti in cucina
È successo nel mese di maggio, dove sessanta ragazzi, divisi in tre turni, hanno potuto eseguire in cucina delle ricette tipiche italiane con l’utilizzo dell’olio evo al posto del loro amato burro o delle varie salsine. Hanno scoperto che c’è un mondo nuovo, che purtroppo ancora oggi i nostri ragazzi delle scuole italiane dell’alberghiero o di cucina non scoprono perché nessun gli dà la possibilità di assaggiare gli aromi delle varie cultivar italiane. Poi abbiamo fatto un assaggio dei vari formaggi olandesi e a pasta molle e hanno inserito al posto delle marmellate o mieli, qualche goccia di Nocellara del Belice, di Caninese o di Semidana, scoprendo un prolungamento del gusto davvero insolito e sorprendente.
Il culmine lo abbiamo avuto quando i ragazzi hanno simulato una competizione tra loro, tra chi faceva una maionese all’olio extravergine e una all’olio di semi di girasole, come purtroppo erano abituati a fare fino al mio arrivo. Il risultato è stato sorprendente, perché assaggiata al cucchiaio, ovviamente la salsa all’olio Evo era forte e con retrogusto amaricante, ma siccome non avevano aggiunto nessun tipo di sale o spezia, l’accostamento con il branzino, è risultato perfettamente equilibrato e con un intenso prolungamento dei sapori, tra la forza dell’olio e la delicatezza della carne del pesce.
L'olio extravergine italiano: un'arte rara da preservare e valorizzare
Tutto questo per dire che è stata una tre giorni esaltante, perché vedere una così immediata comprensione tra qual è l’olio da primo prezzo dell’industria, con evidenti difetti sia all’olfatto sia al gusto, rispetto ad alcuni dei grandi oli italiani, ti riempie il cuore e ti fa continuare a fare questo mestiere che, a volte, è demoralizzante, per l’ignoranza atavica delle persone che incontri, ma spesso è anche molto gratificante.
L’ultimo giorno è stato una grande sfida perché dovevo far comprendere questo abisso che ancora si perpetua in Italia, il 90% dell’olio evo in mano a industrie e imbottigliatori e solo poche aziende, che con ostinazione e grande passione, cercano di fare la differenza creando vere opere d’arte, che non possono costare meno di quindici euro per mezzo litro di olio vero.
Di ritorno dall’Olanda, ho capito che far conoscere bene questo prodotto di nicchia in Italia, dobbiamo noi comunicatori passare dagli altri Paesi del mondo: un po' come è successo per la moda, per il manifatturiero in generale e per le nostre eccellenze. Prima riusciremo a far capire al consumatore che l’olio vero delle aziende serie non ha niente a che fare con gli oli che negli scaffali costano pochi euro al litro, magari trovando un altro nome e prima il consumatore sarà felice di acquistare olio profumati, persistenti e salutari, che esalteranno gli ingredienti e i piatti della loro tradizione culinaria.