Tavole imbandite, tavole da imbandire, cibi di cui curare approvvigionamento e trasformazione in cucina. I protocolli rigorosi di servire i commensali secondo precise gerarchie. Successione delle portate. Tutto a significare qualcosa di preciso secondo codici noti alle parti. Sono racconti brevi, scritti con il consueto garbo narrativo da Massimo Montanari, storico italiano e docente di Storia medievale all'Università di Bologna, quelli inseriti nel suo ultimo libro “I racconti della tavola”.
Datazioni che spaziano da qualche secolo prima a qualche secolo dopo il magico irripetibile anno Mille. La tavola dei ricchi e dei nobili dove le carni sono protagoniste pur nel loro susseguirsi, dalla selvaggina dell'uomo forte ai volatili dell'uomo cortese. I succedanei disperati dei poveri. I vezzi delle persone famose: Carlo Magno, Dante; gli schemi comportamentali del clero e della nobiltà. L'epoca in cui nutrirsi per sopravvivere era il grave problema quotidiano dei tanti e trascorrere tanto (troppo ?) tempo conviviale a tavola, di ghiottonerie facendo allegre abbuffate era il diletto dei pochi.
A fronte di così tante trame, snelli i racconti, un unico ordito: il posizionamento radicale del cibo. Alla base della piramide di Maslow quando il bisogno primario è la prima irrinunciabile condizione letterale di sopravvivenza, e poi al vertice della suddetta piramide quando si tratta di manifestare condizioni raggiunte di agiatezza, di smodata ricchezza, di riflessa vanità. Montanari sa usare molte leve per trasmettere sapere; allorquando si cimenta, sempre lodevolmente, con il taglio narrativo sa insegnare facendo sorridere e facendo riflettere.
Titolo: I racconti della tavola
Autore: Massimo Montanari
Editore: Editori Laterza
Prezzo: 18 €
Pagine: 224