A dieci giorni dall’entrata in vigore dei dazi, prevista per il 18 ottobre, i commercianti americani si affrettano ad acquistare soprattutto i nostri formaggi per evitare (almeno in un primo momento) i rincari. Dura l’opposizione del Ministro Bellanova e di Coldiretti al tentativo americano di commercializzare i prodotti Usa in Europa.
La guerra dei dazi è iniziata e mentre a livello politico è in corso un robusto scambio di dichiarazioni sui motivi che hanno spinto gli Stati Uniti ad intervenire economicamente su alcune delle nostre
Dop più conosciute e apprezzate al mondo, negli Usa i commercianti stanno giocando da qualche giorno una partita tutta personale, nel tentativo di aggirare, almeno per i primi tempi, i rincari che scatteranno con ogni probabilità il 18 ottobre.
I magazzini Usa si stanno riempiendo di formaggi italiani
I magazzini dei grandi distributori e, a pioggia, quelli dei commercianti al dettaglio, si stanno riempiendo in queste ore di forme di formaggio, Parmigiano Reggiano e Grana Padano in primis, per contrastare l’ormai imminente rialzo dei prezzi, che arriverà a far costare le nostre Dop più esportate fino a 40-45 euro al chilo. Una mossa prevedibile, che però si esaurirà presto e che è destinata a rinviare probabilmente di qualche settimana l’effettivo rincaro dei prezzi negli Stati Uniti. Il problema però rimane, anche perché la cifra di 7,5 miliardi di dollari gli Usa la dovranno in qualche modo raggiungere, senza un limite di tempo.
Intanto nel fine settimana non si sono fatte attendere le reazioni al documento dell’
associazione dei produttori di latte americani: la richiesta è quella di poter esportare in Europa tanti prodotti caseari statunitensi, tra cui il Parmesan: «Le parole sui dazi dell'associazione americana dei produttori di formaggi, sono gravissime - ha detto la ministra delle Politiche agricole
Teresa Bellanova - Vogliono ribaltare la realtà, facendo passare per nomi comuni le nostre denominazioni per poi venderle anche in Europa. Se il loro progetto è vendere il Parmesan o la finta mozzarella in Europa, dobbiamo dire chiaro che non succederà mai. Al contrario, dobbiamo dare battaglia al falso cibo, far conoscere anche ai consumatori americani l'autentica eccellenza delle nostre produzioni».