Due giorni di incontri, conferenze, approfondimenti e, soprattutto, prelibati appuntamenti con degustazioni tecniche e guidate alla scoperta di uno dei frutti più attraenti e apprezzati della Sicilia: la Pesca di Leonforte Igp. Siamo al confine tra la fine dell’estate e l’inizio d’autunno, nel cuore dell’Isola più grande del Mediterraneo, dove ogni coltura assorbe, matura e restituisce caratteristiche organolettiche uniche al mondo e dove il gusto stesso dell’agricoltura e delle coltivazioni si mescola a miti, racconti, leggende di una terra tanto antica quanto affascinante.
Se a tutto questo si aggiunge il lavoro costante di un Consorzio di Tutela alquanto efficiente, di idee giovani e lungimirante… allora gli obiettivi, anche se ardui, sono davvero realizzabili. La “due giorni”, infatti, è stata organizzata nelle scorse settimane dal Consorzio di Tutela della Pesca di Leonforte Igp, con l’intento di coinvolgere giornalisti, studiosi e produttori, all’insegna della sinergia e del lavoro di squadra.
La Pesca di Leonforte Igp
Legame col territorio da coltivare
Ad aprire i lavori, nei locali del “Federico II Palace Hotel” di Enna è stata la direttrice del Consorzio di Tutela, Rita Serafini, che ha illustrato ai partecipanti i forti legami che questo frutto ha con l’agricoltura, ma anche con l’economia, il folklore, i racconti di un territorio molto suggestivo. La stessa Serafini, poi, è entrata nel merito di cosa significhi e che importanza abbia per una coltura e per un intero territorio ottenere il riconoscimento Igp.
«Quando si ottiene un riconoscimento Igp, così come avviene per un riconoscimento Dop, vuol dire che quel determinato prodotto è autentico e identificabile con quel territorio specifico. È una grande vittoria per un’intera area ma anche l’inizio di un percorso molto importante e di battaglie per la sua difesa».
La stessa direttrice del Consorzio, inoltre, ha illustrato i vari delicati passaggi per il riconoscimento, passando anche per il Disciplinare di produzione, tra i principali aspetti del dossier, con punti delicati che riguardano la denominazione, la descrizione, la zona di produzione, la prova dell’origine, ed ancora il metodo di ottenimento, il legame col territorio, i controlli e infine, non meno importanti, l’etichettatura e il confezionamento.
Il team che ha guidato la due giorni
Le date importanti per il Consorzio della Pesca di Leonforte Igp sono state il 16 luglio 2010, quando con il Regolamento Ue 622/2010 si è ottenuto il riconoscimento Igp; ed il 6 agosto 2021, con la Costituzione del Consorzio tra peschicoltori e aziende. A queste date va aggiunto il 21 aprile 2022, quando il Mipaaf, a seguito delle valutazioni, ha riconosciuto il Consorzio come Consorzio di Tutela (DM 179039).
«Per essere Consorzio di tutela - ha aggiunto Rita Serafini - si deve dimostrare di avere almeno il 66% di produzione di prodotto certificato. Il nostro ha dimostrato di averne l’89%, con 17 soci presenti da noi, tra produttori e confezionatori. I produttori di Leonforte, infatti, sono convinti dell’importanza di fare sistema e dello stare insieme. Ci siamo subito messi in moto, dunque, per creare una struttura consortile snella, veloce, efficace, giovane. Abbiamo già realizzato il primo evento istituzionale, con cui ci siamo presentati a Comuni e territorio e adesso, con questo primo evento dedicato alla stampa, gettiamo le basi per una forte comunicazione. Siamo fermamente convinti, infatti, che per vendere un prodotto lo si debba conoscere ed amare».
Mercati e obiettivi
Secondo i dati illustrati in conferenza, per l’80% il Consorzio opera sul mercato nazionale, mentre è già molto apprezzato in contesti internazionali come Germania e mercati mediorientali. Al momento, il 90% del prodotto è commercializzato fresco e qualcuno sta tentando di posizionarlo sui mercati con confetture, pesche sciroppate e succhi di frutta.
L'azienda Fratelli Gervasi alla raccolta
Scriviamo di un areale di produzione molto vasto, anche se la pesca è un frutto difficile da coltivare e ha vita breve. Non è fatto per la quantità eccessiva e rimane un prodotto di nicchia con una fascia limitata di mercato.
Tra gli obiettivi che il Consorzio si è posto, vi è anche la modifica del disciplinare. Si vorrebbe, infatti, un areale di produzione contiguo e dimostrarne la sua storicità. La Pesca di Leonforte Igp è una pesca tardiva, di varietà Giallona o Biancolilla. Viene raccolta dal 1° settembre al 15 novembre. Tra le richieste del Consorzio, c’è quella di anticipare la raccolta di almeno 10 o 15 giorni.
Il Consorzio registra oggi più di 600 tonnellate di produzione certificata.
Il prodotto è presente nei migliori supermercati d’Italia e il Consorzio sta lavorando per sviluppare collaborazioni anche con istituti alberghieri e università. Si punta anche moltissimo sul fronte della vigilanza e sul contrasto alle contraffazioni.
Sapore dolce, profumo intenso
È stata, poi, la giovane Alessia Gervasi, dell’azienda Fratelli Gervasi, e figlia di Petronilla Virzì, vicepresidente del Consorzio, a illustrare le caratteristiche della Pesca di Leonforte Igp. Un frutto dal sapore dolce e dal profumo intenso, di due tipi: a polpa bianca e a polpa gialla. La polpa, inoltre, è soda, croccante. Il suo segreto è nel sacchetto, che la difende e la custodisce. A partire da giugno, infatti, il frutto viene insacchettato ad uno ad uno. Un lavoro meticoloso e attento, che è la grande risorsa di questa coltivazione, assieme all’acqua per l’irrigazione (diversa dalle piogge intense, che potrebbero rovinarla in ogni momento!). L’involucro permette, dunque, di coltivare il prodotto in modo sano e genuino. È questo che la rende unica ed il sacchetto ha la doppia funzione di proteggerla da agenti atmosferici oltre che dalla mosca mediterranea e poi di fare penetrare il sole per farla maturare.
La pianta da cui nasce la pesca
Il ciclo produttivo, un tempo, avveniva interamente a mano. Oggi la tecnologia delle macchine è venuta in soccorso ai produttori. Questo frutto è stato già primo Presidio Slow Food.
Dopo la presentazione degli altri produttori, si è poi passati alla degustazione tecnica, guidati direttamente dal presidente del Consorzio, Domenico Di Stefano, tra i maggiori produttori del territorio. Le pesche che abbiamo avuto il piacere di degustare si sono presentate molto croccanti, anche se non ancora nel pieno della loro maturazione, ma ugualmente di una sublime polpa bianca, che ha richiamato sentori e sapori di grande dolcezza.
Non meno importanti, infine, gli altri appuntamenti della due giorni, con la visita guidata nella città di Enna, il capoluogo dal fascino medievale nel cuore della Sicilia, che ha richiamato antiche pagine di storia, a cominciare dal Castello di Lombardia, e la visita, l’indomani, alla Granfonte di Leonforte, prima, e in alcune delle aziende produttrici, poi, per sentire direttamente dai protagonisti le battaglie quotidiane da affrontare per difendere e valorizzare questo frutto così ricco e testimone della cultura agricola mediterranea e siciliana.