Oggi negli Usa si celebra lo Spaghetti Day. A tale proposito abbiamo svolto indagine sulle proposte di pasta (non soltanto spaghetti) a menu in 50 ristoranti Usa. Attenzione, non i migliori 50 ristoranti di pasta degli Usa, bensì l’insieme del “miglior ristorante di pasta” di ogni singolo Stato. Ne sortisce scenario interessante.
Qualche ricetta interessante negli Usa
Partiamo dalla considerazione che l’americano medio ha della pasta: “quella cosa fatta con un cereale che fai bollire in pentola ed alla quale, dopo scolata, aggiungi un po’ di salsa”.
I due miglioramenti sostanziali sono frutto di attenzione ai tempi di cottura, finalmente ragionevoli, fino a rendere comprensibile in lingua originale, ovvero la nostra, la locuzione “al dente”, e la corretta dose di sale. Da qui a scoprire le preparazioni di pasta dei suddetti 50 ristoranti, per fortuna dei palati degli statunitensi gourmet pasta lovers, il passo sebbene ancora lungo non è più di siderale distanza.
Agnolotti
Possiamo ragionevolmente affermare che i piatti di pasta serviti nei migliori ristoranti di ciascheduno Stato che si rifanno alla cucina italiana sono pressoché ragguardevoli anche per i nostri palati. Parliamo, sia chiaro, di pasta italiana, quindi non stiamo considerando il ramen ed inoltre parliamo di pasta che mette capo ad un primo piatto e non, per intenderci, in suo derivato utilizzo come strambo pseudo contorno di una pietanza di carne, quale, ad esempio, l’onnipresente chicken variamente preparata in cucina. Analizziamo i formati maggiormente attrattivi.
Partiamo dai tortellini, presenti in due Stati: Mississippi e South Dakota. A Jackson, capitale del Mississippi il ristorante Bravo! propone tortellini (farcia di formaggio imprecisato) serviti in una salsa di pomodoro cremosa, arricchita con funghi, spinaci, cipolle rosse, peperoni rossi arrostiti e cuori di carciofo. Di gran lunga il formato maggiormente presente, e non è un caso che il National Day sia ad esso dedicato, è costituito dagli spaghetti, presenti in ben 11 Stati: Alabama, Georgia, Hawaii, Indiana, Kentucky, Maryland, Massachusetts, Nevada, Ohio, Washington D.C., Wyoming.
Lasagne
Per intuizione di fusion nell’ambito di un piatto italiano, ci piace menzionare gli Spaghetti Five Ways del ristorante Blue Ash Chili di Cincinnati (Ohio). Una delle specialità dell'Ohio è il peperoncino Cincinnati, tradizionalmente servito come topping di una generosa porzione di spaghetti. Al Blue Ash Chili lo propongono in quattro modi. Gli spaghetti Two Ways sono conditi con peperoncino in polvere a cui si aggiungono altre spezie tra cui cacao, pimento e cumino. A Three Ways si aggiunge il cheddar. A Four Ways si aggiunge cipolle o fagioli; e a Fove Ways, l’opzione fagioli OR cipolle, diviene fagioli AND cipolle.
Altro formato ben gradito, le pappardelle, presenti in quattro Stati: Arizona, Kansas, South Carolina, Washington. Ben presenti anche le linguine, in Alaska, Maine e Missouri. Nel Maine, a Portland di certo non mancano i ristoranti con cucina di mare. Imperdibile è lo Street & Co. Il piatto cult, con le linguine è il Lobster Diavolo For Two, probabilmente la migliore pasta di pesce sulla costa orientale. Le linguine sono abbracciate voluttuosamente a cozze, vongole, calamari e un'aragosta del Maine. Si è calcolato che occorrono 20 minuti per gioire di tale piatto.
Ben presenti anche le lasagne: Arkansas, Connecticut e New Mexico. Alla Osteria d’Assisi, a Santa Fe nel New Mexico, a menù il piatto è denominato Lasagna alla Bolognese. Gli chef patron Lino e Pietro Pertusini sono lombardi. La loro lasagna è fatta in casa con ragù di carne, besciamella e Parmigiano Reggiano Dop. E sempre a proposito di pasta fatta in casa, ben presenti anche gli agnolotti, in California e nello Iowa.
Il ristorante Cotogna a San Francisco celebra la cucina rustica italiana con gli Agnolotti del plin da non perdere. Lo chef Michael Tusk riempie i suoi agnolotti fatti in casa con vitello arrosto cotto a fuoco lento e con coniglio, verdure e Grana Padano Dop. Ancora una volta la considerazione che scaturisce immediata dall’analisi di questo articolato scenario è la grande potenzialità di ulteriore incremento di presenza sul ricco mercato Usa per alcune delle nostre produzioni agroalimentari, le Dop e le Igp innanzitutto. Si pensi alla Pasta di Gragnano Igp, ai vari pomodori che sovente costituiscono l’ingrediente principale dei sughi, ai formaggi, primi tra essi Parmigiano Reggiano Dop e Grana Padano Dop ma senza sottovalutare anche gli altri non da grattugia, ai salumi, agli oli, e ad altri prodotti ancora (capperi, acciughe, olive).
Il challenge della comunicazione da parte dei produttori italiani, come sovente accade nella digital society che molto adopera i social, consiste nel saper raccontare le proprie quotidiane esperienze sia ai ristoratori che ai consumatori. Racconti dove ci deve sempre essere la schietta propensione anche all’ascolto, al cosiddetto feedback, onde rendere sempre più efficace e bene accolto il messaggio che si vuole trasmettere.