Raspini, una vita per il prosciutto cotto tra sostenibilità e qualità
Seconda generazione di una realtà piemontese fondata nel 1946 dalla famiglia che la dirige. Un fatturato 2020 che si aggira sui 111 milioni di euro, di cui il 6% rappresenta la quota estero
05 febbraio 2021 | 16:45
di Piera Genta
Il prosciutto cotto rappresenta il loro core business
Attenzione per l’ambiente e la sostenibilitàUna crescita maturata, come spiega Giorgio Manno, direttore commerciale dell’azienda, nel rispetto della nostra filosofia: rispetto della tradizione che viene potenziata con l’innovazione tecnologica, legame con il territorio che non solo significa acquisto di materie prime di origine piemontese, ma anche attenzione al sociale dando lavoro alle maestranze del luogo e rispetto per l’ambiente. Lo provano le numerose certificazione ottenute, ma soprattutto l’installazione di un impianto fotovoltaico sui tetti dello stabilimento di Scalenghe e da circa un anno un impianto di cogenerazione, che permette la riduzione delle emissioni di Co2 di circa 1500 tonnellate. Ed ancora attenzione verso le esigenze nutrizionali e della salute dei moderni consumatori.
Capillare distribuzione: dalla gdo all’horeca
Il successo del brand in Italia è dovuto anche a una capillare distribuzione multicanale, dalla grande distribuzione all’horeca e al dettaglio tradizionale. Raspini è stata tra le prime aziende a presentare, negli anni ’90, i prodotti in atmosfera protettiva, grazie anche ad un nuovo reparto di 5mila mq che dal 2008 ospita le linee di affettatura per prodotti in vaschetta all’interno di camere bianche. In questi ambienti, mediante il continuo addestramento degli addetti, l’igiene e la sanificazione sono mantenute a un livello tale da assicurare i massimi standard di salubrità e conservare inalterate nel tempo le caratteristiche organolettiche e sensoriali dei prodotti.
Fatturato 2020: 111 milioni di euro
Un fatturato 2020 che si aggira sui 111 milioni di euro, di cui il 6% rappresenta la quota estero, in particolare Svezia, Francia, Germania e Giappone, di recente anche l’autorizzazione all’esportazione negli Stati Uniti, prima azienda in Piemonte.
Core business: il prosciutto cotto
Il prosciutto cotto rappresenta il loro core business, ma in un certo senso anche il legame con il territorio. Il cotto viene prodotto da suini nati ed allevati in Piemonte in allevamenti certificati per il prosciutto di Parma, ma il cotto è anche un salume di lunga tradizione nella nostra regione, un tempo prodotto in piccole quantità, utilizzando la carne non idonea ad essere salata e stagionata. Alla fine degli anni Ottanta assistiamo alla sua evoluzione qualitativa e diventa una apprezzata alternativa al più classico crudo.
Sinergia con lo stellato Marcello Trentini
Nell’autunno del 2019 nasce la collaborazione con lo chef Marcello Trentini, Ristorante stella Michelin Magorabin di Torino, e il progetto Merenda all’italiana con la realizzazione di un prodotto dall’elevato contenuto innovativo dedicato totalmente al toast e ai Club Sandwich, ricette tanto amate in Italia e nel mondo, con l’obiettivo di rendere gourmet questi snack.
I prosciutti Cotti di Alta Qualità Raspini e Rosa sono stati scelti, a livello nazionale all’interno del mercato dei cotti, come prodotti che rappresentano i principi fondamentali del progetto firmato dagli agricoltori italiani Fdai della Coldiretti: valorizzare le produzioni delle filiere agroalimentari italiane, che garantiscono origine e tracciabilità. Il primo prodotto è il Gran Paradiso Raspini, prosciutto cotto ottenuto con l’impiego di sole carni italiane, accuratamente selezionate. Una ricetta con l’impiego d’ingredienti naturali, 72 ore di massaggio delle carni, 24 ore di lenta cottura a vapore e 2 settimane di riposo. Il Gran Paradiso è facilmente riconoscibile per il suo stampo che ricorda la legatura a mano.
Raspini ha avuto un importante ruolo nella cartificazione Igp del salame Piemonte nel luglio 2015 e nella costituzione del Consorzio di tutela.
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