Mercato dell'olio: i produttori della Lombardia tornano a sorridere
Il mercato dell'olio in Lombardia riparte dopo il disastro del 2022-23: quantità intorno all'80% del raccolto. Prezzi in leggero aumento, trainati dall'incertezza produttiva al Sud
Prima notizia certa per l'olio: la stagione olivicola 2024 in Lombardia è sicuramente migliore rispetto a quelle del '22 e '23. Annate da dimenticare con raccolti quasi azzerati sulle sponde di tutti i laghi: Garda, Iseo, Idro, Endine, Como-Lecco e Maggiore. Meteo pazzo e varie fitopatologie furono i veri protagonisti. «Quest'anno invece - dice Silvano Zanelli, presidente Aipol Lombardia - a stagione quasi ultimata nei frantoi si mola a pieno regime. La quantità è più che soddisfacente, attorno all'80% del raccolto, in media con gli anni migliori, e la qualità è altrettanto di buon livello». Insomma, fra i piccoli e medi produttori regna l'ottimismo.
La resa in olio invece è la metà del passato: dal 5% all'11%. Il meteo ha influito molto, a causa delle piogge autunnali. «Olive con tanta acqua e succo ridotto senza comunque compromettere - sottolinea Gianfranco Comincioli, produttore e presidente di Coldiretti Lombardia - la qualità. Oli meno potenti ma di grandissima eleganza». I prezzi sono in aumento, soprattutto a livello nazionale per l'incertezza della produzione al Sud. In Sicilia, le olive sono passate da 80 a 150 euro a quintale. Sui laghi prezzi leggermente in aumento.
Mercato dell'olio, i numeri della Lombardia
I piccoli coltivatori, per lo più a livello hobbistico-familiare, sono 3mila, sparsi in maggioranza sulle sponde dei laghi. Un milione le piante, spesso secolari, l'80% sul Garda. La produzione rimane in gran parte a livello locale, per autoconsumo. Significativa la vendita diretta nei frantoi, soprattutto ai turisti. «Interessante - rivela Comincioli - anche il mercato dell'export grazie alle varie qualità che si sono affermate a livello internazionale, e riconosciute dalle guide del settore eccellenze dei laghi. Come produttore, se non in quantità elevate, posso dire con certezza che i nostri Casaliva e le altre denominazioni sono molto, molto apprezzate».
E con determinazione questa nicchia di mercato guarda al futuro. «Stiamo lavorando - annuncia Zanelli - con la Regione Lombardia, le Camere di Commercio e le Università su più fronti per la ricerca, implementare l'assistenza e per scongiurare le nuove fitopatologie sviluppatesi negli ultimi anni in seguito ai cambiamenti climatici».
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Alberto Lupini