Il costo del panettone, dopo gli aumenti vertiginosi dello scorso anno, è destinato ancora ad aumentare? Secondo l'analisi del Corriere della Sera sì, ma in realtà i protagonisti del comparto della pasticceria e della panificazione (da nord a sud) ci raccontano tutt'altro. Quest'anno, infatti, la linea comune è quella di restare sulla falsariga dei prezzi del 2022 e garantire l'accessibilità al pubblico andando anche a perderci qualcosina in termini di incassi economici, visti gli ulteriori rincari derivanti da inflazione, bollette di gas e luce e dai costi quasi proibitivi delle materie prime che stanno colpendo il sistema.
Il costo del panettone resta invariato rispetto all'anno scorso
«Perché devono ancora aumentare?» si interroga perplesso Paolo Sacchetti, vicepresidente di Ampi (Accademia maestri pasticceri italiani) e proprietario della pasticceria caffè Nuovo Mondo a Prato. «Già l'anno scorso sono aumentati in modo esagerato - ha spiegato. Tutti quanti nel 2022 hanno aumentato i prezzi dei prodotti. Noi siamo artigiani ma anche commercianti... e siamo anche quelli meno costosi. Ma per il 2023 ho lasciato i prezzi dell'anno scorso, con i panettoni artigianali che costano ancora 40 euro al chilo».
E poi, visti i danni tragici del maltempo in Toscana, Sacchetti ha chiuso il discorso con un auspicio per le vendite durante la stagione invernale ormai alle porte: «Se facessi il 10% in meno dell'anno scorso sarei felice. Prima dell'alluvione pensavo di fare le stesse quantità dello scorso anno, ora, chiaramente, è difficile con questa situazione, considerando anche che ci sono state delle disdette di prenotazioni da parte delle aziende locali».
Massari e DaVittorio, ma quale aumento per il 2023? Il panettone costa come nel 2022
Anche due colossi come Iginio Massari e la famiglia Cerea (DaVittorio), apprezzatissimi dal pubblico anche per i loro panettoni, hanno scelto di mantenere il prezzario dello scorso anno. Nel 2023, i costi dei panettoni tradizionali, infatti, sono fermi rispettivamente ai 43 e 55 euro dell'anno precedente, con un aumento per il primo del 7,5% (in parole povere, 3 euro) rispetto al 2021, annata del boom dei prezzi nel segmento. Un trend che si conferma poi anche nel centro Italia e in provincia, precisamente a Viterbo, nella pasticceria Isanti della pluripremiata Monia Achille. «Nella nuova stagione abbiamo mantenuto lo stesso prezzo, si parte dai 35 euro al chilo per poi salire in base al gusto». Il motivo è sempre lo stesso: «Per correttezza e per andare incontro alle disponibilità del cliente. Se si eccede nell'aumento poi non diventa più accessibile».
Sulla questione vendite, poi, si prospetta sempre il trend che vede le aziende non registrare segni negativi: «Non mi aspetto un calo, nelle festività le persone scelgono generalmente la qualità. Sta noi artigiani a tenere duro, ma sono fiduciosa. Perché credo che la gente sappia ormai che c'è differenza tra panettone e panettone» ha poi concluso Monia Achille, raggiunta dai microfoni di Italia a Tavola.
Non solo pasticceri, il prezzo del panettone resta invariato anche tra i panificatori
E la tendenza si dimostra anche nei panificatori e non solo tra i pasticceri. A confermarlo il presidente dell'Associazione panificatori di Confcommercio Milano e titolare de “La Panetteria” a Parabiago, Matteo Cunsolo. «Come panificatori, come sempre, cerchiamo di mantenere i rincari cercando di assottigliare i margini» ha spiegato.
Il mercato del panettone quest'anno si è mosso prima
«L'anno scorso c'è stato il caro prezzi su tutto ed è stato impossibile non ritoccare il costo del prodotto finale. Quest'anno si è scelto di essere meno aggressivi, abbassando la nostra marginabilità per permettere comunque al pubblico l'acquisto. Ho parlato con dei colleghi ed è emerso che il mercato quest'anno si è mosso prima, c'è più interesse - ha rivelato Cunsolo. Gli italiani per i prodotti di qualità sono disposti a spendere il giusto».
«Abbiamo iniziato la produzione in anticipo perché c'è una richiesta importante - ha confermato Vincenzo Pennestrì, proprietario di Cremeria Sottozero a Reggio Calabria e membro di Apei. Già in questi giorni i clienti mi chiedono i panettoni». E sulla questione del fantomatico aumento dei prezzi, si stringe al pensiero dei colleghi: «Ormai sta diventando una moda dire così. Dietro questo, secondo me, c'è l'industria, che ha perso tantissimo negli ultimi anni. Si dice questo per metterci contro l'utente finale, ma la realtà dei fatti è un'altra perché andiamo incontro al cliente e facciamo un prodotto sano. I prezzi sono stabili rispetto all'anno scorso».
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Alberto Lupini
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