Il Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena affronta le sfide del Regolamento 2024/1143 sulle Indicazioni Geografiche, puntando su sostenibilità e autenticità. Progetti accademici e strategie innovative mirano a rafforzare il valore e l’identità del prodotto, integrando collaborazioni territoriali e tecnologiche.
Il Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena affronta le sfide del Regolamento sulle Indicazioni Geografiche
Aceto Balsamico di Modena, le sfide
I prossimi mesi saranno determinanti per definire come applicare il Regolamento 2024/1143 sulle Indicazioni Geografiche (IG) a livello europeo e nazionale. Il Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena, in vista della seconda Conferenza sulle Prospettive Globali delle Indicazioni Geografiche, prevista a Roma dal 18 al 21 febbraio 2025, sta preparando il settore all’adattamento alle nuove normative, in particolare in tema di sostenibilità. L’evento, organizzato da Qualivita, FAO, e dal Ministero italiano dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf), coinvolgerà esperti e operatori internazionali per esplorare le implicazioni delle nuove politiche sulle IG. L’incontro tenutosi presso la Camera di Commercio di Modena ha visto la partecipazione di esperti accademici e produttori locali, con l’obiettivo di stimolare un dibattito sulle sfide future del settore. Il professor Stefano Magagnoli e la dottoressa Stefania Portioli hanno presentato il "Progetto Sostenibilità", sviluppato in collaborazione con l’Università degli Studi di Parma, mentre la professoressa Caterina Durante ha esposto il “Progetto Autenticità”, in partnership con l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Il direttore del Consorzio, Federico Desimoni, ha moderato l'incontro, sottolineando l’importanza di promuovere il dialogo tra il mondo accademico e le aziende locali per affrontare le sfide del settore.
Aceto Balsamico di Modena, i progetti
I progetti presentati hanno evidenziato il crescente impegno del Consorzio nella valorizzazione dell’autenticità e nella promozione di pratiche sostenibili. La vicesindaca di Modena, Francesca Maletti, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra Università e imprese per preservare la qualità del prodotto, ma anche per garantire una crescita economica sostenibile: «Studiare, innovare, confrontarsi per essere sempre più efficaci e sostenibili, questo è quello sta facendo il Consorzio dell’Aceto Balsamico di Modena con l’Università di Parma, Modena e Reggio Emilia, proprio per mantenere un prodotto di qualità, ma anche una sostenibilità da un punto di vista economico. L’Aceto Balsamico di Modena Igp è definito da molti un prodotto di nicchia, ma qui ci sono grandi produttori che hanno fatto grandi investimenti e c’è bisogno di sostenibilità e di mantenere molti posti di lavoro. Grazie per portare Modena nel mondo». «Stiamo vivendo un momento importante - sottolinea Desimoni - un cambio d’epoca e di paradigma perché il nuovo regolamento europeo a tutela delle Dop e Igp propone il tema della sostenibilità da una prospettiva innovativa considerando non solo il piano individuale, ma anche quello sistemico. E proprio a questo livello ci sentiamo ingaggiati come Consorzio di tutela: la creazione di un ecosistema complesso in cui l’operatività delle singole aziende viene integrata con quella associativa, del Consorzio, e collettiva a livello territoriale e istituzionale».
La sfida è quella di mantenere il carattere distintivo dell’Aceto Balsamico di Modena Igp
Stefania Portioli ha esposto il progetto relativo alla misurazione del valore incrementale dell’Aceto Balsamico di Modena Igp rispetto a un prodotto generico: «Il progetto che il Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena sta pensando e vuole sviluppare relativamente alla misurazione del valore incrementale rispetto ad un prodotto generico e questo valore dovrebbe essere la risultante di misurazioni all’interno del sistema, non come singola azienda, ma come sistema agroalimentare locale. È una sfida importante ed inoltre è il primo consorzio che ragiona in questi termini, serve la collaborazione di tutti gli stakeholder e l’idea è quella di arrivare a stakeholder là dove la singola azienda non può arrivare ad esempio alle istituzioni locale e anche al consumatore, per arrivare ad una logica della misurazione del valore non solo basata sullo storytelling ma integrata su quello che è lo “sharing value” ovvero il reale valore del prodotto sul mercato».
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La professoressa Durante ha evidenziato il lavoro sulla creazione di “impronte digitali uniche” per l’Aceto Balsamico di Modena Igp, un sistema che mira a tutelare l’autenticità del prodotto e a rafforzare la sua identità. «Il progetto - ha detto Durante - finanziato dalla Fondazione di Modena e dall’ateneo di Modena e Reggio Emilia, che vede la partecipazione del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena, ha l’importante obiettivo di sviluppare degli strumenti di autenticità e di valorizzazione del proprio prodotto basati su delle strategie che hanno una grande attenzione nei confronti della sostenibilità. Sono delle strategie che puntano ad avere delle impronte digitali uniche, avere un profilo unico dell’Aceto Balsamico di Modena Igp è un supporto sia alla sua unicità e ma ance halal sua tutela e alla identità». Concludendo la serata, il direttore Desimoni ha sottolineato la complessità e l'alto livello di innovazione dei settori in cui il Consorzio sta operando, evidenziando, al contempo, l'importanza di un lavoro collettivo e di squadra che coinvolge anche il mondo accademico e la ricerca scientifica e applicata. Nonostante la sfida sia impegnativa, dalle parole del Direttore emerge una forte fiducia nelle capacità delle persone, delle aziende e delle istituzioni che fanno parte dell'ecosistema dell'Aceto Balsamico di Modena, nel suo territorio e nella sua comunità.
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