Antonio Auricchio è un punto di riferimento a livello nazionale quando si parla di formaggio. Non soltanto per la sua storia imprenditoriale, ma anche per il suo ruolo istituzionale. Auricchio è, infatti, presidente del Consorzio del Gorgonzola Dop e presidente di Afidop, l'Associazione formaggi italiani Dop e Igp, oltre che vicepresidente di Assolatte. Con lui abbiamo parlato dello stato di saluto del mondo lattiero caseario italiano, delle criticità da affrontare e delle nuove prospettive.
Formaggi italiani, Antonio Auricchio: «Non facciamo gioco di squadra»
Partiamo da un quadro generale: qual è lo stato di salute dell'industria casearia italiana?
Si galleggia. Io sono molto contento di rappresentare le nostre Dop e le nostre Igp. I formaggi italiani sono ambasciatori del made in Italy, eccellenze che il mondo ci invidia e, quindi, ci copia. Allo stesso tempo, però, siamo terra di conquista. Non è un caso che sempre più aziende vengano acquistate da stranieri...
Ma i motivi di questa situazione quali sono?
Di motivi ce ne sono tanti, ma io difendo i nostri prodotti e basta. Cerco di dare il mio contributo spiegando ai politici l'importanza del lavoro che fanno le nostre aziende. Poi spero che negli Stati Uniti non vinca Trump. Non per ragioni politiche, ma per i dazi. Se si mettono i dazi agli alleati...
Mi sembra di capire che il problema sia da cercare anche all'interno del "sistema Italia"...
Noi italiani dobbiamo essere più compatti, smetterla di guardare soltanto al nostro orticello, ma pensare più in grande. I nostro formaggi sono meglio di quelli francesi. Lo dice il mercato: in Francia si vende più la mozzarella del camembert... Quando un italiano ci si mette è geniale, ma senza il gioco di squadra non si va da nessuna parte.
Che ruolo ha il costante aumento dei costi con cui devono fare i conti le aziende?
È evidente che siamo appesantiti. Non voglio fare il discorso del latte più caro del mondo, ma è chiaro che non siamo competitivi in questo momento. Basta guardare l'India, che con la sua produzione può invadere il mondo. Io, però, resto molto fiducioso. Amo le piccole realtà e credo nel lavoro dei grandi consorzi, che devono essere punto di riferimento per portare nel mondo i prodotti italiani. Anche perché siamo stati poco furbi a non proteggere i nostri prodotti...
Antonio Auricchio, secondo da sinistra, durante l'ultima edizione di Forme
E altrove ce li copiano senza che si possa, all'apparenza, fare nulla...
È evidente che quando vado negli Stati Uniti e vedo il Gorgonzola fatto nel Wisconsin o il Parmesan, mi girano le orecchie. Siamo stati un po' superficiali nel tutelare i nostri prodotti. Ora facciamo un gran lavoro per proteggere i marchi, ma è difficile. Le imitazioni, però, restano imitazioni. Se non sei competitivo a livello di prezzo, devi esserlo a livello di qualità. Lo dico a tutti: non possiamo e non dobbiamo retrocedere sulla qualità. Se i nostri prodotti sono buoni, il consumatore assaggerà e capirà la differenza.
Qualità, ma anche comunicazione. O, meglio ancora, narrazione...
Io non sono un venditore, ma un produttore. Allo stesso tempo, è bellissimo quando qualcuno sa raccontare la storia di un formaggio, non solo perché è bella da sentire, ma anche perché racconta il valore del prodotto e la genialità del casaro che ha avuto l'idea e di chi, ancora oggi, la porta avanti.
L'impegno di Antonio Auricchio in Afidop
Auricchio, come presidente di Afidop, si impegna a valorizzare le eccellenze casearie del nostro Paese e a difendere i prodotti italiani dalle imitazioni estere, promuovendo qualità e autenticità. Afidop rappresenta i principali Consorzi di tutela dei formaggi a Denominazione di origine protetta e Indicazione geografica protetta, unendo grandi e piccole realtà del settore. Fondata nel 1994, l'associazione supporta i consorzi nelle attività di promozione, attraverso eventi, fiere e iniziative internazionali, con l'obiettivo di far conoscere e apprezzare i formaggi Dop e Igp italiani nel mondo.
L'associazione riunisce 21 consorzi di 16 regioni italiane e tutela e promuove ben 22 formaggi, quali:
- Asiago Dop
- Bitto Dop
- Burrata di Andria Igp
- Caciocavallo Silano Dop
- Casciotta d'Urbino Dop
- Fontina Dop
- Gorgonzola Dop
- Grana Padano Dop
- Montasio Dop
- Mozzarella di Bufala Campana Dop
- Parmigiano Reggiano Dop
- Pecorino Romano Dop
- Pecorino Sardo Dop
- Pecorino Toscano Dop
- Piave Dop
- Provolone Valpadana Dop
- Quartirolo Lombardo Dop
- Salva Cremasco Dop
- Stelvio Dop
- Strachitunt Dop
- Taleggio Dop
- Valtellina Casera Dop
I formaggi italiani tutelati e promossi da Afidop (credits: Serena Serrani)
Associazione che, a maggio, ricordiamo, ha siglato un importante accordo con Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) per promuovere le eccellenze casearie italiane nei ristoranti e bar. Presentato a Cibus, l'intesa mira a rafforzare la presenza dei formaggi Dop italiani nel settore della ristorazione, attraverso linee guida che ne facilitano l'inserimento nei menu dei locali associati a Fipe.
Afidop, ecco cosa prevede l'accordo con Fipe per promuovere i formaggi
Grazie agli strumenti messi a disposizione dalla Fipe, i pubblici esercizi possono inserire nel modo più appropriato i formaggi Dop all'interno delle proprie proposte: che sia un tagliere al bar o nel menu di un ristorante, conoscere le caratteristiche delle eccellenze casearie del nostro Paese aiuterà gli esercenti a modulare nel modo migliore la propria offerta. Sono dunque gli esercenti stessi a poter declinare secondo le proprie esigenze il materiale messo a disposizione dalla Fipe e realizzato grazie ad Afidop che permette prima di tutto di indicare correttamente i formaggi presenti nei vari menu. Si tratta di un accordo tra due fortissimi asset del made in Italy, due filiere importanti come la ristorazione e l'agroalimentare che si uniscono per valorizzare le eccellenze italiane.
Qual è la differenza tra Dop e Igp?
Per l'occasione, riportiamo la differenza tra prodotti Dop (Denominazione di origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta):
- Dop: la sigla Dop accompagna alcuni formaggi della grande tradizione casearia italiana. La denominazione di origine di un prodotto agricolo è un nome che identifica un prodotto originario di un luogo, regione o, in casi eccezionali, di un paese determinati, la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico e ai suoi fattori naturali e umani intrinseci, e le cui fasi di produzione si svolgono nella zona geografica delimitata. Tutti i prodotti Dop seguono regole tradizionali codificate in un preciso disciplinare di produzione depositato alla Commissione europea. Solo i prodotti che superano il difficile esame potranno usare la sigla Dop ed il simbolo comunitario giallo e rosso.
- Igp: l'indicazione geografica di un prodotto agricolo è un nome che identifica un prodotto originario di un luogo, di una regione o di un paese determinati, alla cui origine geografica sono essenzialmente attribuibili una data qualità, la reputazione o altre caratteristiche e la cui produzione si svolge, per almeno una delle sue fasi, nella zona geografica delimitata. Anche i prodotti Igp seguono un preciso disciplinare di produzione depositato alla Commissione europea a seguito di una rigida procedura di riconoscimento e sono identificati con il tipico simbolo comunitario giallo e blu.