Bianco, pregiato, dal profumo inconfondibile tanto da stimolare vista, olfatto e tatto. Di cosa stiamo parlando? Del tartufo bianco vero protagonista ed emblema del territorio umbro ricco di biodiversità, tutto da visitare e scoprire, grazie alle sue peculiarità ambientali, culturali, storiche, artistiche, ed enogastronomiche rinomate in tutto il mondo.
I tartufi dell'Umbria, un volano per l'economia della regione
Il Salone nazionale del tartufo bianco pregiato, edizione numero 43
Quest'anno giunto alla 43esima edizione il Salone Nazionale del Tartufo bianco pregiato è un appuntamento (dall'1 al 5 novembre) ormai imperdibile nel panorama nazionale ed internazionale per gli amanti ed appassionati del famoso tuber magnatum pico (fungo ipogeo) nell'alta Valle del Tevere. Non solo una mostra mercato ma un vero evento culturale sul tartufo che calamita l'interesse e l'attenzione di visitatori, appassionati, turisti, chef, ristoratori, cavatori di tartufo ecc. Pezzature da oltre 5mila euro con varie grammature hanno stupito i tanti visitatori presenti al Salone a conferma del fatto che il tartufo bianco pregiato è un volano economico molto rilevante per l'economia umbra per tutto l'anno. Infatti, una trifola su tre in Italia proviene da questo territorio con tante aziende che operano nel settore tartuficolo. Eventi tematici, presentazioni di libri, cooking show, laboratori di pasta fresca per adulti e bambini sono stati soltanto alcuni dei tanti momenti che hanno animato, a base di truffle, come dicono gli inglesi, il Salone nazionale nel centro di Città di Castello.
La 43esima edizione il Salone Nazionale del Tartufo bianco pregiato
L'arte dei cavatori del tartufo patrimonio Unesco
Il tartufo bianco pregiato di Città di Castello si trova soprattutto nelle zone boschive e l'arte della cerca e della cavatura è stato riconosciuto nel 2021, dall'Unesco, come patrimonio immateriale dell'umanità. Il prezioso tuber si trova facilmente in questa terra grazie anche al clima favorevole e ai terreni influenzati dalla giusta umidità.
Come riconoscere un tartufo di qualità?
Tatto, vista e olfatto sono i sensi che servono per riconoscere e apprezzare un tartufo di qualità. Abbiamo incontrato Lorenzo Tanzi (associazione tartufai onlus Alto Tevere) esperto tartufaio dal 1967, che ci ha raccontato l'emozione di cercare tartufi insieme al suo cane Leo (cocker spaniel) che, sebbene abbia perso la vista da qualche anno, è uno straordinario ed efficiente cercatore di tartufi. «Raccogliere il pregiato tartufo è una grande fortuna - ha affermato Tanzi - perché andare nei boschi con un cane ben addestrato suscita una bella emozione. La prima cosa da osservare in un tartufo è la forma che deve essere tondeggiante mentre il colore non deve essere opaco, bensì color nocciola. Naturalmente - continua Tanzi - più è grande la forma e più grammi ci sono e maggiore sarà il valore commerciale della trifola sul mercato. Dal punto di vista olfattivo il tartufo deve profumare di aglio, fieno di prato e miele millefiori a comporre un bouquet armonioso e intenso. Mentre è da evitare un tartufo che emette sentori odorosi di ammoniaca perché significa che il tartufo è andato a male. Per quel che riguarda invece il tatto il tartufo non deve mai essere molliccio bensì deve essere resistente».
Lorenzo Tanzi e il suo cane
Il tartufo in cucina
Tagliatelle, crostini, uova, pasta fresca sono soltanto alcune delle tante proposte culinarie per accarezzare il palato e le papille gustative. Per apprezzarlo bene in cucina il tartufo non ha bisogno di cotture stressanti e grandi manipolazioni.