Non vino, ma i dolci di Bergamo-Brescia Capitale italiana della Cultura. Scelta controcorrente quella della "Strada dei sapori e dei vini dei Longobardi" che alla prestigiosa Merano Wine Festival porterà un tocco di leggerezza e piacere. «Dal 3 al 5 novembre saremo presenti alla importante rassegna - ha detto il presidente della Strada bresciana, Flavio Bonardi - con il "Dolce Battito", perfetta unione del bergamasco Donizetti e del bresciano Bossola, creato unitariamente dai consorzi pasticceri delle due città con la supervisione del maestro Iginio Massari. E ci saranno pure "I Desideri", i biscotti dei Longobardi nati in onore di Re Desiderio, con la base di farina di castagne».
I dolci di Bergamo e Brescia protagonisti al Merano Wine Festival
«Per le migliaia di persone che si recheranno in visita alla prestigiosa vetrina internazionale - ha aggiunto Bonardi - offriamo "L'incontro con le dolcezze", presentando pure i territori delle 30 associazioni, comuni e consorzi aderenti alla Strada che si snoda nell'hinterland della Leonessa. Un Festival, per noi, che viene dopo il Vinitaly e gli incontri a New York. Insomma, il cammino continua con l'intento di farci conoscere e apprezzare al vasto pubblico internazionale composto da giornalisti, importatori, influencer, wine e food lover. Incontri fra la storia del vino e del cibo al quale non possiamo mancare».
"Il Battito" al Merano Wine Festival nel segno della beneficenza
Il "Battito" viene prodotto anche con finalità benefiche: per ogni dolce venduto al prezzo fisso di 20 euro (da mezzo chilo), un euro verrà destinato alle dotazioni sanitarie degli Spedali Civili di Brescia. Ne sono già state vendute oltre 15mila confezioni e le richieste sono in aumento. «Uscire dalle nostre provincie - ha fermato Luigi Groli, presidente del Consorzio pasticceri artigiani bresciani - per far conoscere i prodotti che stanno caratterizzando la produzione dei nostri laboratori, è certamente un buon viatico. Aiuta a ricordare che l'alta pasticceria offre prodotti di nicchia che rappresentano in modo coerente il nostro territorio e la nostra cultura, secondi a nessuno».