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Anche “l’olio” vuole la sua parte: l’importanza dell’estetica e dell’etichetta

Latta, bag in box, di ceramica o smaltata, dipinta o addirittura serigrafata con il nome dell’azienda, oggi l’olio di qualità è anche un oggetto da collezione. Fondamentale anche raccontare l'azienda attraverso l'etichetta

 
06 ottobre 2023 | 09:30

Anche “l’olio” vuole la sua parte: l’importanza dell’estetica e dell’etichetta

Latta, bag in box, di ceramica o smaltata, dipinta o addirittura serigrafata con il nome dell’azienda, oggi l’olio di qualità è anche un oggetto da collezione. Fondamentale anche raccontare l'azienda attraverso l'etichetta

06 ottobre 2023 | 09:30
 

Continuiamo a fare un grandissimo “in bocca al lupo”, a tutti i produttori di olio, sparsi nelle 18 regioni italiane, che possono raccogliere questo nettare. Abbiamo già ampiamente raccontato che anche questa annata non è delle più facili, ma la tempra e la determinazione degli olivicoltori ormai è proverbiale e quindi riusciranno senz’altro a creare un olio Evo di alta qualità. Oramai si è capito, che la meccanizzazione e i metodi moderni a ciclo continuo per estrarre olio dalla pasta di olive sono i migliori, e che conservare l’olio sotto gas inerte, come l’azoto o l’argon, dopo averlo filtrato, conserva tutti gli aromi e prolunga la shelf life del condimento.

Anche “l’olio” vuole la sua parte: l’importanza dell’estetica e dell’etichetta

L’estetica dell’olio, un ruolo sempre più importante

Sempre meno produttori di olio in Italia

Fino ai primi anni duemila, i produttori di olio dal Trentino alla Sicilia erano circa 800mila, di cui oltre il 70% con meno di mille piante. Oggi questa cifra si è quasi dimezzata a causa dello spopolamento delle campagne e soprattutto per la difficoltà di reperire mano d’opera, visto anche i costi importanti che si annidano dietro a un buon litro di olio extravergine artigianale di eccellenza.

L’importanza dell’estetica nel packaging dell’olio

Ma il passo è breve, tra la “piacevole malattia” o missione che dir si voglia di creare un grande olio e la necessità di abbigliarlo o inserirlo in un packaging, che esca dalle solite bottiglie anonime e quasi industriali, che si trovano oggigiorno sugli scaffali. Chi vuole perseguire la strada della vendita dell’oro verde, presentandolo in maniera accattivante al pubblico, sa che deve fare un ulteriore sforzo economico. Esistono oramai, centinaia di bottiglie e scatole di ogni forma e contenuto, perché l’olio è un condimento, che deve essere usato tutti i giorni, ma si sa che sotto le feste natalizie o pasquali, diventa ancora più prezioso.

Assodato, che l’olio ha tre grandi nemici, tra cui aria, luce e calore, e che quindi la bottiglia deve essere rigorosamente scura, adesso dobbiamo capire quali sono i formati e i colori, che attraggono di più.

Quando iniziai ventiquattro anni fa, con Luigi “Gino” Veronelli, provammo a creare una carta degli oli, con bottiglie da 100 ml, da portare al tavolo, aprire come se fosse un vino a lasciare al commensale, come ricordo a casa e magari, iniziare un’azione di marketing indiretto. Purtroppo, eravamo troppo avanti e il messaggio non fu compreso. Oggi invece, nella ristorazione di qualità, si comprende come anche l’olio abbia bisogno di una bottiglia accattivante e sempre più spesso si vedono bottiglie da 250 ml o da mezzo litro.

Senza inimicarmi gli amici vignaioli, (ho sempre regalato bottiglie di vino o spumante, quando venivo invitato a cena da amici), vorrei esortare tutti a regalare due bottiglie, quando si è invitati; una di vino e una di olio, magari della propria zona di appartenenza.

L’olio? Un oggetto da collezionisti

Latta, bag in box, di ceramica o smaltata, dipinta o addirittura serigrafata con il nome dell’azienda, oramai l’olio di qualità è inteso non solo come nettare degli dèi, ma come oggetto che sta bene sia sulla penisola della cucina, sia a tavola, meglio se con più oli, chiamati per cultivar, visto che noi siamo l’unico paese al mondo ad avere oltre 500 varietà: dalla Casaliva, alla Nocellara, passando per il Maurino, la Nostrale di Brisighella, la Dritta la Peranzana o la Semidana, per arrivare alla Dolce di Rossano o all’Ottobratica.

Anche “l’olio” vuole la sua parte: l’importanza dell’estetica e dell’etichetta

La bottiglia dell'olio sempre più un oggetto da collezionisti

L’importanza dell’etichetta dell’olio

Potrei andare avanti per ore, ma la cosa fondamentale è che dentro quel contenuto, ci sia un olio di qualità e allora, voglio spronare i produttori a far parlare sempre di più l’etichetta e non solo l’estetica. Usate i Qr code, che possono rimandare alle vostre pagine del sito o sui social, fate vedere che ci siete da anni o da generazioni e che parlano bene di voi; che vincete premi e concorsi, non solo perché pagate un bel po' di soldi, ma perché li meritate. E allora scoprirete che grande soddisfazione è stata vedere che dei clienti sconosciuti, si fidelizzano nel comprare i vostri prodotti, perché siete belli, buoni e professionali!
In bocca al lupo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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