Prosegue la rubrica “Caro amico ti chatto”, che come abbiamo già avuto modo di spiegare trae spunto dall’incipit de L’anno che verrà di Lucio Dalla (“Caro amico ti scrivo”). La mia chat odierna è con Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop (www.mozzarelladop.it) nonché produttore di Mozzarella nel caseificio di cui è titolare, in provincia di Salerno. Il suo fondato timore è che il coronavirus metta a repentaglio uno dei simboli del Made in Italy agroalimentare, apprezzato in tutto il mondo.
Domenico Raimondo
All’anagrafe Domenico, per gli amici, Mimmo.
V: ciao, caro Mimmo. Sei a casa, ovviamente?!
M: ciao, caro Vincenzo. No, sono al lavoro… ovviamente!
V: Forse perché le bufale non sanno che ci sono le restrizioni imposte dalle autorità e continuano a fare latte ed a voler essere munte?
M: Certamente, gli animali non possiamo metterli in quarantena, di conseguenza bisogna lavorare.
V: E quindi le levatacce alle 4 del mattino… insomma tutto normale ?
M: Sì, proprio tutto normale come orari di lavoro, con la differenza che stiamo lavorando circa il 65% di latte trasformato in meno. Nel mese di marzo che sta per finire abbiamo assistito a un calo della produzione di Mozzarella di Bufala Campana Dop di circa il 50%, legato soprattutto alla chiusura dei ristoranti e delle pizzerie.
V: Tu sei il presidente del Consorzio Mozzarella di Bufala Campana Dop.
M: Sì, e come presidente ringrazio tutte le aziende del nostro comparto, sia allevatori che trasformatori. Costoro sono ogni mattina regolarmente al lavoro per garantire la presenza sulle tavole di un prodotto freschissimo, con senso di responsabilità e affrontando anche tanti rischi. L’impatto della crisi da coronavirus si avverte pesantemente sulla filiera bufalina. Chiediamo che ora ognuno faccia la sua parte per evitare ricadute sociali ed economiche che sarebbero drammatiche.
V: Con la chiusura del segmento Horeca, agevolmente presumo, caro Mimmo, che il comparto dei freschissimi sia il più colpito. Tuttavia, ti chiedo, le vendite nella grande distribuzione e nei negozi di prossimità sono in grado di assorbire il crollo dell’horeca?
M: Il drastico calo delle vendite riguarda soprattutto il canale Horeca, come hai appena giustamente detto tu, ma sono a rischio anche gli altri segmenti di vendita, dal discount alla grande distribuzione. In fase precrisi il consumatore si recava più volte alla settimana nei supermercati ed acquistava beni con breve scadenza, come la nostra Mozzarella di Bufala Campana Dop. Oggi, con le limitazioni agli spostamenti, il consumatore cerca di acquistare beni con durata maggiore.
V: In alcune aree dell’Italia, l’agroalimentare ha registrato difficoltà all’export. È così anche per voi? Avete problemi di logistica o di chiusura delle frontiere alle merci?
M: Il nostro export risente della crisi, perché la specificità della Mozzarella di Bufala Campana Dop, come ben sai, sta nel suo essere un prodotto deperibile, che ha bisogno di una logistica veloce, per cui si fanno sentire anche i problemi di trasporto. Le esportazioni sono in difficoltà, sia quelle che viaggiano su gomma e che hanno nel Brennero una rotta fondamentale per arrivare in Germania, sia quelle via aereo a causa del drastico ridimensionamento dei voli e delle misure adottate da alcuni Paesi.
V: Questo momento di crisi dovuto al coronavirus quindi altera le dinamiche della produzione quotidiana della mozzarella e, a cascata, della distribuzione e della logistica. Ciò sta avendo incidenze sui costi. Avrà anche incidenza sui prezzi al consumo?
M: Noi ci auguriamo di no, aspettiamo però che gli istituti bancari facciano diligentemente la loro parte. Il governo ha promesso fondi a sostegno, però fino a oggi non hanno messo a disposizione nulla, quindi ci rifacciamo al brano che cantava la grande Mina “parole parole parole soltanto parole . . .”
V: Si cominciano a sentire opinioni autorevoli che paragonano questo momento ad una guerra e conseguentemente si passa da un'economia di pace ad un'economia di guerra. Ed in un'economia di guerra possiamo permetterci di tollerare… la canzone di Mina (che duettava con Alberto Lupo) ?!
M: Io credo che questa sia una guerra senza bombe, l'unico che ha espresso un concetto chiaro e serio è l'ex governatore Mario Draghi, bisogna diffondere liquidità per poter riprendere le attività produttive e concordare un rientro a 15/20 anni. Siamo in economia di guerra ed ancora una volta la politica dimostra ahinoi di non conoscere i tempi del mercato. Pensano, litigano a destra e a sinistra ma il mercato continua a marciare e non aspetta le decisioni che arrivano in ritardo. Dovremmo guardare anche ad altri Paesi, ad esempio agli Stati Uniti, che tu conosci molto bene: 15 giorni di blocco e un fiume di dollari distribuiti per poter correre ai ripari.
V: Tu, caro Mimmo, oltre ad essere il presidente del Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana Dop, sei anche il presidente di Afidop, che ha delegato alcune attività ad Origin. Afidop assembla le realtà dei formaggi Dop, e adesso al cospetto del flagello coronavirus come si pone?
M: Sì, sono anche presidente Afidop e ti dico che anche con gli altri formaggi abbiamo problematiche. L'unico vantaggio è, che siccome sono formaggi a lunga stagionatura, non sussiste un problema imminente, ma anche in quelle realtà ci sono difficoltà di produzione in quanto i mercati hanno avuto una flessione complessiva.
V: Tutti speriamo in una riapertura imminente dei ristoranti, ma tutti sappiamo bene che nel frattempo alcune cose saranno cambiante nelle aspettative della domanda e nelle sfaccettature dell'offerta. Ineludibile la tendenza al ristorante AAO (aperto quasi sempre) e quindi a proposte di consumo che vadano ben oltre i momenti canonici del pranzo e della cena. Ecco, qui si apre spazio attrattivo (sia lato domanda che lato offerta) per proposte smart di taglieri. In tal senso la cooperazione tra più consorzi caseari, sia in termini di comunicazione che di promozione, può risultare molto efficace e vincente?
M: Credo che potrebbe essere uno strumento efficace per rinvigorire ed ampliare le proposte dei ristoratori alla loro clientela, ma adesso dobbiamo prima pensare a ripartire, poi studieremo metodi efficaci di monitoraggio mediatico.
V: Caro Mimmo, è quasi ora di pranzo e presumo tu stia rientrando a casa. Facciamo finta che ti sia fatto divieto oggi di pranzare con mozzarella e con altri formaggi. Ecco, dimmi, cosa pranzi oggi, poste le suddette premesse?
M: Spaghetto aglio olio e peperoncino e due uova ad occhio di bue. Pranzo da re; oltretutto se vai in tempi normali in un ristorante ed ordini queste due pietanze, probabilmente non tutti gli chef saprebbero accontentarti.
V: Caro Mimmo, ti saluto affettuosamente e conto di rivederti presto al Consorzio. Ma i tuoi colleghi presidenti di Consorzio, dico, ma lo sanno quanto bella e prestigiosa è la sede del Consorzio che tu presiedi?!
M: Sicuramente la collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali è stata un'altra operazione che ci ha visti occupare una sede per il Consorzio nelle Cavallerizze della Reggia di Caserta, il palazzo storico più grande e più bello al mondo, Patrimonio Unesco; poi abbiamo dato, con il nostro contributo economico, un po' di respiro alla Soprintendenza per poter fare qualche piccolo lavoro di manutenzione, rendendo così il bene fruibile ad operatori del settore. Ricordo bene che quando ciò accadde, circa tre anni fa, parlai con il ministro Franceschini suggerendogli di poter fare la stessa cosa con altri Consorzi utilizzando tanti siti prestigiosi magari abbandonati o in carente stato di manutenzione e quindi inutilizzati. Ciao, caro Vincenzo. A presto vederci.
La chat è intercorsa nella mattinata di venerdì 27 marzo.