Sebbene ritenuto obiettivo a lungo termine, se davvero vogliamo bene all’Italia e vogliamo che riparta nel modo migliore non possiamo non sentirci in sintonia di pensiero e di azione con il Green Deal europeo. Green Deal che si articola su aree diverse tra loro ma al contempo interconnesse. Come siamo messi nel nostro Paese in questi primi passi dell’ardimentoso percorso di transizione verde? L’Europa può aiutarci a fare il grande salto, ed il tanto chiacchierato recovery fund a questo dovrebbe servire. Alcune prime buone pratiche ci aiutano a comprendere il potenziale rivoluzionario del Green Deal europeo in Italia. A ciò correliamo la grande tematica della biodiversità.

Asiago Dop
La biodiversità è legata a doppio filo all’alimentazione, su cui è incentrata la strategia From farm to fork (dal produttore al consumatore), che va nella stessa direzione dell’approccio One health dell’
Organizzazione mondiale della sanità (Oms), per cui la salute del Pianeta e quella delle persone sono una cosa sola. E ad agire in coerenza a tutto ciò, con prassi lodevole che addirittura a tratti anticipa le azioni stesse del Green Deal promosso dalla Ue,
l’Asiago Dop cambia disciplinare e punta ad uno sviluppo sostenibile scegliendo di
rafforzare il legame col territorio d’origine e di realizzare scelte produttive sempre più naturali, rispettose del benessere animale, in linea con le nuove richieste del mercato ed i cambiamenti nei consumi alimentari. Nel concreto, dai primi giorni di ottobre il nuovo disciplinare promosso dal
Consorzio Tutela Formaggio Asiago avvia un progetto di valorizzazione del patrimonio di biodiversità della zona d’origine della Dop che comprende le province di Vicenza e Trento e parte di quelle di Padova e Treviso. Il percorso parte fin dall’alimentazione delle bovine, con foraggio proveniente dalla zona geografica della denominazione, ricca di essenze vegetali autoctone.
Il nuovo disciplinare, infatti, contempla la possibilità d’impiego del caglio vegetale, così da garantire la specialità Asiago Dop anche ai consumatori che ricercano un’alternativa al caglio bovino e stabilisce l’eliminazione totale dell’uso del lisozima, sia nell’Asiago Dop Fresco che in quello Stagionato.
Tra le innovazioni introdotte dal nuovo disciplinare, una particolare attenzione è stata posta alla valorizzazione delle diverse stagionature: nasce così la nuova dicitura Asiago Dop Fresco Riserva, di 40 giorni e oltre di stagionatura che si affianca all’Asiago Dop Fresco. Per lo Stagionato, si allunga il tempo di conservazione minimo.È una buona notizia che scaturisce dalla volontà collettiva dei soggetti consorziati: i caseifici e gli stagionatori (41) e gli allevatori (circa 1.400). Una compattezza che rende ottimisti verso la crescente consapevolezza di tutti sull’importanza del Green Deal, per noi e soprattutto per le generazioni a venire.