È indiscutibilmente una delle ricette italiane più conosciute e apprezzate al mondo. Parliamo del Tiramisù, piatto iconico della tradizione nostrana, al pari ormai di pasta e pizza. Domani, 21 marzo, sarà la sua giornata.
E proprio in vista di questa ricorrenza, l’Accademia del Tiramisù ha pubblicato alcuni dati riguardo il fatturato delle vendite di tiramisù nel nostro Paese. Vendite che si aggirano intorno ai 4 milioni e 200mila euro a settimana, con un acquisto medio (per porzione) che va dai 4-6 euro del Centro e del Sud, fino ai 6-7 euro del Nord Italia. La preferenza degli italiani per questo dolce è ulteriormente dimostrata dai dati diffusi da Just Eat: il tiramisù, infatti, risulta essere il dessert preferito anche per gli ordini a domicilio. Nel 2018 ne sono stati ordinati ben 18mila kg, dei quali 6.600 solo a Roma, città al primo posto della classifica, seguita da Milano con 3mila chili.
Per lo chef bistellato
Marco Sacco, patron del ristorante Piccolo Lago di Verbania, il tiramisù sarebbe addirittura il piatto italiano più popolare al mondo: «È l’unico dolce - dice - che non è strettamente legato al territorio e alla regionalità, un elemento questo che spesso rappresenta un problema per la nostra cultura gastronomica. In Italia abbiamo pochi piatti autenticamente nazionali, pochi piatti che uniscono il Paese da nord a sud e il tiramisù è uno di questi. E tutto ciò grazie a tre ingredienti: il Mascarpone, i biscotti secchi e, soprattutto, il caffè espresso, vero cuore di questo dolce, vero segno distintivo dell’italianità e del nostro modo di essere riconoscibili e riconosciuti ovunque nel mondo».
Il tiramisù ha una storia decisamente recente: la sua invenzione risalirebbe all’inizio degli anni ’60 e a contendersi la sua paternità sono alcuni ristoranti del Veneto e del Friuli. A partire dagli anni ’80 la sua popolarità non ha conosciuti soste finendo per conquistare anche pasticceri e chef di fama mondiale. Insomma, quello che la pizza e la pasta hanno fatto in secoli di tradizione il Tiramisù lo ha fatto in trent’anni.
Negli anni il tiramisù ha potuto essere anche oggetto di variazioni e modifiche creative. Con la frutta al posto del caffè ad esempio, o con biscotti alternativi a sostituire i savoiardi, ma il classico rimane quello di sempre. Anche chef Sacco ovviamente si è cimentato con questo classico della cucina italiana e per l’occasione ha riproposto nel suo percorso di piatti iconici un suo “Tiramisù, passato, presente e futuro”, tris di versioni che giocano con il tempo.
Il tiramisù di Marco Sacco
Il passato è facile da riconoscere: si incontra sottoforma di soffice crema al mascarpone, cacao e savoiardi appena sfornati. Dal classico si passa alla formula più audace: così il presente riproduce una crème brûlée, una schiuma di caffè e una sottile cialda di cacao sottile e croccante. Sopra regna un sorbetto di mascarpone, che cede il ruolo di protagonista lasciando spazio alla ricetta del piatto. Arriviamo alla visione futurista: un morbido cioccolatino pronto a condensare, ma anche a sprigionare i sapori di questo grande classico.