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Campania felix Terra di sole, amore e... olio

Da anni anche questa splendida regione è entrata di diritto tra le migliori per la produzione di olio di qualità eccellente. Sono quasi 86mila le aziende olivicole, che convogliano le loro olive in 600 frantoi attivi

01 ottobre 2017 | 17:41

Campania felix Terra di sole, amore e... olio

Da anni anche questa splendida regione è entrata di diritto tra le migliori per la produzione di olio di qualità eccellente. Sono quasi 86mila le aziende olivicole, che convogliano le loro olive in 600 frantoi attivi

01 ottobre 2017 | 17:41

Se solo avessimo quella famosa sfera di cristallo in cui vedere il nostro futuro, sarebbe forse più bramata della lampada di Aladino. Eppure non avrei mai immaginato di viaggiare migliaia di chilometri l’anno, visitando la nostra splendida Italia che, diciamoci la verità, resta ancora il Paese più bello del mondo. Questa volta ho camminato per gli oliveti della Campania. La florida terra campana vanta una produzione olivicola millenaria e dalle grandi potenzialità. La diffusione dell’olivo è attribuita ai Fenici e ai Greci, per poi essere incrementata dall’Impero romano, come dimostrano gli affreschi nelle ville, i reperti di olive carbonizzate ritrovate negli scavi pompeiani o le grandi anfore in terracotta utilizzate per la conservazione di oli e vini.

Campania felix Terra di sole, amore e... olio

L’olivo si distribuisce sul territorio regionale per circa 72mila ettari, con oltre 2,7 milioni di quintali di olive che si dividono quasi 86mila aziende olivicole che convogliano le loro olive in 600 frantoi attivi. La caratteristica principale dell’olivicoltura locale è l’estrema complessità di cultivar presenti. È proprio grazie a questa molteplicità di varietà - unitamente al clima favorevole - che si riesce a ottenere dei prodotti diversi tra loro e dall’eccellente qualità.

Tra le più diffuse si riconoscono Ravece e Ogliarola in Irpinia, Sessana e Caiazzana nel casertano, Raciopella, Ortice e Ortolana nel beneventano, Minucciola nel napoletano e Pisciottana e Rotondella nel salernitano. Le Dop di cui si fregia sono Penisola Sorrentina, Cilento, Colline Salernitane, Terre Aurunche e Colline dell’Ufita, a cui saranno aggiunte altre denominazioni in fase di approvazione, tra cui l’Igp Campania che comprenderà tutto il territorio regionale, ma, come sappiamo, i tempi per l’approvazione dell’attestazione di origine saranno ancora lunghi.

Si avvicina il periodo della raccolta. Il suggerimento è quello di raccogliere il frutto all’invaiatura, ovvero il momento in cui l’oliva procede con il viraggio dal verde intenso a una colorazione finale che varia, secondo la cultivar, dal rosso porpora al nero. A tal proposito, le olive non andranno raccolte prima dell’invaiatura con lo scopo di ottenere la massima produzione di olio, poiché - proprio durante questa fase - si accumula olio nella polpa con un alto tasso di componenti volatili e polifenoli. Risultato: un olio eccellente e dall’alto valore salutistico. I polifenoli hanno una funzione antiossidante per lasciare invariate le caratteristiche organolettiche dell’olio prodotto. È noto, ormai, il rapporto tra i polifenoli presenti e le sensazioni amaricanti e piccanti. Da un’oliva come la Ravece si otterrà proprio un olio con queste caratteristiche che, se ben prodotto e conservato, preserverà a lungo.

Campania felix Terra di sole, amore e... olio

Da anni ormai anche questa splendida regione è entrata di diritto tra le migliori per la produzione di olio di estrema qualità. Mi piace ricordare, tra i tanti che da lustri stringono i denti e non mollano mai, Antonino Mennella a Serre, in provincia di Salerno, uno dei primi a credere nel progetto di Gino Veronelli di far conoscere l’olio di estrema qualità, denocciolando l’oliva e, soprattutto, chiamando l’olio con la sua varietà autoctona. Sempre a Salerno, a Perdifumo, un giovane olivicoltore, Piero Matarazzo produce un’Ogliarola Dop Cilento davvero profumata dalle sue 1.200 piante. O Maria Provenza, grande produttrice appassionata di olio a Battipaglia, dove dirige insieme alla famiglia il frantoio Torretta, con più di 50 anni di attività. Spostandoci a Vico Equense, Rosa e Costantino Russo curano i loro olivi che guardano il Vesuvio con estrema attenzione e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. E, che dire di Alberto Romano, che in provincia di Benevento conduce olivi e frantoio, facendo incetta di premi e riconoscimenti. A poca distanza da Ponte, a Paduli, nel Beneventano, Lorenzo Caccese segue 6mila piante di Ortice e Leccio del Corno, esaltando tutte le sfumature di queste varietà.

Questi sono solo alcuni dei tantissimi campioni del mondo che abbiamo in una terra poco conosciuta e forse troppo bistrattata come la Campania e che merita grande attenzione e molto più rispetto. Non è un elenco per farmi compiacere dalle aziende, è un consiglio affettuoso che vi do, per andare a ricercare le aziende, conoscere i proprietari e soprattutto assaggiare i loro oli di assoluta eccellenza.

Ricordiamoci che l’Europa è formata da almeno 35 nazioni e solo 9 si affacciano sul mare e hanno climi miti da vacanze estive. Tutti gli altri abitanti del continente, appena possono, scappano letteralmente dalle loro temperature e dalle piogge quotidiane per venire a rilassarsi da noi. Appena varcano il nostro confine, la Campania è la terza meta preferita. Un dato su cui riflettere in maniera seria e costruttiva.

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