Domaines de Baron de Rothschild, proprietaria dell’iconico Château Lafite di Bordeaux, sbarca a Chablis acquistando William Fèvre, storica cantina fondata nel 1959, entrata nel 1998 nel gruppo Maisons & Domaines Henriot (Champagne) e passata nell’ottobre del 2022 ad Artémis Domaines della famiglia Pinault, titolare dal 1993 di Chateau Latour. La svolta è di quelle epocali e può essere vista come l’ennesimo movimento di pedine tra colossi, alla corte di Francia. Non senza ripercussioni in Italia, dal momento che William Fèvre risulta tuttora inserita nel prestigiosissimo portafoglio di Gaja Distribuzione.
Vaillons, solo uno dei presigiosi vini Premier Cru di William Fèvre
William Fèvre e il triangolo Henriot, Artémis, Rothschild
L’ultima operazione ha tutte le sembianze di un intricato triangolo, nato proprio dall’accordo del 2022 tra la famiglia Henriot ed Artémis Domaines della famiglia Pinault, proprietaria - tra gli altri - di Chateau Latour, del 1993. Un’alleanza capace di unire Bordeaux alla Borgogna - senza contare i possedimenti in Champagne, Rodano e altri prestigiosi terroir sparsi per il mondo - nel segno della diversificaizone in ottica enologica del Gruppo del lusso Kering, titolare di Gucci, Yves Saint Laurent, Balenciaga, Bottega Veneta, Pomellato, Boucheron, Brioni e Alexander McQueen, rispondente proprio ai Pinault.
«È ufficiale! Siamo entusiasti di annunciare l'ingresso di William Fèvre nella famiglia DBR Lafite. Non potremmo essere più felici di questo nuovo capitolo per entrambe le tenute che segna l'evoluzione dei Domaines Barons de Rothschild Lafite negli eccezionali terroir di Chablis. Il Domaine William Fevre è rinomato per le sue pratiche pionieristiche di agricoltura biologica e le nostre due famiglie condividono da tempo valori comuni: dal rispetto per lo spirito della nostra terra e la cura per i nostri team, all'approccio dedicato a una vinificazione attenta all'ambiente. È un'accoppiata fatta in Paradiso (a Chablis)!», recita l’annuncio dei discendenti della famiglia Rothschild.
Saskia de Rothschild e Didier Seguier, enologo del Domaine William Fevre
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La parcella Grand Cru “Les Preuses”, descritta da Baron de Rothschild come «nuova casa di Chablis»
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La barricaia di William Fèvre, a Chablis
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I prestigiosi Chablis di William Fèvre, entrati nella costellazione Domaines de Baron de Rothschild
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Rothschild Lafite, dal «nuovo paradiso» di Chablis alla Cina
Ad accompagnare la notizia dell’accordo, una fotografia che vede insieme la presidente Saskia de Rothschild e Didier Seguier, enologo del Domaine William Fevre. Alle loro spalle, il «paradiso», ovvero la parcella Grand Cru “Les Preuses”, descritta da Domaines de Baron de Rothschild come «la nostra nuova casa di Chablis». L’azienda bianchista ha visto negli anni il grande impegno della proprietà Henriot, che l’ha portata a una superficie di 78 ettari, suddivisi in 90 parcelle, di cui 15,9 classificati come “Premier Cru” e 15,2 come Grand Cru. William Fèvre è certificata dal 2015 HVE, “Haute Valeur Environnementale”, marchio che distingue le aziende vinicole di “alto valore ambientale”.
Domaines Barons de Rothschild Lafite si definisce una «stretta famiglia di tenute vinicole, ognuna diversa per terroir e distinta per carattere, ma tutte accomunate dallo stesso spirito, saldamente radicata nel terreno che coltiva e dedita all'arte della vinificazione esemplare fin dal primo giorno a Château Lafite Rothschild, nel 1868». DBR Lafite è cresciuta fino a comprendere Château Duhart-Milon (Grand Cru Classé a Pauillac), Château Rieussec (Premier Grand Cru Classé a Sauternes).
E ancora: Château L'Evangile (Pomerol) e Château Paradis Casseuil (Entre-Deux-Mers), oltre alla gamma di vini bordolesi “Les Légendes R.” (Saint-Emilion). Domaines Barons de Rothschild Lafite conta da decenni anche proprietà all’estero: Viña Los Vascos (Cile, 1988), Bodegas Caro (Argentina, 1999) e Domaine de Long Dai, nella regione di Shandong in Cina (2008) e in altre regioni francesi (Domaine d'Aussières, Linguadoca, 1999). Una storia da aggiornare alle ultime ore, con l’ufficialità dell’acquisizione di William Fèvre a Chablis. Indovini, chi può, la fermata successiva al «Paradiso».