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Quale birra per l’estate 2017? Da nord a sud, sette birrifici da testare

Il modo migliore per conoscere una birra è andare alla fonte, ovvero al birrificio che la produce per assaporare fino in fondo il suo gusto e conoscerne la storia, il metodo di lavoro e le persone impegnate. In particolare ne abbiamo selezionate 7, alcune storiche, altre invece più giovani che si trovano sparse su tutto il territorio nazionale

di Giovanni Angelucci
 
20 maggio 2017 | 09:33

Quale birra per l’estate 2017? Da nord a sud, sette birrifici da testare

Il modo migliore per conoscere una birra è andare alla fonte, ovvero al birrificio che la produce per assaporare fino in fondo il suo gusto e conoscerne la storia, il metodo di lavoro e le persone impegnate. In particolare ne abbiamo selezionate 7, alcune storiche, altre invece più giovani che si trovano sparse su tutto il territorio nazionale

di Giovanni Angelucci
20 maggio 2017 | 09:33
 

Ormai è estate, i bravi birrai italiani ci hanno ben abituati e c’è l’imbarazzo della scelta tra centinaia di produzioni di qualità. Documentarsi e assaggiare il più spesso possibile le birre è ottima pratica per conoscere un birrificio, ma la miglior maniera per avvicinarsi ad una realtà birraria è certamente quella di recarsi nel laboratorio in cui “avvengono le cotte”. Conoscere il birraio, la sua squadra, la filosofia di produzione, assaggiare le novità, condividere il giudizio su una “one shot”, sarà questo a farvi capire meglio cosa c’è dietro una realtà brassicola, il colore della sua anima.

Quale birra per l’estate 2017? Da nord a sud, sette birrifici da testare

Mentre imperversano sul web le dispute tra mondo artigianale e industriale, che non tendono a placarsi, anzi ad aumentare, non resta che scegliere e partire per un’avventura tutta brassicola. Questi i nostri suggerimenti per un itinerario a tutta birra.

Scarampola
Un birrificio in un monastero del 1200 non si trova dappertutto. Scarampola è tra le mura dell’abbazia di Santo Stefano e si trova a Millesimo (Sv). Flibus è l’artista birraio che usa il proprio luppolo e attinge dalla sua Liguria utilizzando i meravigliosi frutti di questa terra come il chinotto di Savona (presidio Slow Food) e le castagne dell’entroterra. La prima creazione del birrificio è la n. 8: una blanche dallo spiccato naso fruttato che richiama le note dolci tipiche dello stile belga. Il chinotto le dona tanto profumo e altrettanta freschezza, l’agrumato è persistente anche in bocca e rimanene di facile beva. Ma c’è anche la Nivura dal colore ambrato, caratterizzata dalla presenza delle castagne (presidio) essiccate nei “tecci” da cui deriva il chiaro sentore di affumicato che ben convive con le caratteristiche dolci della castagna.

Birrificio del Forte
All’interno del Parco degli Artigiani, nella zona artigianale del Portone a Pietrasanta in provincia di Lucca, Francesco Mancini produce sin dal 2011 le birre che seguono il suo amore per le belghe. Sei etichette con malti, luppoli e lieviti tutti provenienti da Inghilterra, Belgio e Germania che danno birre pulite, ben fatte e con una buona costanza qualitativa. La birra base è la Gassa d’Amante, biglietto da visita di indiscusso valore. Seguono la Mancina, la 2 Cilidri (diventata nel tempo la birra identificativa del birrificio), Meridiano ø e le più giovani Regina del Mare e Cento volte Forte prodotta con varietà di grano antiche toscane. Colpisce la Mancina, una Belgian Strong Ale dal colore arancio scarico e dai profumi di frutta gialla, pesca, melone, albicocca e una dolce nota mielata che compongono il bouquet. Provate assolutamente la Fior di Noppolo, una fresh hop ottobrina, tra le prime del genere in Italia.

La casa di cura
La nascita del birrificio è datata marzo 2013 a firma di Luigi Recchiuti (birrificio Opperbacco), Tonino Ventilii, Loreto Lamolinara e Alfredo Giugno che decidono di trasformare in laboratorio un vecchio confetturificio a Senarica, nel teramano, proprio accanto alla Fonte Mercurio da cui attingere per l’utilizzo dell’acqua purissima, così importante per la realizzare una buona birra di qualità. Nella splendida cornice del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è possibile assaggiare le quattro birre classiche tra cui la valida Tso, un’Ipa in continuo cambiamento in cui si alternano il mono-malto, mono-luppolo e mono-spezia di volta in volta così da averne prodotta sempre con la stessa ricetta ma con ingredienti del posto a rotazione.

MC77
A Caccamo di Serrapetrona, in provincia di Macerata, il progetto è nato da Cecilia Scisciani e Matteo Pomposini che con vera competenza hanno trasformato il loro hobby in lavoro. I due nel febbraio 2013 diventano birrai a tutti gli effetti: “il nome MC77 rende omaggio alla strada che ci ha condotto fino alla nascita delle nostre birre e lungo la quale questo progetto si è concretizzato”, raccontano i due. È stata creata una linea classica arricchita da diverse stagionali. Menzione per la Fleur Sofronia: una blanche belga in cui la speziatura è arricchita da fiori di ibisco interi di origine nord africana che oltre agli aromi suadenti, conferiscono il colore rosa intenso e la nota acidula in bocca. Birra ben equilibrata che intervalla la dolcezza del naso con la spinta grintosa in bocca.

Quale birra per l’estate 2017? Da nord a sud, sette birrifici da testare

Serro Croce
L’azienda è situata a 740 metri d’altezza nel territorio avellinese di Monteverde. Tre sono i colli che fanno da cornice: Serro del Castello, SerroCroce e Serro dell’Incoronata, sul confine con la Basilicata. Bellezza di paesaggi ed etica produttiva che inseriscono degnamente questo birrificio nella categoria dei birrifici agricoli. Le colture prevalenti sono i cereali e le leguminose, utilizzati nel processo produttivo e coltivati sui circa 30 ettari in produzione. Ah, il birraio si chiama Vito Pagnotta e dall’alto della valle dell’Osento produce due ale chiare e una ipa ambrata. Birre pulite che sanno di territorio, in questi casi più che mai.

Birra Perugia
Il giovane (ed antico) birrificio Birra Perugia è stato proclamato il migliore d’Italia due anni fa. Uno dei primi birrifici sorti in Italia, addirittura nel 1875. Tutto è nato da un gruppo di amici che, innamorati della birra e delle propria terra, decide di progettare la rinascita del birrificio: Luana Meola (socia con Antonio Boco e Matteo Natalini) insieme a Luca Maestrini, producono a Pontenuovo di Torgiano (a due passi da Perugia) sei buone birre: tra le classiche e le “creative” merita la scotch ale Ila, complessa e strutturata che si arricchisce in barili usati per la produzione di whisky.

Amiata
La bella Toscana con tutta la sua genuinità. Il Monte Amiata con i suoi boschi di faggio in cui è immerso l’omonimo birrificio di Arcidosso (Gr). I fratelli Gennaro e Claudio hanno particolarmente a cuore il loro territorio e lo dimostrano con le eccellenti produzioni che sanno della montagna amiatina. Molto varia in base alle stagioni e le birre realizzate con castagne locali Igp, chiamate “le bastarde”, ne sono un esempio: miele di Marruca, zafferano della Maremma, erbe e spezie varie. E per la stagione alle porte c’è la Zancona, una birra caratterizzata dall’aggiunta di segale e di anice stellato, rinfrescante e beverina. Assaggiare le birre in questo contesto non ha prezzo.

Questi sono solo alcuni dei consigli birrari utili per intraprendere un viaggio cultural-gustoso lungo l’Italia della birra. Ora spetta a voi scegliere scovare le produzioni che più fanno al vostro caso.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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