Vino, la metà di quello venduto in Italia è delle cooperative

Le cooperative dominano il panorama italiano con 40 cantine nella Top 100 e un fatturato di 3,7 miliardi di euro (42% del totale). Leader nell'export (34%) e resilienti durante la pandemia . «L'incidenza delle cooperative nei primi posti della classifica si è mantenuta costante negli ultimi 5 anni» ha commentato il presidente di Confcooperative Fedagripesca, Carlo Piccinini

10 aprile 2024 | 16:14

Lcooperative del vino si confermano protagoniste del settore enologico italiano, controllando una quota significativa del mercato. È quanto emerge dalla classifica annuale delle prime 100 cantine italiane per fatturato, presentata oggi a Milano da Confcooperative Fedagripesca e curata da Anna Di Martino. Su un totale di 117 cantine presenti nella Top100, ben 40 sono cooperative. Queste ultime fatturano complessivamente 3,7 miliardi di euro, pari al 42% del fatturato complessivo del campione analizzato. Le cooperative detengono inoltre una quota rilevante del fatturato generato dall'export, pari al 34%. Tale quota sale addirittura al 52% se si considera il fatturato sul mercato domestico delle cantine Top 100.

Nell'ultima elaborazione del 2023, il campione di imprese che sono entrate nella rilevazione rappresenta 8,9 miliardi di euro di fatturato, pari al 62% del mercato vinicolo nazionale, il 66% dell'export complessivo. «L'incidenza delle cooperative nei primi posti della classifica si è mantenuta costante negli ultimi cinque anni - ha commentato il presidente di Confcooperative Fedagripesca, Carlo Piccinini. Fondamentale si conferma l'aspetto dimensionale delle nostre associate, oltre alla leva dell'aggregazione, come attestano alcuni recenti casi di fusioni e accorpamenti di cooperative che le hanno rese più forti e competitive sul mercato».

Cooperative del vino: un quarto del vigneto italiano

Tornando al peso delle cantine cooperative presenti in classifica, spicca il dato sugli ettari vitati lavorati dalle migliaia di soci che operano sul territorio nazionale: si tratta di 152.280 ettari che rappresentano più del 25% del totale vigneto Italia. «Se si analizza l'andamento degli ultimi cinque anni - ha spiegato Anna Di Martino nel corso del suo intervento - emerge come ci sia stato un incremento che supera il 26%: l'ammontare degli ettari è cresciuto o per l'arrivo di nuovi soci o per il potenziamento della proprietà di quelli esistenti o per l'aggiunta di altri vigneti in affitto».

Cooperative del vino, produzione imbottigliata in crescita

Complessivamente le 40 cooperative presenti in classifica portano sul mercato 1 miliardo e 186 milioni di bottiglie, dato che ha registrato un trend di crescita costante negli ultimi cinque anni pari complessivamente al +20,8%. «L'evoluzione degli ultimi 5 anni del fatturato delle cantine cooperative - ha spiegato la Di Martino - offre spunti di analisi particolarmente importanti poiché dimostra la capacità della cooperazione di attutire possibili contraccolpi, sostenendo i propri soci dinanzi a scenari economici anche non favorevoli. Ciò emerge con chiarezza raffrontando l'andamento del fatturato delle cooperative del campione rispetto a quello della componente privata. Se si analizzano gli ultimi cinque anni che comprendono il prima il durante e il dopo pandemia, si nota la capacità di tenuta del sistema cooperativo anche nei momenti più complicati».

«Se è vero che nel 2021 il mercato privato è riuscito a crescere del 26,8% e la compagine cooperativa non è andata oltre il 12%, che è pur sempre un risultato importante e superiore di ben 5 punti a quello medio del mercato italiano - ha spiegato la Di Martino - va evidenziato che nel corso del 2022 sono state le cooperative ad aver superato i privati di un punto (11,5% contro 10,5% di crescita rispetto all'esercizio precedente). E che nell'orribile 2020, massacrato dal Covid, quello cooperativo è stato l'unico comparto capace di reggere il timone e di non andare sotto: le cantine cooperative in classifica sono riuscite a realizzare un incremento del fatturato dell'1,9%, contro una flessione di oltre il 4% accusata dai privati».

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Alberto Lupini


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