Vino bergamasco, si lavora al 50% Il futuro sarà nella ristorazione
Le aziende piccole e medie sono ferme, le altre operano a mezzo regime. L’Horeca dovrà abbracciare i vini dl territorio. Il pensiero di Sergio Cantoni, Consorzio Valcalepio
14 aprile 2020 | 08:30
di Roberto Vitali
Il tessuto produttivo agricolo è reattivo ed è formato da aziende medio-piccole
Sergio Cantoni è direttore da oltre 30 anni del Consorzio Valcalepio e della Cantina sociale bergamasca di San Paolo d’Argon. Nessuno meglio di lui può conoscere la situazione: «Abbiamo dovuto annullare il concorso Serendipity Wines, dedicato ai vini passiti, liquorosi e aromatizzati, nato lo scorso anno sotto la spinta della Associazione Strada del vino Valcalepio e dei sapori bergamaschi. Era tutto pronto per il 28, 29 e 30 maggio, la location Grumello del Monte, che avrebbe ospitato sia la degustazione che il convegno del sabato. A malincuore abbiamo dovuto rimandare alla primavera prossima la seconda edizione di questo concorso particolare e unico. Rimaniamo in stand by per il nostro appuntamento autunnale, il concorso Emozioni dal mondo, annunciato per il terzo fine settimana di ottobre. Speriamo ancora di poterlo fare e sarebbe un bel messaggio di ripresa per Bergamo e il suo territorio».
Sergio Cantoni
Come sta andando il mercato del vino?
Dicono le statistiche che oltre il 60% si vende attraverso la grande distribuzione, il 30% nel canale Horeca e un 10% in vendite dirette. Il settore vede le aziende introdotte nella Gdo lavorare al 40-50% della potenzialità, il canale Horeca praticamente azzerato e la vendita a privati intorno ad 2-3%. La maggioranza delle aziende piccole e medie è praticamente ferma o quasi ed altre più organizzate lavorano al 50% della potenzialità.
Prospettive future?
Ritengo che bisogna essere positivi. Il tessuto produttivo agricolo è reattivo ed essendo formato da aziende medio-piccole dovrebbe riprendere al meglio, soprattutto se la ristorazione bergamasca saprà abbracciare il suo vino, il Valcalepio, riconoscendone il valore e proponendolo a tutti coloro che verranno a Bergamo, la città di cui tanto si parla e scrive in questo triste periodo. Tutti hanno parlato di orgoglio bergamasco, di unicità del carattere e del territorio bergamasco: ecco, la speranza è che la ristorazione abbracci i nostri vini, dal Valcalepio al Colleoni, al Bergamasca, al Moscato di Scanzo, creando un meccanismo virtuoso che non potrà che rivelarsi vincente.
In prospettiva della prossima vendemmia, da più parti si teme che ci saranno problemi per la carenza di manodopera che non arriverà dall’estero.
Chiaramente la coltivazione delle viti abbisogna di manodopera, ma abbiamo cooperative locali in grado di supplire a queste esigenze e anche per la vendemmia non ritengo avremo problemi. Cerchiamo di mettere in pratica quello che questa emergenza ci sta insegnando: il primo guadagno di una economia è far ricadere la liquidità sul territorio. Se anche spendo un po’ di più ma il denaro rimane sul territorio creo un circolo virtuoso che a lungo andare non può che creare benessere per tutti.
Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini ha invocato la semplificazione del pagamento in voucher, temendo per la regolare fornitura alimentare del Paese.
Sono d’accordo che serva una radicale semplificazione del voucher agricolo, per consentire a cassaintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università, attività economiche e aziende sono chiuse. Molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare una integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle campagne, restituendo così dignità al lavoro agricolo e valorizzandolo come prospettiva professionale, anziché continuare a bollarlo come un’occupazione da cui gli italiani debbano tenersi lontani.
Per informazioni: www.valcalepio.org – www.cantinabergamasca.it
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