Vino ancora poco digitale Una cantina su 4 vende online
Nonostante siano aumentati i volumi di acquisti online, le aziende con un proprio shop online restano poche: 6 sui 25. Le imprese utilizzano più Instagram e con la pandemia hanno lanciato nuovi format di degustazione
28 settembre 2020 | 11:31
Più Instagram che Facebook, nuovi formati di degustazione, boom delle iniziative di solidarietà, grande attenzione ai temi della sostenibilità e dei vitigni autoctoni, ma solo 6 imprese vitivinicole su 25 con l’e-commerce e una cantina su quattro che vende vino online. È quanto emerge da un'indagine effettuata da Omnicom Pr Group Italia, che ha analizzato la presenza e le attività online delle prime 25 aziende vitivinicole italiane così come censite dal rapporto 2020 di Mediobanca.
Come riporta il Sole 24ore, secondo la ricerca, è, infatti, Instagram il social preferito con un incremento aggregato dei follower del 51% rispetto al 2019, favorito anche dal ruolo degli influencer: oggi sono ben 16 su 25 le aziende ad avere un account ufficiale Instagram (contro le appena 6 di cinque anni fa). Facebook registra invece una crescita del 1,2% per quanto riguarda i followers dei marchi analizzati mentre la frequenza di aggiornamento settimanale rimane invariata rispetto al 2019. YouTube risulta presidiato (con poca intensità) da 11 aziende mentre Twitter solo da 9. Wikipedia invece, molto utile anche in ottica Serp (Search engine results page), presidiata solo da 3 cantine e quindi emerge come uno strumento che ha ancora margini di sviluppo davanti a sé.
Anche per quanto riguardano i contenuti si sono registrate novità: 14 aziende su 25 hanno comunicato le iniziative promosse in risposta all'emergenza Covid-19. Si è trattato di degustazioni online con sommelier e mixologist, aperitivi in streaming con influencer, storie legate alla quarantena. Importante il focus sulla solidarietà verso dipendenti e comunità locali anche attraverso raccolte fondi e donazioni. In crescita anche i contenuti legati alla Responsabilità sociale d'impresa con 10 aziende su 25 (erano 7 su 25 nel 2019). Si parla principalmente di iniziative legate all'arte e alla cultura.
La sostenibilità rimane un argomento cruciale: come nel 2019 tutte le aziende (erano il 76% nel 2018 e il 37% nel 2017) menzionano certificazioni, efficienza energetica, gestione sostenibile delle risorse naturali e agricoltura priva di pesticidi. Alcune aziende hanno una sezione dedicata sul sito, con maggiori informazioni, infografiche, dati e approfondimenti. Stessa attenzione per i vitigni autoctoni (come nel 2019, mentre nel 2018 erano il 64%) con approfondimenti riguardo la descrizione e gli abbinamenti e il lavoro effettuato per il loro recupero.
I siti aziendali, oltre che in italiano, sono tradotti in inglese, tedesco e cinese. Nel 2020, abbiamo l'inglese (25 cantine su 25, erano 21 nel 2019) seguito dal tedesco (9 su 25, erano 7 nel 2019), cinese (4 su 25, erano 2 nel 2019). Sui canali social, 14 aziende su 25 propongono contenuti in lingua straniera (10 nel 2019).
«La digitalizzazione del comparto vinicolo – fanno sapere da Omnicom Pr Group - procede con intensità anche come risposta alla pandemia che ha messo a durissima prova ristorazione, export, turismo e fisicità dei luoghi di consumo e vendita. Oltre al consolidamento dei canali social, accompagnato spesso dalla scelta di esternalizzare l'e-commerce, abbiamo assistito alla creazione di nuovi formati online di degustazione. Questo è potenzialmente un elemento di grande interesse per il futuro alla luce dello sviluppo tecnologico atteso relativo all'internet dei sensi».
Tuttavia, nonostante nel corso della pandemia siano aumentati in maniera sensibili i volumi di acquisti online di vino, c’è ancora molto da fare da parte delle aziende per sfruttare le opportunità legate ai podcast, all'e-commerce e ai siti-shop di proprietà: le aziende con un proprio shop online restano poche e alcune di quelle senza sito aziendale (8 su 19) preferiscono indicare sui propri canali enoteche dotate di wine shop online nei quali è possibile trovare i prodotti del proprio brand.
Le aziende con il proprio shop online restano poche
Come riporta il Sole 24ore, secondo la ricerca, è, infatti, Instagram il social preferito con un incremento aggregato dei follower del 51% rispetto al 2019, favorito anche dal ruolo degli influencer: oggi sono ben 16 su 25 le aziende ad avere un account ufficiale Instagram (contro le appena 6 di cinque anni fa). Facebook registra invece una crescita del 1,2% per quanto riguarda i followers dei marchi analizzati mentre la frequenza di aggiornamento settimanale rimane invariata rispetto al 2019. YouTube risulta presidiato (con poca intensità) da 11 aziende mentre Twitter solo da 9. Wikipedia invece, molto utile anche in ottica Serp (Search engine results page), presidiata solo da 3 cantine e quindi emerge come uno strumento che ha ancora margini di sviluppo davanti a sé.
Anche per quanto riguardano i contenuti si sono registrate novità: 14 aziende su 25 hanno comunicato le iniziative promosse in risposta all'emergenza Covid-19. Si è trattato di degustazioni online con sommelier e mixologist, aperitivi in streaming con influencer, storie legate alla quarantena. Importante il focus sulla solidarietà verso dipendenti e comunità locali anche attraverso raccolte fondi e donazioni. In crescita anche i contenuti legati alla Responsabilità sociale d'impresa con 10 aziende su 25 (erano 7 su 25 nel 2019). Si parla principalmente di iniziative legate all'arte e alla cultura.
La sostenibilità rimane un argomento cruciale: come nel 2019 tutte le aziende (erano il 76% nel 2018 e il 37% nel 2017) menzionano certificazioni, efficienza energetica, gestione sostenibile delle risorse naturali e agricoltura priva di pesticidi. Alcune aziende hanno una sezione dedicata sul sito, con maggiori informazioni, infografiche, dati e approfondimenti. Stessa attenzione per i vitigni autoctoni (come nel 2019, mentre nel 2018 erano il 64%) con approfondimenti riguardo la descrizione e gli abbinamenti e il lavoro effettuato per il loro recupero.
I siti aziendali, oltre che in italiano, sono tradotti in inglese, tedesco e cinese. Nel 2020, abbiamo l'inglese (25 cantine su 25, erano 21 nel 2019) seguito dal tedesco (9 su 25, erano 7 nel 2019), cinese (4 su 25, erano 2 nel 2019). Sui canali social, 14 aziende su 25 propongono contenuti in lingua straniera (10 nel 2019).
Sono ben 16 su 25 le aziende ad avere un account ufficiale Instagram
«La digitalizzazione del comparto vinicolo – fanno sapere da Omnicom Pr Group - procede con intensità anche come risposta alla pandemia che ha messo a durissima prova ristorazione, export, turismo e fisicità dei luoghi di consumo e vendita. Oltre al consolidamento dei canali social, accompagnato spesso dalla scelta di esternalizzare l'e-commerce, abbiamo assistito alla creazione di nuovi formati online di degustazione. Questo è potenzialmente un elemento di grande interesse per il futuro alla luce dello sviluppo tecnologico atteso relativo all'internet dei sensi».
Tuttavia, nonostante nel corso della pandemia siano aumentati in maniera sensibili i volumi di acquisti online di vino, c’è ancora molto da fare da parte delle aziende per sfruttare le opportunità legate ai podcast, all'e-commerce e ai siti-shop di proprietà: le aziende con un proprio shop online restano poche e alcune di quelle senza sito aziendale (8 su 19) preferiscono indicare sui propri canali enoteche dotate di wine shop online nei quali è possibile trovare i prodotti del proprio brand.
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Alberto Lupini
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