Vino, un amore che unisce l'Italia: ecco come lo bevono le diverse generazioni

Il Rapporto Enpaia-Censis “Il consumo di vino per generazioni”, presentato a Vinitaly, offre un quadro completo del rapporto che gli italiani hanno con il vino, un prodotto che accompagna il loro ciclo di vita

16 aprile 2024 | 15:48

Presentato a Vinitaly, il Rapporto Enpaia-Censis "Il consumo di vino per generazioni" offre un quadro completo del rapporto che gli italiani hanno con il vino, un prodotto che accompagna il loro ciclo di vita in maniera trasversale. Dal report emerge come il consumo responsabile e di qualità venga condiviso da tutte le generazioni. Tra i giovani, in particolare, cresce la quota di consumatori (18-34 anni), mentre si riduce quella tra i 35-64enni e gli over 65.

Il vino secondo i giovani e gli anziani

Il rapporto con il vino varia a seconda delle generazioni. Per i giovani, il vino è un mezzo di socializzazione e convivialità, da consumare in compagnia (67,7%) fuori casa (45,3%) e durante i pasti (34,4%). Per gli adulti, il vino è sia un elemento di condivisione (55,3%) che un complemento alimentare (55%), mentre gli anziani lo apprezzano principalmente durante i pasti (79,1%). Inoltre, rappresenta un'eccellenza per il 96,5% degli italiani, con una predilezione per i vini Dop e Igp (83,1%). Tra le caratteristiche più apprezzate figurano la qualità (96,2%), il gusto (96,1%), la tradizione (93,8%), l'identità (92%) e la sostenibilità (84,4%). Per la maggioranza (54,8%), la scelta di un buon vino rappresenta un'esperienza emozionante.

Per quanto riguarda l'educazione e moderazione, l'83,8% degli italiani ritiene che sia possibile educare a un consumo moderato e responsabile del vino. Un'idea condivisa soprattutto dai giovani (88,4%), dagli adulti (94,3%) e dagli anziani (96,9%). La demonizzazione del vino, anche attraverso le etichette, è osteggiata dal 75,3% degli italiani, con una netta prevalenza tra i giovani (66,5%), gli adulti (79,4%) e gli anziani (73,8%). L'87,9% degli italiani apprezza la varietà dei vini italiani, con una maggiore sensibilità tra i giovani (80%), gli adulti (89,9%) e gli anziani (89,5%). L'impatto del cambiamento climatico sulla produzione vinicola è previsto dall'82,6% degli italiani, che comunque ripongono fiducia nella capacità del settore di affrontare questa sfida e quella della sostenibilità (84,4%).

I numeri più importanti del mondo del vino

Infine, secondo il rapporto, il numero delle aziende agricole con coltivazioni di vite è diminuito significativamente (-34%) tra il 2010 e il 2020, mentre la superficie coltivata si è ridotta del 5%. Le aziende, pur essendo minori in numero, sono più grandi, con un aumento del 44% degli ettari per azienda. Le imprese vinicole sono diminuite del 3% rispetto al 2012, mentre gli addetti sono aumentati del 22,6%. I prezzi del vino sono cresciuti del 6,2% tra il 2021 e il 2023, a fronte di aumenti a doppia cifra per i costi di energia (+52,4%), concimi e ammendanti (+50,4%), sementi (+28,6%) e antiparassitari (+22,3%).

Secondo Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato, «ancora una volta i consumatori, anche i giovani, scelgono il top dell’offerta, il prodotto italiano è di qualità, rappresenta i territori e l’artigianalità. L'enoturismo sta diventando sempre più un fenomeno molto diffuso nel nostro Paese, con conseguente rilancio positivo del territorio, del turismo anche straniero e dei nostri prodotti. In tal senso, la politica deve aiutare ad accompagnare questo sviluppo culturale senza demonizzare il prodotto. Il vino non è una bevanda, ma un alimento che deve essere considerato sano, in quanto non fa male alla salute, se consumato moderatamente».

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Alberto Lupini


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