Vendemmia a rischio, Lega: «Questo governo è un disastro»
15 giorni per il codice fiscale del lavoratore, flop della sanatoria Bellanova, a rischio l’annata 2020: queste le ragioni per cui i senatori Centinaio e Bergesio chiedono l’introduzione di voucher agricoli semplificati
12 agosto 2020 | 10:51
«Questo governo boicotta la vendemmia. Subito dei voucher agricoli, salviamo il Made in Italy». È questo in sintesi il contenuto di una nota diffusa ieri dai senatori della Lega, Gian Marco Centinaio, già ministro delle Politiche agricole nel primo governo Conte, e Giorgio Maria Bergesio, capogruppo in commissione Agricoltura a Palazzo Madama, che puntano il dito sull’inefficienza della macchina burocratica e sull’inadeguatezza delle misure introdotte dal governo.
A porre in evidenza la questione è stata la Cia-Confederazione italiana agricoltori, che ha sottolineato come, con il Fisco 4.0 e lo smart working degli uffici territoriali dell’Agenzia delle entrate, servano 15 giorni per dotare di codice fiscale i lavoratori stranieri, al contrario degli anni passati quando «bastava un’ora per sbrigare la pratica». La Cia ha aggiunto inoltre che «un altro problema per le aziende riguarda l’indicazione degli sportelli digitali di non effettuare richieste di codici fiscali cumulativi, ostacoli che si aggiungano alla difficoltà di reclutamento di manodopera straniera dopo l’esplosione della pandemia».
Da qui dunque le critiche sollevate dai senatori del Carroccio: «Come se non bastasse il calo di vendite, adesso è la burocrazia a frenare i produttori di vino italiano. Ai danni del Made in Italy, già in crisi sofferta da Covid-19, pesa la beffa di assunzioni impossibili volute da questo governo: l’Agenzia delle entrate impiega 15 giorni a fornire il codice fiscale del lavoratore. Andando avanti così l’Italia perde la produzione», sottolineano Centinaio e Bergesio. «È davvero un paradosso constatare che, quando si facevano le pratiche a mano, in un’ora si aveva già un codice fiscale da dare al lavoratore stagionale. Adesso il Fisco 4.0 impiega 15 giorni. Questa è la rivoluzione digitale del governo? A questo si aggiunge il flop della sanatoria Bellanova che non ha portato manodopera».
«Secondo Coldiretti - concludono Centinaio e Bergesio - sono 25mila i posti di lavoro disponibili per la raccolta dell’uva. La nostra proposta è dare dei un voucher agricoli semplificati che consentano subito l’impiego degli italiani. A rischio ci sono 45 milioni di ettolitri di vino da produrre, il 20% del valore agricolo dell’Italia. Questo governo è un disastro: vuole davvero dare una mano all’Italia o fare solo spot per i clandestini?».
Dal ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova non è arrivata ancora una replica in merito, ma quel che è certo per il momento è che il futuro del vino italiano non è roseo per effetto della pandemia e delle difficoltà registrate dalla ristorazione in tutto il mondo per l’emergenza coronavirus: le ultime stime diffuse da Coldiretti parlano di un -4% di export, a fronte del record storico di 6,4 miliardi messo a segno lo scorso anno dalle esportazioni di vino tricolore. Il giro d’affari negativo delle vendite del vino italiano all’estero, ufficializzato con l’avvio della vendemmia 2020 lungo tutto lo Stivale, è considerato dagli operatori un’inversione di tendenza che non ha precedenti negli ultimi 30 anni.
L’analisi di mercato per la vendemmia 2020, iniziata pochi giorni fa con il distacco del primo grappolo d’uva in Franciacorta, preannuncia una produzione di circa 45 milioni di ettolitri, con una diminuzione di circa il 5% rispetto allo scorso anno. È a rischio dunque il primato mondiale italiano: si preannuncia un testa a testa per la leadership produttiva con la rivale di sempre, la Francia, per la quale è stimata una produzione fra 44,7 e 45,7 milioni di ettolitri.
Giorgio Maria Bergesio e Gian Marco Centinaio
A porre in evidenza la questione è stata la Cia-Confederazione italiana agricoltori, che ha sottolineato come, con il Fisco 4.0 e lo smart working degli uffici territoriali dell’Agenzia delle entrate, servano 15 giorni per dotare di codice fiscale i lavoratori stranieri, al contrario degli anni passati quando «bastava un’ora per sbrigare la pratica». La Cia ha aggiunto inoltre che «un altro problema per le aziende riguarda l’indicazione degli sportelli digitali di non effettuare richieste di codici fiscali cumulativi, ostacoli che si aggiungano alla difficoltà di reclutamento di manodopera straniera dopo l’esplosione della pandemia».
Da qui dunque le critiche sollevate dai senatori del Carroccio: «Come se non bastasse il calo di vendite, adesso è la burocrazia a frenare i produttori di vino italiano. Ai danni del Made in Italy, già in crisi sofferta da Covid-19, pesa la beffa di assunzioni impossibili volute da questo governo: l’Agenzia delle entrate impiega 15 giorni a fornire il codice fiscale del lavoratore. Andando avanti così l’Italia perde la produzione», sottolineano Centinaio e Bergesio. «È davvero un paradosso constatare che, quando si facevano le pratiche a mano, in un’ora si aveva già un codice fiscale da dare al lavoratore stagionale. Adesso il Fisco 4.0 impiega 15 giorni. Questa è la rivoluzione digitale del governo? A questo si aggiunge il flop della sanatoria Bellanova che non ha portato manodopera».
«Secondo Coldiretti - concludono Centinaio e Bergesio - sono 25mila i posti di lavoro disponibili per la raccolta dell’uva. La nostra proposta è dare dei un voucher agricoli semplificati che consentano subito l’impiego degli italiani. A rischio ci sono 45 milioni di ettolitri di vino da produrre, il 20% del valore agricolo dell’Italia. Questo governo è un disastro: vuole davvero dare una mano all’Italia o fare solo spot per i clandestini?».
Dal ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova non è arrivata ancora una replica in merito, ma quel che è certo per il momento è che il futuro del vino italiano non è roseo per effetto della pandemia e delle difficoltà registrate dalla ristorazione in tutto il mondo per l’emergenza coronavirus: le ultime stime diffuse da Coldiretti parlano di un -4% di export, a fronte del record storico di 6,4 miliardi messo a segno lo scorso anno dalle esportazioni di vino tricolore. Il giro d’affari negativo delle vendite del vino italiano all’estero, ufficializzato con l’avvio della vendemmia 2020 lungo tutto lo Stivale, è considerato dagli operatori un’inversione di tendenza che non ha precedenti negli ultimi 30 anni.
L’analisi di mercato per la vendemmia 2020, iniziata pochi giorni fa con il distacco del primo grappolo d’uva in Franciacorta, preannuncia una produzione di circa 45 milioni di ettolitri, con una diminuzione di circa il 5% rispetto allo scorso anno. È a rischio dunque il primato mondiale italiano: si preannuncia un testa a testa per la leadership produttiva con la rivale di sempre, la Francia, per la quale è stimata una produzione fra 44,7 e 45,7 milioni di ettolitri.
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Alberto Lupini
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