Un'estate in bianco: vini da bere soli, in coppia o in compagnia

In Italia, la varietà dei vini bianchi è straordinaria, rendendo difficile scegliere. Quando ci troviamo davanti a una vasta selezione di vini senza consigli, dobbiamo seguire il nostro gusto o esplorare nuovi orizzonti . Anche per i più esperti, proprio il gusto rimane il criterio principale nella scelta del vino, sia tra i devoti alle bollicine che dei fermi

21 giugno 2024 | 15:48
di Alberto Del Giudice

Le sfumature dei vini bianchi sono infinite o quasi. Intanto se ci limitiamo all'Italia in qualsiasi regione dovessimo trascorrere le vacanze estive avremmo solo l'imbarazzo della scelta su quale vino puntare. Facciamo finta di trovarci in un locale con una carta di vini nutritissima oppure in un'abitazione con una cantina da fare invidia. Ma il sommelier o il padrone di casa non ci danno alcun suggerimento. Per scherzo, sadismo, masochismo, vai a saperlo. Non abbiamo altra possibilità che interrogare per primi noi stessi. E abbiamo due scelte possibili, entrambe legittime: seguire le nostre abitudini e gusti oppure esplorare nuovi orizzonti enoici.

Il gusto, anche per il winelover più evoluto ed esperto continua a essere il criterio di fondo nella selezione di una bottiglia, soprattutto in condizioni occasionali ed estemporanee. Ma non è solo una questione di gusto, vedi i devoti delle bollicine. In qualsiasi angolo del pianeta chiedono gli sia servita una bollicina. È una forma di feticismo? Chi lo sa. Al netto di coloro che sostengono che il vino bianco procuri loro il mal di testa, forse perché da piccoli sono incorsi in una bottiglia che sapeva di tappo e non si sono più ripresi, indossiamo i panni dell'esploratore poiché in Italia non mancano tante cose belle da vedere (incluse molte cantine) e tanti vini buoni e buonissimi da degustare (anche i rossi).

Un altro criterio di fondo ha a che fare con il tempo, anche se ben dosato durante la giornata. Champagne eccellenti, come altre bolle importanti, possono fare la loro parte in qualsiasi momento del giorno e della notte. Non tutti i giorni, non tutte le notti. Ma l'estate può indurre a qualche controllata trasgressione. In generale scandiamo il consumo di vino durante il giorno in cinque momenti: aperitivo, seconda colazione, secondo aperitivo, cena, dopocena. E ogni momento, soli, in coppia o in compagnia non andrebbe celebrato in modo frettoloso. L'ideale è che il vino lasci un bel ricordo.

Vini per l'estate: giovani, leggeri e freschi

Il bello di tanti vini bianchi sono la leggiadria e la grazia. Tutti aspetti che troviamo in un Pinot Bianco, un Trebbiano spoletino, un Vermentino ligure, uno Zibibbo secco di Pantelleria. L'elenco sarebbe molto più lungo, ma intanto con quattro varietà ci possiamo già orientare, bere e mangiare bene.

Anche seguendo un altro criterio di fondo: quello del territorio. Per esempio tra le Dolomiti, in Alto Adige, troviamo tante etichette di Pinot Bianco davvero notevoli. Il bello di questi vini è che tutti si accompagnano bene ad aperitivi, per così dire, compulsivi con taralli, noccioline, olive taggiasche, pistacchi, chips di polenta. Un aperitivo banale, ma infallibile come i primi successi dei Beatles.

Vini per l'estate: a tavola e poi pennichella in quattro calici

Qui ricordiamo un altro quartetto di vini da “Un sogno di mezza estate”. Un sogno che attraversa l'Italia dal Piemonte alle Marche fino alla Sicilia. Con un salto in Basilicata. In tutta Italia si mangia molto, anche a pranzo e ci si alza da tavola anche molto tardi. Ma se si è in ferie la giornata si allunga. Il primo calice è un Roero Arneis. Un bianco che può riservare non poche sorprese. Anche con un moderato invecchiamento. Un vino piemontese, che ben si accompagna a una trota salmonata al cartoccio.

Le Marche, il vino principe è il Verdicchio dei Castelli di Jesi. Ma mettiamolo per una volta da parte. E stappiamo un Pecorino. In Lucania troviamo malvasie piacevoli da abbinare con un risotto di mare. Quindi arrampichiamoci sull'Etna. Ma per poi tornare al mare. La bacca bianca più coltivata qui è quella del Carricante da cui si ottiene un vino floreale (fiori di zagara), fruttato (mela, ma anche note agrumate), mandorla, salinità… E per finirla un'abbondante mangiata di Polpo alla griglia.

Vini per l'estate: l'aperitivo con e senza le bolle

Vogliamo mettere un aperitivo al tramonto con un calice di vino rosato in tinta con le nuvole sull'orizzonte? È già un momento da immortalare e condividere anche online. Sulla penisola italiana troviamo tanti rosati con una versatilità gastronomica che consente di abbinarli a piatti sia di pesce sia di carne (anche una grigliata). Ma quali sono le zone più vocate? Be', il Meridione ha una lunga e quasi imbattibile tradizione con il Cerasuolo d'Abruzzo, i rosati pugliesi e quelli calabri.

Gli spumanti italiani lo scorso anno hanno sfiorato un miliardo di bottiglie vendute e anche se solo tre bottiglie su dieci sono assorbite dal mercato nostrano, le bolle sembrano godere di buona salute. E, certamente, sono la scelta preferita di molti consumatori proprio all'ora dell'aperitivo, in tutte le loro declinazioni, che siano spumanti bianchi o rosé.

Da traino fa il Prosecco, ma in gran parte del territorio italiano si producono, con il Metodo Classico, bollicine talvolta notevolissime. Le denominazioni di Alta Langa, Oltrepò, Franciacorta, TrentoDoc, giocano una forte e sana competizione. Sana, perché spinge a una sempre maggiore attenzione in direzione della qualità persino nei vini entry level. Inoltre, gli spumanti sono particolarmente versatili negli abbinamenti con i cibi consumati durante l'aperitivo serale. Dal pesce crudo al tagliere di salumi e formaggi, ai golosi cicchetti e spunciotti veneti ai finger food siciliani.

Vini per l'estate: freschezza, acidità, sapidità, mineralità, struttura

Ordinare un vino bianco che soddisfi, tanto per cominciare, tutti e quattro questi aspetti non è una mission impossible. Ma un capriccio da consolare, almeno in estate. Cinque, dieci, perché no, vent'anni. Fino a non molto tempo fa, l'Italia vitivinicola non era un paese per (bianchi) anche di mezza età. Le varietà a bacca bianca erano quasi del tutto destinate a vini di pronta beva. Non pochi produttori oggi invece sfidano con passione il fattore tempo e sono premiati sia dalle guide sia dai più appassionati e competenti amanti del vino.

Certe etichette quasi estreme sono divenute la bandiera della loro cantina perché hanno scoperto di potere ottenere vini longevi con connotati del terroir e che non maturano, ma proprio evolvono regalando a seconda dell'annata aspetti sensoriali sorprendenti. Vedi in Piemonte il Gavi e il Timorasso; nelle Marche il Verdicchio dei Castelli di Jesi; in Veneto il Lugana; in Alto Adige il Gewürztraminer; in Abruzzo il Trebbiano; in Friuli il Friulano ecc.. Insomma, anche se in tante bottiglie non troviamo vini con i sentori di cherosene e di pietra focaia del Riesling (il principe dei vini bianchi longevi), in tavola portiamo un vino con note fiorite agrumate, un'equilibrata acidità, minerale, a tratti portentoso. Un sano capriccio da versare nel calice e bere a tutto pasto.

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Alberto Lupini


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