Tenute Gregu, giovani che fanno vino secondo gli antichi saperi
Le Tenute Gregu si presentano a Roma attraverso due giovani della quarta generazione: Raffaele e Federico che riscoprono la passione per il vino dell'Isola e lo presentano abbinato ai piatti del ristorante Il Ceppo
I Gregu, agricoltori sardi, già ai primi del Novecento facevano vino in Gallura e lungo la costa dorata della Sardegna. Era una risorsa legata all'autoconsumo o alla vendita locale, modesta integrazione economica. Poi decisero di dedicarsi del tutto all'allevamento degli ovini, con produzione di pecorini, e dei maialini destinati al diventare il prelibato "porceddu" cotto a lungo sulle braci e cosparso di mirto. L'azienda era solida, ma mancava qualcosa del passato, il legame con la terra e col vigneto e i saperi accantonati dei "vecchi". Quasi un debito da onorare.
Il recupero del progetto vinicolo
E così, ai primi del nuovo millennio cambia qualcosa: Raffaele e Federico, l’ultima generazione della famiglia, accanto all'attività primaria, decidono con papà Antioco di recuperare le loro radici con un progetto vitivinicolo. Il tempo aveva permesso loro di prendere coscienza dei valori delle vigne e del loro frutto. Non in senso commerciale, perché in questo campo i ritmi della natura non fanno sconti, ma perché quella terra meritava di tornare in possesso di quella valenza qualitativa, culturale e storica per non far allontanare il vino dalla sua vera origine. Acquistano così nel 2011 50 ettari tra Telti e Calangianus, non lontano da Olbia.
La prima annata nel 2014
Nel 2014 si imbottiglia la prima annata, e la gestione della cantina è divisa tra i tre: il papà e Federico si occupano più sull'agronomico, mentre Raffaele, si occupa della gestione in cantina e del commerciale.
L’abbinamento con i piatti del Ristorante Il Ceppo
I fratelli sono venuti a raccontare tutto questo a Roma, in un incontro conviviale al Ristorante Il Ceppo di piazza Ungheria, organizzato dall’agenzia di comunicazione PR Comunicare il vino. Il menu concordato con chef, e abbinato alla loro produzione più rappresentativa, prevedeva piatti non troppo elaborati e ingredienti di qualità di stagione: Baccalà scottato al timo con patate viola e passatina di zucchine, Millefoglie di borragine con bufala affumicata e coulis di pomodoro fresco, Fettuccine di farro con porcini, finferli e mollica di ciauscolo, Coscio d’abbacchio arrostito “cacio e pepe” e patatine novelle e, come dessert, Zuppetta di vaniglia con caki e crumble di cioccolato.
Perfetto l'abbinamento con i loro vini: il Rías 2021 Docg, Vermentino di Gallura Docg, equilibrato, fresco e minerale, l'altro Vermentino Selenu Superiore Docg, elegante e setoso con sensazioni floreali e di frutta, vocato all'invecchiamento, poi il rosato Sirè 2021 color rosa tenue, cipolla ramata, con profumi intensi e fruttati di ciliegia, amarena e frutti di bosco che nasce dalla selezione in vigna delle migliori uve Cannonau e Raighinas. A seguire il Raighinas 2018, Cannonau di Sardegna Doc, rosso rubino intenso in purezza come l'altra etichetta di Cannonau, l’Anmosu Doc.
L’amore incondizionato per la vigna e la natura
Più che sul successo dei vini e del gradimento del mercato, Raffaele e Federico Gregu si sono soffermati a raccontare la loro idea di vignaioli, e il rispetto con cui operano in quel territorio fitto di boschi querce, sughere e olivastri, ancora regno di aquile reali e i mufloni e dove le brezze portano il salmastro del mare.
I Gregu, nel vigneto "ascoltano" la natura, ci convivono e ne godono i frutti ma col minimo intervento invasivo, mirato alla vera sostenibilità ambientale. E la natura risponde loro grazie alla posizione strategica dei vigneti ad una media di 500 metri sopra il livello del mare, che di fatto fa limitare l’uso dei pesticidi. Si privilegiano inerbimenti controllati, che permettono di creare un habitat favorevole alla presenza di diverse specie di insetti, soprattutto delle api. Anche in cantina si è molto attenti a limitare l’uso di solfiti, i quali mediamente si aggirano tra i 90 e 110 mg/Litro, anche sotto al valore previsto per le certificazioni bio.
«In questo contesto incontaminato ai piedi del Monte Limbara, sede dell'omonimo Parco Regionale - dicono- noi raccogliamo le uve solo quando la pianta ci comunica determinate condizioni».
La Sardegna e le sue tradizioni al centro
Tutto parla di tradizione anche in cantina per gli incontri conviviali che vi organizzano. le carni vengono fatte stagionare appese a travi di legno, nel grande focolare si preparano i cibi per gli incontri conviviali e il vino dalle botti non si prende con la pipetta ma con la "sa ruffiana" ricavata da una semplice canna tagliata secondo la funzione.
Le varietà coltivate dall’azienda sono per la maggior parte autoctone: Vermentino, Cannonau, vitigno sardo per eccellenza, e Muristellu (Bovale Sardo) e anche i vitigni internazionali di Syrah e Merlot. Il filo conduttore di tutta la produzione è "la verità", concetto condiviso dall'enologo Angelo Angioi. «Significa – dicono - rispetto e valorizzazione di ogni elemento che caratterizza un’annata. Noi siamo identitari, i nostri vini devono rispecchiare noi e il nostro territorio». Anche il sistema di allevamento è legato ai terreni secondo le esigenze varietali: per il Vermentino il tipo di allevamento è a Guyot mentre per i rossi (Cannonau, Muristellu, Carignano, Merlot e Syrah) l’allevamento è a cordone speronato. Solo una trentina di ettari è vitato, il resto è bosco e laghetti. Attualmente la produzione di 70mila bottiglie circa ma la produzione potenziale. L'85% va al mercato italiano, il resto negli States: Florida, Massachussets, Russia (Regione di Mosca)e Belgio.
Tenute Gregu
Località Giuncheddu – 07023 Calangianus (Ot)
Tel 348 0364383
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