La stagione del vino in Borgogna non inizia bene: ecco perché

Le gelate di aprile e la grandinata del 1° maggio hanno messo a dura prova i viticoltori della Borgogna, in particolare a Chablis. Ma nonostante le preoccupazioni iniziali, i danni sembrano essere localizzati e limitati

21 maggio 2024 | 16:49

L'annata 2024 non inizia nel migliore dei modi in Borgogna (Francia), uno dei territori mito per il mondo del vino. Ma anche se i viticoltori francesi sono in difficoltà, sembra che le viti resistano bene. Due settimane dopo la grandinata che ha fatto notizia a Chablis (1° maggio), il Dipartimento regionale ha fatto un primo bilancio. Prima della grandine, i viticoltori della Borgogna hanno dovuto fare i conti con le ormai ricorrenti gelate di aprile (seconda metà del mese). Sebbene le notti insonni siano state piuttosto stressanti, si è poi avuto un certo sospiro di sollievo: i danni causati erano molto localizzati, nonostante lo stato di sviluppo precoce delle viti (da 2 a 7 foglie spiegate).

Le zone più colpite dal maltempo in Borgogna

Le zone più colpite si trovano nel Chatillonnais (dedicato principalmente al Crémant de Bourgogne), dove le temperature sono scese fino a -5°C. Danni dovuti al gelo, compresi tra l'80 e il 100%, sulle parcelle viticole si sono verificati nella parte orientale della regione, dalla Senna alla valle dell'Ource. Anche i Maranges, nel sud della Côte de Beaune, hanno sofferto.

Altrove, nella Côte Chalonnaise, nel Mâconnais e nel nord della Borgogna, i danni sono stati molto limitati. Chablis, invece, ha subito notevoli danni su una parte dei suoi vigneti a causa di una doppia grandinata avvenuta il 1° maggio. Sono stati colpiti circa 1.000 ettari di vigneti, principalmente nei comuni di Fontenay-près-Chablis, Villy e La Chapelle-Vaupelteigne, ma anche a Chablis, Maligny, Beine e Lignorelles. Anche alcuni Climat di Chablis Grand Cru e Chablis Premier Cru hanno sofferto. Complessivamente si stima che 400 ettari di vigneto siano stati colpiti per oltre l'80%.

Fortunatamente, dopo due ottimi raccolti nel 2022 e nel 2023, il Vci (Volume di riserva individuale), in particolare per le denominazioni Petit Chablis e Chablis, così come per le Riserve collettive Crémant de Bourgogne, contribuirà a mitigare l'impatto di queste variazioni meteorologiche. La strada verso la vendemmia è ancora lunga , ricorda sempre il Dipartimento regionale francese, i viticoltori sanno già che nel 2024 dovranno essere costantemente vigili riguardo al meteo.

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Alberto Lupini


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