Un territorio di quasi 35mila ettari con più di 15mila vigneron, e altri 3.500 ettari divisi fra 350 entità, grandi maison o piccoli négociant. Se comprendere la Champagne, intesa come terra di produzione di uno dei prodotti più famosi del mondo, vi sembra complicato, chiedete consiglio a Pietro Pellegrini, presidente di Pellegrini Spa, distributore di vini e distillati di qualità dal 1904, che è riuscito a selezionare sei autentiche chicche di questo territorio seguendo una filosofia precisa: produzione biodinamica, vinificazione parcellare, utilizzo di botti e lieviti indigeni in prima fermentazione. “Entrare” nel suo catalogo è come fare un viaggio in Champagne.
Vigneti da cui nasce lo Champagne Jacquesson
Jacquesson, da cui tutto è cominciato
«Il nostro percorso è iniziato con
Jacquesson - esordisce Pellegrini - incontrare Jean-Hervé e Laurent Chiquet, proprietari della Maison, in un momento in cui noi stavamo cercando qualcosa di diverso dai soliti Champagne è stata una fortuna. Il loro
progetto di creare un’unica cuvée ogni anno, numerata e rappresentativa ogni volta delle diverse vendemmie, è stato qualcosa di rivoluzionario nel mondo Champagne».
Agrapart entra nel catalogo Pellegrini Spa
Il problema? Le quantità: «I volumi a noi assegnati da Jacquesson - ammette Pietro - in pochi anni non sono più bastati per soddisfare le richieste del mercato italiano». Da Jacquesson ad Agrapart il passo è stato breve. Letteralmente. «Un giorno - racconta Pietro - Jean-Hervé Chiquet mi ha detto: “Ad Avize c’è un vigneron nostro confinante che in vigna è più bravo di noi. Si chiama
Pascal Agrapart”. Non ci ho pensato due volte e Agrapart è entrato a far parte della nostra selezione».
Pouillon, maestro del Pinot Noir
Se Jacquesson non si può categorizzare in relazione a una singola varietà di uva prodotta, e Agrapart è un grande protagonista dello Chardonnay, Pouillon lo è del Pinot Noir.
Fabrice Pouillon, a Mareuil sur Ay, premier cru nella Vallée de la Marne orientale, è l’emblema del “récoltant” (il vigneron che produce e commercializza Champagne con la propria etichetta, a partire da uve provenienti esclusivamente dai suoi vigneti ed elaborate nelle sue cantine,
ndr). La sua produzione rappresenta in pieno l’idea di Champagne di
Pellegrini Spa: principi biodinamici, parcellizzazione, uso di lieviti indigeni».
Orban, grande interprete del Pinot Meunier
La terza uva fondamentale in Champagne è il Pinot Meunier. «Per questo abbiamo scelto
Francis Orban - spiega Pietro - un grande interprete di questo vitigno». Orban si trova a Leuvrigny, comune nella Vallée de la Marne occidentale, uno dei pochi comuni della Champagne dove viene coltivato quasi esclusivamente il Pinot Meunier con risultati eccezionali.
Leroy, giovane vigneron della Côte de Bar
«Rappresentare al meglio le varie zone viticole all’interno di una regione di produzione è una caratteristica primaria del nostro catalogo. Mancava un territorio altrettanto fondamentale in relazione alla geografia della Champagne: la
Côte de Bar, nell’Aube, molto più a sud e più vicino alla zona di produzione dello Chablis. La selezione non è stata facile e dopo alcune visite e diverse degustazioni la scelta è caduta su un giovane vigneron laureato enologo a Bordeaux nel 2006:
Rémy Leroy. Sentiremo presto parlare di lui».
Guiborat, piccola produzione ma di qualità
L’ultima scoperta di Pietro è stata
Guiborat, un altro grand cru della Côte des Blancs, a Cramant, altro interprete di Champagne di assoluta identità e purezza. «L’incontro con
Richard e Karine Fouquet, i proprietari della Maison, è stato casuale», ricorda Pietro. «Conosciuta la loro puntigliosa attenzione ai minimi particolari e soprattutto l’assoluta qualità della loro (purtroppo piccolissima) produzione, è stato impossibile non aggiungere questa vera e propria chicca al nostro catalogo».
Per informazioni:
www.pellegrinispa.net