Rallenta il mercato delle bollicine italiane, pesano rincari e la generazione zero alcol

Per l'osservatorio Ceves-Uni i buoni numeri registrati a fine anno 2022 non sono confermati. Calo acquisti bottiglie in Gdo e nell’e-commerce, tiene l'horeca. In Italia si stima che voleranno 70-71 milioni di tappi ma l’effetto no alcol della generation 00 si fa sentire per il primo anno in modo significativo

16 dicembre 2023 | 18:28

Si sa le feste di Natale e Capodanno fanno rima con brindisi. E brindisi significa bollicine. Ma quali saranno i consumi di spumanti per le prossime feste? Realismo, risparmio, regionalità questi potrebbero essere tre termini che illustrano la prima analisi delle stime dei consumi e acquisti di bottiglie di vini e spumanti per le prossime feste di fine anno e brindisi 2024 secondo le stime di Ovse-Ceves, l’osservatorio fondato nel 1991 alla Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. La prima constatazione è che i buoni numeri registrati a fine anno 2022 non sono confermati. A incidere sugli acqusiti gli aumenti sul mercato dettati - come dicono le imprese - dagli aumenti dei costi di produzione e distribuzione. Secondo il Ceves-Uni, al consumo si registrano aumenti sullo scaffale e nelle liste dei vini del menu dal 15 al 26%, variabili da grande distribuzione a horeca e da tipologia a tipologia. Ma comincia anche a pesare le nuove genearazioni che sono zero alcol.

Consumi di spumanti in Italia: calo nella Gdo, tiene bene l’horeca

Nel dettaglio c’è un calo di acquisti di bottiglie in Gdo e nell’e-commerce rispetto al 2022. L’Horeca mantiene ordini acquisti e prenotazioni di fine anno con abbinamenti e menu improntati al binomio vini e spumanti (bene Champagne in Italia con aumento volumi e fatturato).

Spumanti italiani: Asti e Prosecco i più amati all’estero

E all’estero? Come vanno gli spumanti italiani? Le bollicine italiane confermano un trend positivo all’estero grazie ad Asti e Prosecco: meglio in valore che in volumi. C’è un recupero delle bollicine italiane in paesi come Usa e UK e ci sono ottimi segnali in Europa, ma alcuni crolli in Asia e Oriente, con la Cina in calo. La Russia, invece, in crescita!  Nel dettaglio, durante le feste voleranno 210-215 milioni di bottiglie tricolori con rincari significativi per tutte le tipologie sia Docg che Doc, sia metodo tradizionale che metodo italiano. Super leone, come dicevamo, quasi assoluto il Prosecco Doc e il Prosecco Superiore Docg (Valdobbiadene, Conegliano, Asolo, Cartizze) con circa 180-185 milioni di tappi che volano nei fatidici 30 giorni di fine anno.

Bene anche a livello nazionale nel senso che ad un calo dei volumi si attende un fatturato maggiore (+3,4%) rispetto alle Feste 2022. In Italia si stima che voleranno 70-71 milioni di tappi a fungo durante tutte le feste per un giro di affari al consumo 712 milioni di euro.

Quali sono le bollicine più amate in Italia?

Quali sono, invece, le bollicine più gettonata in Italia? Bene Altalanga e TrentoDoc. Franciacorta mantiene lo stesso livello di vendite e prenotazioni del 2022 con prezzi molto stabili. Extrabrut e dosaggio zero sono i più gettonati. Leggera frenata, invece, per il saten e millesimata riserva di tutte le zone, ad eccezione delle solite icone come Giulio Ferrari, Anna Maria Clementi, Moretti Bellavista. Fra i super-selezionati, gli Champagne sono in crescita. Mantengono le posizioni, anche se un po’ con fatica, le bollicine regionali scoppiate negli ultimi anni anche prodotti con uve non tipiche come il Nebbiolo o Barbera o Sangiovese o Zibibbo. Il Prosecco Doc, il Valdobbiadene Docg, l’Asolo Docg e il Cartizze Docg mantengono le posizioni (+1,1%) con prezzi leggermente in crescita (+4%).

Quanti spumanti italiani si stapperanno nelle feste 2023?

Così per il fatidico brindisi al 2024 saranno circa 35-38 milioni le bottiglie stappate, in calo del 8% rispetto al 2022. Privilegiate le bottiglie fra 5 e 9 euro di prima fascia negli acquisti sullo scaffale; fra i top players la fascia più gettonata varia fra 40-50 euro in horeca. Per Capodanno prenotazioni ancora molto disponibili in ristoranti e alberghi, leggermente in ritardo (circa 20%) rispetto allo scorso anno. Si segala anche un calo dei consumi nelle feste pubbliche e organizzate in strada: l’effetto no alcol della generation 00 si fa sentire per il primo anno in modo significativo.

Bollicine: c’è realismo negli acquisti del 2023

«Abbiamo constatato più realismo negli acquisti e nei consumi che euforia, dopo anni di crescita – commenta Giampietro Comolli, presidente dell’Osservatorio e del Centro Studi Ceves-Uni - Segnale che richiama più attenzione istituzionale, più managerialità nei consorzi, più addetti esperti nelle imprese per un paese “enologico” come l’Italia. Il vino fa parte della nostra antica cultura. Perdere il rapporto anche occasionale e la stagionalità dei consumi è un segnale che va di pari passo con altri anche più importanti. Soprattutto se deriva da un modello di vita che sta emergendo.  È la espressione di un forte cambiamento guidato dai giovani dalla generazione 00 e da un aumento di infedeltà e cambio degli acquisti obbligati. Privilegiato il tempo libero e lo svago più che il consumo diretto».  

I consumatori intervistati (non sempre gli stessi tutti gli anni) sono lapidari e omogenei nelle risposte indipendentemente dalla disponibilità economica, dalla passione, dalla età: «l’aumento di prezzo allo scaffale di etichette che erano abbordabili ad un prezzo medio riconosciuto e sostenibile dal consumatore determina una riduzione dei volumi». Anche la “fascia medio-alta” è quella che risente di più per i consumi di fine anno.

Spumanti e fatturato: il bicchiere è mezzo pieno

In ogni caso per le aziende il bicchiere appare mezzo pieno: il fatturato aziendale e/o distrettuale (territori consortili) registra un + 3/6% di aumento del fatturato con consumi in calo soprattutto su vini rossi fermi. Meglio vini bianchi e vini spumanti. Rosati stabili. In controtendenza rispetto a Francia, Spagna e Germania dove c’è un calo dei consumi a fronte anche di prezzi allo scaffale più stabili se non in ribasso. In gdo c’è stato un aumento dei prezzi maggiori sulle etichette di primo prezzo rispetto ai grandi marchi. Questo ha determinato un calo dei volumi (3-4%) proprio nella fascia vini&bollicine con prezzi sotto i 7 euro a bottiglia. Le eccezioni sono fra i grandi marchi e le grandi case vinicole italiane che evidentemente per politiche ed economie di scala hanno contenuto gli aumenti intorno al 10-12% sullo scaffale, a eccezione delle promozioni e dei contratti ai grossisti.

L’estero tiene il passo con qualche forte calo, ma gli acquisti di fine anno sono in crescita. È il primo anno, dopo 15 anni di continua e ininterrotta crescita che si riscontra qualche passo negativo: a fronte di volumi costanti per le bollicine i vini fermi, soprattutto rossi, sono ancora in calo come consumo di fine anno. Un dato che colpisce perché in Francia Spagna e Germania succede il contrario dove si registra un maggiore calo dei consumi anche a fronte di prezzi stabili o ribassati o contenuti. In ogni caso all’estero - in generale - il consumo e il fatturato globale nazionale sono in calo fra il 2 e il 2,1 % rispetto al 2022.   

«È importante nelle stime e analisi avere calma e realismo e raffrontare i dati con le serie storiche (chi le possiede!) prima di buttare numeri a caso – conclude Giampietro Comolli - Sondaggi e indagini aiutano ma non sono definitivi. L’informazione su bolle di consegna e fatture pagate sono le più vere e sincere dell’andamento di mercato. Ovse ha una esperienza in materia dal 1991 e questo aiuta nel fare time attendibili. Purtroppo, la generazione Zero è quella che manca quasi totalmente nell’elenco di consumatori italiani ed europei. Va un po’ meglio nei paesi “neofiti o immaturi” consumatori di vino. I diciottenni e ventitreenni bevono molto occasionalmente e solo a feste e ai bar, bevono di tutto senza scelte fisse».

Spumanti, quali prospettive per il futuro?

E dunque cosa aspettarsi per il futuro? La questione consumo procapite, consumo misurato, non consumo e consumo giovanile devono essere oggetto di attenta valutazione e considerazione. La questione non si deve liquidare con una scritta sull’etichetta, ma occorre un programma di conoscenza, informazione e formazione.

La generazione 00 non consuma alcol in generale, giustissimo. Totalmente diversa dalla generazione degli anni ’80 e i millennials che hanno contribuito ad una crescita forte della passione e dell’interesse per cucina, nutrizione, vino. Da qui anche etichette chiare e complete ma senza speculazioni, senza negazione a priori. «Perché non prevedere un tavolo progettuale fisso cofinanziato da Oms, Ocm, Ue e vari ministeri agricoltura, salute, istruzione, educazione di paesi produttori?», suggerisce Comolli.

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Alberto Lupini


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