Se in un anno particolarmente difficile qual è stato il 2020, anche grazie al successo immediato del Prosecco Rosé, si era registrata una crescita che portava la Denominazione a varcare la soglia del mezzo miliardo di bottiglie, i dati relativi all’anno appena concluso testimoniano un ulteriore balzo compiuto dalla denominazione guidata da Stefano Zanette che, con un +25,4%, sfonda il tetto dei 6oo milioni di bottiglie. Un autentico record!
I dati
Per la precisione si tratta di 627,5 milioni di bottiglie di Prosecco DOC di cui ben 71,5 milioni nella versione Prosecco DOC Rosé, ma il dato più interessante è probabilmente quello relativo alla valorizzazione della singola bottiglia che all’export, in dollari americani, ha superato il 4%.
L’obiettivo, consolidare il successo della denominazione
«Dopo dieci anni entusiasmanti - ha spiegato il presidente Zanette - il nostro obiettivo è di consolidare il successo della Denominazione, il che significa progettare il futuro dell’intera filiera con uno sguardo attento ai consumatori, al territorio e alle sue comunità, coinvolgendo attivamente, nella sua realizzazione, l’intero sistema produttivo e non solo».
Prosecco Doc il presidente Stefano Zanette
Il pilastro del consorzio: sostenibilità a 360 gradi
I pilastri sui quali si incentra la politica di Zanette, fin dal suo primo mandato nel 2012, si sviluppano compatti sul tema della sostenibilità a 360 gradi - da quella ambientale a quella economica e sociale - accompagnata dalla ferrea volontà di far sì che alla crescita in volume corrispondesse una crescita dei valori, e non solo in senso economico. Tutela e promozione restano i due grandi ambiti d’azione nei quali agisce il consorzio. Con l’aumentare della notorietà della denominazione favorita dall’intesa attività promozionale a livello globale si è registrata una crescita dei tentativi di imitazione e quindi la battaglia alla contraffazione si è fatta sempre più ardua.
Promozione: un impegno non banale
«In tema di promozione l’impegno appare non banale – ha spiegato il direttore generale Luca Giavi – Si tratta di un lavoro di tessitura, oserei dire di traduzione in un linguaggio adatto al grande pubblico, di un corredo valoriale che appartiene al territorio e nel quale la comunità veneta così come quella del Friuli Venezia Giulia vorremmo si riconoscessero sempre più profondamente. Valori umani universali come leggerezza, immediatezza, cordialità, convivialità, accoglienza, qualità che facilmente i consumatori di tutto il mondo riconoscono alle nostre produzioni».
La lotta contro il prosek
Nel frattempo prosegue serrata la "lotta" contro il Prosek, che i croati stanno cercando di spingere. Ma il Prosecco ha una sua identità che non può essere assolutamente confusa. Non si tratta soltanto di scongiurare la confusione sui mercati, ma di salvaguardare un diritto identitario.