Terra del vino da sempre, l’Oltrepò Pavese vanta una storia medievale di feudi di cui esiste ancora evidente traccia fra castelli, torri e borghi e anche nell’impostazione sociale. Ad un’ora di distanza dalle grandi città del lavoro (e dai loro aeroporti) è sempre più il territorio ideale per il turismo esperienziale e per fare smart-working: due modi per viverlo che hanno una matrice comune, quella di scoprire eccellenze enogastronomiche attraverso itinerari “slow” in bici (o e-bike), a piedi e a cavallo.
Terra di identità enogastronomiche e di materie prime da sempre fonte di ricchezza per il tessuto contadino come grano, frutta, carne, con tipicità e prodotti autoctoni di qualità eccellente, l’Oltrepò Pavese vanta un paniere di più di 100 prodotti distintivi, come la Dop del Salame di Varzi che registra sempre il segno “più” ogni anno. E poi il peperone di Voghera, la zucca berrettina, le patate di montagna, i formaggi della valle Staffora, il miele, lo zafferano, il tartufo nero, la ciliegia di Bagnaria e la Pomella genovese...
Enoturismo
E la viticoltura qui non ha certo un ruolo secondario. In questa terra di 13mila ettari vitati, essa rappresenta una ricchezza e una storia, anche una tradizione, che eleva questo “grappolo” della cartina della Lombardia e lo proietta nel grande mondo del vino italiano, con un’attenzione sempre più percepita anche a livello internazionale. Il vino, oggi più che mai, in Oltrepò Pavese è un motivo di attrazione importante.
Oltrepò Pavese
I fattori del suo crescente successo sono diversi. Prima di tutto la nuova apertura di queste valli verso il mondo esterno e poi la costante crescita di qualità e attenzione nel valorizzare le sue perle, vini da vitigni generosi che sanno accompagnare ogni momento di consumo e ogni menu, non solo quello tipico dell’Oltrepò Pavese ma anche quelli internazionali, perché eclettici e splendidi da abbinare.
Pensiamo innanzi tutto al Pinot nero per il metodo Classico Docg e per la versione in rosso, che qui trova espressione unica e identitaria distinguendosi con determinazione, nonostante si parli di un vitigno internazionale (fortuna e delizia di regioni ultra-storiche come la Borgogna e la Champagne in Francia). E poi anche Riesling (sempre più renano) e Croatina per la Bonarda Doc ma anche per affascinanti blend di successo come il Buttafuoco Doc, elevato dai produttori del Club dello “storico”, e il Sangue di Giuda Doc, il rosso dolce dell’Oltrepò Pavese che ha definitivamente conquistato i palati internazionali e continua a viaggiare nel mondo del vino con un successo sempre più in crescita.
Oltrepò Pavese
La ricchezza vitivinicola dell’Oltrepò Pavese è un mix di innumerevoli realtà produttive, denominazioni importanti e una Docg (il Pinot nero metodo Classico Oltrepò Pavese) che sta caratterizzando il suo rinascimento, faticosamente raggiunto dopo anni di oblio. I 13mila ettari di vigneti coltivati a Pinot nero (qui troviamo i più grandi produttori di Pinot nero in Italia, terza area produttiva mondiale), Riesling, Croatina, Barbera, Moscato, ecc., sono un disegno di storia e geografia insieme che disegnano un futuro importante non solo dal punto di vista enogastronomico e della biodiversità, ma anche del turismo associato a questi elementi.
Borghi storici, natura e biodiversità
Museo a cielo aperto, le colline sono tutte dominate da un versante all’altro da torri e castelli. Sono circa 100 i punti di presidio e osservazione. Ci sono alcuni musei come quello di Zavattarello; molti sono privati, ma tengono alta la bandiera delle visite d’arte nei borghi storici (tra i più belli d’Italia con Varzi, Fortunago e Zavattarello appunto), che i turisti anche stranieri sono tornati a frequentare.
Escursioni in bicicletta
Per chi ama mettersi in cammino l’Oltrepò Pavese è anche sulle direttrici di alcune vie storiche come la Via del Sale e di San Colombano, quella degli Abati e così via. Vino, cibo, storia, ma non solo: l’Oltrepò Pavese è anche escursionismo con i 100 sentieri mappati dalla Comunità Montana, frequentati da 5mila camminatori all’anno e da biker con 700 km di rete escursionistica. La biodiversità dell’Oltrepò Pavese è spesso documentata dai social, dove spopolano gli scatti delle colline vitate e dei campi di lavanda, di girasoli, di grano: immagini che evocano una reale biodiversità con 94 specie di uccelli e 200 di farfalle. L’Unione europea ha voluto riconoscere e premiato la biodiversità di questo territorio grazie a 3 siti di interesse comunitario come Monte Alpe, Monte Lesima e Pietra Corva, dove si trova un giardino alpino botanico fulcro della biodiversità del territorio.
Brindisi in cantina Travaglino
E poi c’è il buio! L’Oltrepò Pavese è biodiverso anche per l’intensità del suo buio notturno che permette di osservare la volta celeste, anche ad occhio nudo, come da nessuna parte in Italia e in poche altre zone in Europa. A Cà del Monte, la comunità montana dell’Oltrepò Pavese ha un proprio osservatorio e planetario astronomico che, grazie ad un contributo della Fondazione Cariplo, rappresenta uno dei primi 5 planetari d’Italia, digitale e di ultima generazione.
Degustazioni delle guide enologiche presso la sede del Consorzio
Nei mesi estivi il Consorzio tutela vini Oltrepò Pavese ha organizzato come di consueto diverse degustazioni nella sede di Riccagioia a Torrazza Coste (Pv). Più di mille le etichette di Oltrepò Pavese degustate dagli esperti delle guide di settore attraverso un’organizzazione minuziosa, al limite del rituale, condotta dalla segreteria del Consorzio con quella del Distretto dei vini di qualità. Il sommelier responsabile della mescita è stato Fabrizio Morandi Lisi con l’organizzazione e la catalogazione curata da Gaia Servidio e Mila Pifferi. Il percorso di degustazione delle guide enologiche si è concluso con gli esperti di Falstaff e di Sparkle dopo le attività svolte dai degustatori di ViniBuoni d’Italia (sezione autoctoni), Wines Critic, Doctor Wine e Gambero Rosso. In generale molto positive le reazioni dei degustatori che hanno segnalato in crescita la qualità media dei vini degustati, soprattutto per le categorie metodo Classico e Riesling.
Il 26 settembre un evento dedicato al Pinot nero
Una terra a sud della Lombardia, con dolci colline, antichi borghi e verdi vitigni: questo è l’Oltrepò Pavese, dal fascino incantevole e da sempre vocato alla produzione di vino, grazie alle caratteristiche uniche del suolo, al clima particolare, ma anche all’intraprendenza delle aziende, per lo più a gestione familiare. E proprio in Oltrepò ha preso piede la coltivazione dell’enfant terrible dei vitigni, il Pinot nero, che in questo territorio riesce ad esprimere appieno le sue grandi potenzialità e la sua doppia anima: quella della raffinata bollicina metodo Classico e quella pregiata della vinificazione in rosso.
Pinot nero
Dopo il successo della prima edizione, lunedì 26 settembre 2022 nell’Antica Tenuta Pegazzera a Casteggio (Pv) torna l’appuntamento con “Oltrepò - Terra di Pinot nero. Un territorio, un vitigno, due eccellenze”. L’evento, coordinato dal Consorzio tutela vini Oltrepò Pavese, è dedicato alla scoperta di questo grande vitigno e vedrà la partecipazione di 34 cantine del territorio, che presenteranno le loro eccellenze durante un “walk around tasting”. Sono inoltre in programma due masterclass dedicate al Pinot nero metodo Classico e al Pinot nero vinificato in rosso, condotte da Chiara Giovoni e da Filippo Bartolotta, due comunicatori del vino riconosciuti a livello internazionale. L’evento è riservato alla stampa e agli operatori del settore. Per informazioni: www.terradipinotnero.it.
Credito foto del servizio: Anglisani - Bike Division - Consorzio tutela vini Oltrepò Pavese