Le paure del vino italiano per il 2023: costo del vetro e prezzi congelati

Il prezzo del vetro nel 2023 aumenterà ancora del 20%, dopo il +48% del 2022. In aggiunta, la grande distribuzione chiede una moratoria sui prezzi per almeno 6 mesi. Due condizioni insostenibili secondo Uiv e Federvini

22 dicembre 2022 | 16:53

Il 2022, nonostante i buoni risultati, è stato un anno complesso per il mondo del vino. Complessità che non sembrano volersi attenuare nemmeno in vista del 2023. Il nuovo anno, infatti, si aprirà con un nuovo aumento dei prezzi del vetro: è di circa il 20% l’ulteriore incremento chiesto dai fornitori di bottiglie in aggiunta al surplus (48%) già riscontrato nel 2022 rispetto all’anno precedente. 

Non solo. «A valle della filiera - spiegano Federvini e Uiv, Unione italiana vini - la grande distribuzione resiste ad ogni ritocco di listino e, in questi giorni, sta chiedendo una moratoria sui prezzi per almeno 4-6 mesi. Una richiesta insostenibile, considerando che già nel 2022 le aziende del vino hanno assorbito gran parte dei forti aumenti di energia e materia prime: oggi continuare così significa perdere marginalità e redditività». 

Secondo l’elaborazione dei dati Istat da parte delle 2 organizzazioni italiane del settore, nel corso del 2022 il mondo del vino ha registrato aumenti dei listini molto contenuti nella grande distribuzione (non oltre il 6,6% di media), quindi largamente sotto gli attuali livelli di inflazione e molto inferiori rispetto a quasi tutti i comparti dell’agroalimentare del Belpaese. Un deficit, questo, a cui si aggiunge il contestuale decremento volumico della domanda di vino presso la grande distribuzione nei primi 11 mesi dell’anno (-6%).

Il mondo del vino e le preoccupazioni per il 2023 

«In questo modo siamo tra l’incudine e il martello - dichiara Micaela Pallini, presidente di Federvini - ci chiedono di accettare aumenti anche del 20%-25%, come quello del vetro, che soprattutto oggi ci sembra ingiustificato visto che i prezzi energetici al momento sembrano sotto controllo, però vorrebbero che i nostri prezzi finali rimanessero invariati. È evidente che questa combinazione non può assolutamente funzionare e mette a rischio migliaia di piccole e medie aziende, dopo due anni di bassa redditività e costi crescenti». 

Per il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi: «La congiuntura che va sempre più delineandosi minaccia da vicino un settore come il nostro. Siamo a cavallo tra un’escalation dei prezzi alla produzione, un minor potere di acquisto da parte dei consumatori, con storici partner - come la grande distribuzione e l’industria del vetro - che mostrano rigidità poco costruttive. Sarebbe invece importante potersi concentrare tutti assieme su possibili soluzioni». 

 

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Alberto Lupini


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