Oltrepò, terroir di vino e biciclette: al Giro d’Italia le eccellenze del territorio
Eventi e masterclass per avvicinare gli appassionati della Corsa Rosa al territorio dell’Oltrepò Pavese e alle sue specialità enogastronomiche proprio in coincidenza con l’avvio della stagione enoturistica
15 giugno 2021 | 09:30
Un Giro così, di perle d’Oltrepò Pavese, non s’era mai visto. È il menu messo in scena dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese che ha collaborato in ogni modo per dare un segnale di importante coinvolgimento sul territorio, sotto tutti i punti di vista, per sfruttare al meglio l’occasione del Giro d’Italia che, dopo 27 anni, ha fatto tappa nel cuore dell’Oltrepò, a Stradella. Terra di vino e di ciclismo, da sempre, terra di pane e salame (quello di Varzi Dop), di incroci di culture e di gastronomia, guarda caso sull’antica Via del Sale, ma anche quella di San Colombano, dei Malaspina e degli antichi feudatari, di una storia di incroci commerciali, di gente che lavora in silenzio e produce, in un territorio bellissimo e ancora molto autentico, l’Oltrepò Pavese ha avuto la sua ribalta mediatica potente e spontanea, perfettamente identitaria per un territorio che vuole proporsi anche come esperienza indimenticabile attraverso l’enoturismo.
Il ciclismo “top”, quello delle grandi corse a tappe, oggi eventi multinazionali di grande impatto comunicativo, ha fatto brindare un territorio “divino” riaccendendo le luci sul suo potenziale attraverso sette giorni di eventi di degustazione e fissando in sette piccoli comuni, attrezzati come autentici salotti del vino en plein air, attraversati dal finale di tappa della Rovereto-Stradella (18ª frazione del Giro 2021) per promuovere l’accoppiata bicicletta-enogastronomia.
Sette giorni di eventi, tappa dopo tappa, più il gran finale di Stradella, muovendosi proprio come per un Giro di Perle d’Oltrepò Pavese, il mondo del vino dell’Oltrepò ha mostrato la sua bellezza sul palcoscenico della natura: «Abbiamo portato le masterclass, guidate quasi sempre da Mauro Giacomo Bertolli e Francesca Fiocchi, nelle piccole e belle piazze dei Comuni di quello che sarà per sempre un circuito da precorrere a piedi, in bici o in moto, forse anche a cavallo, per gustare lentamente tutto il buono e il bello dell’Oltrepò Pavese», ha sottolineato il direttore del consorzio Carlo Veronese. «Siamo stati sì partner nell’ambito di “Oltrepò in Giro”, ma soprattutto siamo stati il cuore sensoriale di questo tour di eventi organizzato dal Comitato di Tappa del Giro d’Italia, proponendo un’inedita attività di tasting (masterclass) dei prodotti eccellenza enologica del territorio in luoghi insoliti, ma bellissimi, perfettamente adatti alla ripartenza perché all’aria aperta, invitando la stampa di settore, gli esperti, i vignaioli e la gente comune ad avvicinarsi a questo mondo e “degustarlo” con attenzione, rispetto e passione. Tutti elementi che il mondo del vino ha in comune con il ciclismo. Il risultato è stato ottimo, oltre le aspettative».
Sette giorni di promozione del vino e del territorio dell’Oltrepò Pavese nei sette comuni attraversati dal finale della Corsa Rosa, una festa continua durata una settimana: Oltrepò in Giro ha tinto di rosa le colline del vino per rilanciare la denominazione del vino in abbinamento al Grana Padano Dop. Per una ripartenza all’insegna della natura, dello sport, dell’enoturismo. Una festa dell’energia e del gusto.
Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese ha servito con i ragazzi dell’istituto Alberghiero Santa Chiara 1.500 calici di vini a denominazione in rappresentanza di ben 42 etichette per le masterclass “Perle d’Oltrepò”, più 70 etichette in assaggio nelle sette giornate al punto Welcome Wine dei vari comuni: Zenevredo, Montù Beccaria, Broni, Cigognola, Montescano. A Stradella nel villaggio Hospitality non si sono contati i calici di Cruasé e di bollicine Docg che hanno contribuito a rendere magica l’atmosfera dell’arrivo.
L’offerta vitivinicola delle cantine dell’Oltrepò Pavese diventa così uno strumento per raccontarne il territorio e la sua identità, parlando ad un vasto pubblico: «In un periodo in cui, a causa delle restrizioni pandemiche, sono mancate le principali fiere di settore - ha detto Carlo Veronese, direttore del consorzio - è importante creare nuove occasioni di incontro con gli operatori e nuove forme di coinvolgimento per dialogare con un pubblico diverso e sempre più ampio».
Per l’Oltrepò del vino e della gastronomia è stata un’occasione unica per presentarsi con tutte le sue eccellenze ad un pubblico molto vasto e non per forza già informato, poiché l’Oltrepò Divino si è aperto solo di recente ad un turismo di appassionati del mondo del vino e del cibo in cerca di nuove esperienze. In una terra che è sempre stata considerata come terra di passaggio e dove invece è proprio bello fermarsi.Incrocio di culture e di biodiversità, l’Oltrepò del vino, che curiosamente è disegnato sulla cartina geografica a forma di grappolo, vanta una biodiversità invidiabile che ha fatto ancora una volta la differenza. L’Oltrepò vanta quattro valli orientate secondo la direttrice Sud-Nord: Valle Staffora, Valle Coppa, Valle Scuropasso e Valle Versa. Esse collegano il clima mediterraneo marino della Liguria a quello più continentale della Pianura Padana. Un “serpentone” di tipicità che facilmente è assimilabile alle maglie colorate dei campioni del giro, sbucate sulle colline preappenniniche in un pomeriggio bellissimo di fine maggio, che resteranno nel cuore della gente per tanto tempo. Un luogo dove ritornare.
Foto del servizio: MDidier / Enzo Trento / Bikedivision
Per informazioni: www.consorziovinioltrepo.it
Il ciclismo “top”, quello delle grandi corse a tappe, oggi eventi multinazionali di grande impatto comunicativo, ha fatto brindare un territorio “divino” riaccendendo le luci sul suo potenziale attraverso sette giorni di eventi di degustazione e fissando in sette piccoli comuni, attrezzati come autentici salotti del vino en plein air, attraversati dal finale di tappa della Rovereto-Stradella (18ª frazione del Giro 2021) per promuovere l’accoppiata bicicletta-enogastronomia.
Obiettivi: fare formazione e promuovere le eccellenze del territorio
Aspettando la 104ª Corsa Rosa mentre tutte le attività in Italia ripartivano, a maggio, il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese ha voluto affermare e realizzare due obiettivi principali, come ha spiegato la presidente Gilda Fugazza: «Fare formazione, con il coinvolgimento appassionato della scuola alberghiera Istituto Santa Chiara di Stradella, Voghera e Tortona, e promuovere le “Perle d’Oltrepò”, con le tipicità del territorio che sanno accompagnare un racconto dall’antipasto al dolce, un racconto coinvolgente che parla di territorio. È sempre la vigna delle nostre colline a parlare, emozionando con le sue molteplici identità, punto di forza del nostro Consorzio».Sette giorni di eventi, tappa dopo tappa, più il gran finale di Stradella, muovendosi proprio come per un Giro di Perle d’Oltrepò Pavese, il mondo del vino dell’Oltrepò ha mostrato la sua bellezza sul palcoscenico della natura: «Abbiamo portato le masterclass, guidate quasi sempre da Mauro Giacomo Bertolli e Francesca Fiocchi, nelle piccole e belle piazze dei Comuni di quello che sarà per sempre un circuito da precorrere a piedi, in bici o in moto, forse anche a cavallo, per gustare lentamente tutto il buono e il bello dell’Oltrepò Pavese», ha sottolineato il direttore del consorzio Carlo Veronese. «Siamo stati sì partner nell’ambito di “Oltrepò in Giro”, ma soprattutto siamo stati il cuore sensoriale di questo tour di eventi organizzato dal Comitato di Tappa del Giro d’Italia, proponendo un’inedita attività di tasting (masterclass) dei prodotti eccellenza enologica del territorio in luoghi insoliti, ma bellissimi, perfettamente adatti alla ripartenza perché all’aria aperta, invitando la stampa di settore, gli esperti, i vignaioli e la gente comune ad avvicinarsi a questo mondo e “degustarlo” con attenzione, rispetto e passione. Tutti elementi che il mondo del vino ha in comune con il ciclismo. Il risultato è stato ottimo, oltre le aspettative».
Un “Giro di Perle d’Oltrepò Pavese” attraverso 7 comuni
Gli eventi di degustazione ad invito, accompagnati sempre da un racconto e un assaggio di Grana Padano Dop, hanno disegnato giorno dopo giorno la storia e il paesaggio di 7 comuni: Zenevredo (giornata dell’OP Metodo Classico Pinot nero Docg), Montù Beccaria (Pinot nero Doc vinificato in rosso), Broni (Barbera Doc), Cigognola (Docg Cruasé), Canneto Pavese (Buttafuoco Doc), Castana (Bonarda Doc), Montescano (Riesling Doc). Il menu comprendeva: arrivo al villaggio di “Oltrepò in Giro” con colazione e partenza del giro in e-bike, accoglienza con un punto “Welcome Wine” del Consorzio dove testare etichette del territorio, risotto organizzato dall’istituto Santa Chiara, ogni giorno un’interpretazione diversa con base vino OP, e gran finale con la masterclass, degustazione di 6 vini a denominazione, ogni giorno etichette diverse, per realizzare il “Giro di Perle d’Oltrepò Pavese”. L’unica giornata da recuperare a causa del maltempo è stata quella di Canneto Pavese (giornata dell’OP Buttafuoco Doc), che gli organizzatori fisseranno nuovamente a settembre 2021.Sette giorni di promozione del vino e del territorio dell’Oltrepò Pavese nei sette comuni attraversati dal finale della Corsa Rosa, una festa continua durata una settimana: Oltrepò in Giro ha tinto di rosa le colline del vino per rilanciare la denominazione del vino in abbinamento al Grana Padano Dop. Per una ripartenza all’insegna della natura, dello sport, dell’enoturismo. Una festa dell’energia e del gusto.
Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese ha servito con i ragazzi dell’istituto Alberghiero Santa Chiara 1.500 calici di vini a denominazione in rappresentanza di ben 42 etichette per le masterclass “Perle d’Oltrepò”, più 70 etichette in assaggio nelle sette giornate al punto Welcome Wine dei vari comuni: Zenevredo, Montù Beccaria, Broni, Cigognola, Montescano. A Stradella nel villaggio Hospitality non si sono contati i calici di Cruasé e di bollicine Docg che hanno contribuito a rendere magica l’atmosfera dell’arrivo.
Un’iniziativa per rilanciare il territorio puntando sull’enoturismo
L’iniziativa è stata pensata per la promozione del territorio proprio in coincidenza con l’avvio della stagione enoturistica, e ha promosso un contatto diretto con e sul territorio per approfondire la conoscenza e la cultura enogastronomica di questa terra all’incrocio tra 4 regioni - Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna - che si sta rilanciando anche attraverso il turismo di prossimità ed esperienziale. Le masterclass di Oltrepò in Giro avvicinano operatori del settore e appassionati alle proposte enologiche dell’Oltrepò “Divino” per diventare polo di attrazione turistica regionale e nazionale. In attesa della ripresa degli eventi internazionali di promozione del mondo del vino.L’offerta vitivinicola delle cantine dell’Oltrepò Pavese diventa così uno strumento per raccontarne il territorio e la sua identità, parlando ad un vasto pubblico: «In un periodo in cui, a causa delle restrizioni pandemiche, sono mancate le principali fiere di settore - ha detto Carlo Veronese, direttore del consorzio - è importante creare nuove occasioni di incontro con gli operatori e nuove forme di coinvolgimento per dialogare con un pubblico diverso e sempre più ampio».
Per l’Oltrepò del vino e della gastronomia è stata un’occasione unica per presentarsi con tutte le sue eccellenze ad un pubblico molto vasto e non per forza già informato, poiché l’Oltrepò Divino si è aperto solo di recente ad un turismo di appassionati del mondo del vino e del cibo in cerca di nuove esperienze. In una terra che è sempre stata considerata come terra di passaggio e dove invece è proprio bello fermarsi.Incrocio di culture e di biodiversità, l’Oltrepò del vino, che curiosamente è disegnato sulla cartina geografica a forma di grappolo, vanta una biodiversità invidiabile che ha fatto ancora una volta la differenza. L’Oltrepò vanta quattro valli orientate secondo la direttrice Sud-Nord: Valle Staffora, Valle Coppa, Valle Scuropasso e Valle Versa. Esse collegano il clima mediterraneo marino della Liguria a quello più continentale della Pianura Padana. Un “serpentone” di tipicità che facilmente è assimilabile alle maglie colorate dei campioni del giro, sbucate sulle colline preappenniniche in un pomeriggio bellissimo di fine maggio, che resteranno nel cuore della gente per tanto tempo. Un luogo dove ritornare.
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