Il nuovo percorso che il Consorzio Tutela Valcalepio ha iniziato tramite il neodirettivo insediato un paio di mesi fa, avrà alcuni fondamentali obiettivi da perseguire tra i quali l’adozione del nuovo disciplinare di produzione riservato alla Dop Valcalepio. Stesura affidata alla dottoressa Monica Faccincani, dietro precise indicazioni della commissione tecnica, dopo ampie e condivise assemblee consortili. Prima di affrontare le motivazioni che hanno portato alla necessità di questo cambio, è opportuno approfondire cosa è un Disciplinare di Produzione. Se è vero che la valorizzazione dei prodotti tipici, proprio in virtù sia dei loro legami economici, ambientali, culturali, simbolici con il territorio, e per il carattere di “bene collettivo” che presentano, può offrire maggiori potenzialità di esercitare effetti positivi per i produttori di quella Dop, doveroso non dimenticare che la certificazione necessaria determina per i produttori che decidono di seguire queste regole, una importante impegno escludendo fin da subito la possibilità di utilizzare produzioni al di fuori del territorio delineato.
Un vigneto di Ubiale Clanezzo in provincia di Bergamo
La tracciabilità e la sicurezza dei vini Dop: una garanzia per i consumatori
Tutto sembra collegato, quindi, a un valore di stampo economico e troppe volte viene, invece, dimenticata la fondamentale garanzia che viene fornita di riflesso ai consumatori quando un produttore decide di seguire determinate regole prima condivise e poi scritte. Vantaggi ricollegabili a concetti di tracciabilità e sicurezza per il consumatore. Il messaggio è chiaro: se compri un vino a denominazione di origine sai cosa compri, da dove proviene, come è fatto e hai una garanzia legata al prodotto maggiore rispetto a quella dei vini generici. Tutti fattori che vanno a ricoprire una rilevanza non indifferente in momenti nei quali il pubblico vuole sempre più essere assicurato di cosa sta acquistando.
Non dobbiamo poi dimenticare l’importanza rivestita dai vini del territorio certificati visto che portano con sé un bagaglio di valori intrinseci che ne rendono più facile la vendita sul territorio stesso, sia per l’appeal che hanno sul pubblico di turisti sia per la tradizione che rivestono per il pubblico domestico. Tornando al Disciplinare di Produzione quindi questo altro non è che la raccolta da parte del legislatore delle regole di produzione. Il Disciplinare di Produzione infatti difatti è uno standard volontario di qualità di prodotto creato a livello locale da una comunità di produttori, che elaborano regole nell’ambito di un quadro normativo di riferimento dettato dall’Autorità pubblica dove vengono fissate le regole da rispettare nel processo produttivo e nelle caratteristiche del prodotto finale, oltre che la delimitazione dei confini della zona di produzione ammissibile.
La domanda che ci dobbiamo allora porre è: dobbiamo forse pensare che l’impegno necessario per produrre vini Dop nel rispetto delle regole stabilite dal Ministero e raccolte nei disciplinari di produzione, a tutela esclusiva del consumatore, sia un peso troppo eccessivo per alcuni produttori? Non sarebbe più onesto ammettere che è più facile rimanere fuori dal sistema e avere così “mani libere”, piuttosto che tentare di giustificarsi raccontando che i disciplinari di produzione vietano le libere interpretazioni?
Consorzio Tutela Valcalepio
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