Nasce l'Asti Docg Rosé, un “matrimonio” tra Moscato d'Asti e Brachetto
Le due varietà aromatiche concorreranno alla produzione della nuova tipologia di spumante rosato. Se ne è discusso a Santo Stefano Belbo in occasione di un incontro tra Associazione comuni del Moscato e Consorzio di Tutela
Asti Docg rosé. Non è un errore, ma la novità emersa il 19 dicembre dall'Assemblea dell'Associazione Comuni del Moscato, a Santo Stefano Belbo (Cuneo). Due i prodotti che concorrono alla creazione della nuova tipologia, di cui si discute in realtà sin dal 2017 in Piemonte: Moscato d’Asti e Brachetto. Se l'iter burocratico non dovesse subire intoppi, la nuova tipologia potrebbe iniziare ad essere prodotta dalla vendemmia 2024 nelle versioni Demi Sec, Dry, Extra Dry, Brut, Extra Brut, Brut Nature/Pas Dosé e Metodo classico. Andando a rimpolpare gli oltre 100 milioni di bottiglie prodotti annualmente della Docg astigiana.
"Matrimonio" tra Moscato d'Asti e Brachetto: ecco l'Asti Docg Rosé
Alla riunione hanno partecipato i vertici e alcuni produttori del Consorzio di Tutela dell'Asti e del Moscato d'Asti, responsabili della modifica del disciplinare di produzione dell'Asti e dell'introduzione dell'Asti Rosé. L’Assemblea ha discusso il tema "Asti Rosé" a fronte delle discussioni scaturite tra i produttori ed è giunta al tavolo di lavoro di Santo Stefano Belbo «per una volontà di chiarimento e di approfondimento delle parti». Il presidente del Consorzio, Lorenzo Barbero, e il direttore Giacomo Pondini, insieme al vicepresidente Stefano Ricagno, hanno ripercorso con i presenti tutti i passaggi di modifica introdotti nel disciplinare. «Un progetto - spiega l'Associazione Comuni del Moscato - che parte dall’interesse di diverse grandi aziende di puntare su questo nuovo prodotto, recepito e formalizzato dal Consorzio di Tutela in seguito a puntuali valutazioni».
Tra queste la possibilità di «offrire ai produttori di uve Moscato una nuova tipologia, che si tradurrà in una maggiore richiesta di mosti e di vino» in un momento particolare per la viticoltura nei 52 comuni delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo abbracciati dal 2002 dall'Associazione Comuni del Moscato: «Se si guardano i dati di mercato - hanno evidenziato gli amministratori locali - si nota una sofferenza che riguarda sia il Moscato d’Asti sia l’Asti, quest’ultimo ancora in calo nell’ultimo periodo, come confermato dal Consorzio». Altro elemento che ha portato alla nascita dell'Asti Docg Rosé è «l'analisi di mercato che il Consorzio ha compiuto e che sta ancora proseguendo, dando riscontro della diffusa richiesta di questo prodotto».
L'Asti Rosé sarà un prodotto identitario
«Per procedere in questo nuovo percorso - ha sottolineato il vicepresidente dell’Associazione Comuni del Moscato, Luca Luigi Tosa - sarà molto importante la comunicazione e il fattivo impegno di ogni realtà produttiva. Un prodotto che viene da due vini aromatici del nostro territorio è cosa preziosa. Per curare bene l’identità del nuovo prodotto, sarà necessario anche fornire ai produttori un "range" ragionevole di colore. L’Asti e il Moscato d’Asti devono mantenere un’identità di alto livello e le modifiche sul confezionamento aprono a un tema complesso. Le proposte di modifica della marchiatura di tappi di Asti e Moscato d’Asti e di alleggerimento del vetro delle bottiglie - ha aggiunto Tosa - vanno nella stessa direzione: quella dell'ottimizzazione economica e della sostenibilità. Per evitare il rischio di far intendere una minore cura, e quindi raccogliere un minor apprezzamento da parte dei consumatori, sarà necessario raccontare e comunicare ognuno di questi aspetti». Tutti dettagli che saranno discussi dopo il definito via libera alla nuova tipologia, da parte delle istituzioni.
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