Morellino di Scansano Docg Dopo 40 anni, alla ricerca di un'identità
Il Morellino di Scansano festeggia un altro anniversario, ma si ritrova, dopo una stagione di grande successo, ad aver perso parte del suo appeal. Ora però il punto di svolta e la ricerca di una nuova identità
11 giugno 2018 | 20:02
Infatti, com'è tipico dei grandi vini, anche il Morellino ha vissuto la sua stagione di gloria, il suo boom nei mercati, conquistando i palati degli italiani. Un'ascesa costante e durata diversi anni, che ora ha però subito un rallentamento.
Giunti al traguardo dei 40 anni però, i produttori di Morellino di Scansano guardano alla strada fatta e sentono il desiderio di riscoprire se stessi, o, ancora meglio, di ritrovare una propria identità. Ecco, a questo proposito, una masterclass tenutasi in occasione dell'anniversario, con degustazione in verticale di diverse annate di Morellino. Lo scopo è stato presentare un vino che per diverso tempo è stato etichettato di facile beva e subito pronto, mentre, in realtà, è in grado di resistere al passare degli anni: un vino che, seppur "non fatto per invecchiare", riesce a stupire negli anni, aprendo quindi nuove strade e nuove prospettive ai suoi produttori.
Proprio in merito a questa rivoluzione e al desiderio del Consorzio di riportare il Morellino di Scansano alla posizione che gli pertiene, sui mercati e sulle tavole di italiani e stranieri, è intervenuto il presidente del Consorzio Rossano Teglielli: «Questi 40 anni hanno permesso alla nostra manifestazione di affermarsi. Ad oggi forse è necessario che il consumatore conosca meglio un territorio come il nostro, spesso più nell'ombra rispetto ad altri in Toscana, ma che, specie se coniugato con le altre eccellenze, può regalare grandi sorprese».
Queste grandi sorprese si concentrano in «1.500 ettari di aree vitate, tutte iscritte alla denominazione», e proprio in questi terreni «il Sangiovese», l'uva base per la produzione del Morellino di Scansano, «si manifesta nelle migliori condizioni».
Ma non di solo Sangiovese è fatto il Morellino: diversi i blend concessi dal disciplinare di produzione ai produttori. Ma allora la domanda sorge spontanea: in un mercato in cui la riconoscibilità è fondamentale perché un vino (in particolare quello tutelato da un Consorzio) possa essere identificato dai consumatori, come può questa particolare denominazione supplire non solo a blend diversi tra di loro, ma anche a terreni (da quelli argillosi a quelli vulcanici) e a metodi di produzione (dall'acciaio alla barrique) differenti a seconda della zona e del singolo produttore?
«Premesso che si tratta di un territorio molto ampio - precisa Alessio Durazzi, direttore del Consorzio - e che quindi presenta delle diversità pedo-climatiche notevoli, capaci di dare una buona riconoscibilità ai singoli prodotti, siamo consapevoli che occorra dare una certa impronta al Morellino affinché il consumatore medio possa attribuirgli un'identità più chiara. Ecco perché il Consorzio ha in programma di costituire una commissione di degustazione composta da tecnici e giornalisti e insieme a loro individuare le caratteristiche che si ritengono tra le più importanti di questo vino. Così facendo possiamo poi dire ai singoli produttori: questa può essere la strada. Certo, ognuno di loro ha le proprie caratteristiche, le proprie tecniche e i propri terreni», ma così facendo tutti loro potranno, secondo il Consorzio, avere in mente quale dev'essere l'identità di un vino che può tornare in auge, più forte di prima.
Tante infatti, secondo Alessio Durazzi, sono le prospettive del Morellino di Scansano. Su 1.500 ettari di produzione, con 360 rivendicatori, di cui 220 iscritti al consorzio, si producono circa 10milioni di bottiglie: ebbene, solo il 25% di queste vanno all'estero. «Io qui vedo il bicchiere mezzo pieno, le potenzialità di crescita sono enormi; infatti io credo che il Morellino, per le sue caratteristiche, possa essere un vino capace di conquistare i palati esteri».
Insomma, una storia longeva, tanti produttori (per la maggior parte medi o medio-piccoli) ognuno con un proprio stile, ma una strada comune e la voglia di percorrerla insieme.
Per informazioni: www.consorziomorellino.it
Giunti al traguardo dei 40 anni però, i produttori di Morellino di Scansano guardano alla strada fatta e sentono il desiderio di riscoprire se stessi, o, ancora meglio, di ritrovare una propria identità. Ecco, a questo proposito, una masterclass tenutasi in occasione dell'anniversario, con degustazione in verticale di diverse annate di Morellino. Lo scopo è stato presentare un vino che per diverso tempo è stato etichettato di facile beva e subito pronto, mentre, in realtà, è in grado di resistere al passare degli anni: un vino che, seppur "non fatto per invecchiare", riesce a stupire negli anni, aprendo quindi nuove strade e nuove prospettive ai suoi produttori.
Proprio in merito a questa rivoluzione e al desiderio del Consorzio di riportare il Morellino di Scansano alla posizione che gli pertiene, sui mercati e sulle tavole di italiani e stranieri, è intervenuto il presidente del Consorzio Rossano Teglielli: «Questi 40 anni hanno permesso alla nostra manifestazione di affermarsi. Ad oggi forse è necessario che il consumatore conosca meglio un territorio come il nostro, spesso più nell'ombra rispetto ad altri in Toscana, ma che, specie se coniugato con le altre eccellenze, può regalare grandi sorprese».
Queste grandi sorprese si concentrano in «1.500 ettari di aree vitate, tutte iscritte alla denominazione», e proprio in questi terreni «il Sangiovese», l'uva base per la produzione del Morellino di Scansano, «si manifesta nelle migliori condizioni».
Ma non di solo Sangiovese è fatto il Morellino: diversi i blend concessi dal disciplinare di produzione ai produttori. Ma allora la domanda sorge spontanea: in un mercato in cui la riconoscibilità è fondamentale perché un vino (in particolare quello tutelato da un Consorzio) possa essere identificato dai consumatori, come può questa particolare denominazione supplire non solo a blend diversi tra di loro, ma anche a terreni (da quelli argillosi a quelli vulcanici) e a metodi di produzione (dall'acciaio alla barrique) differenti a seconda della zona e del singolo produttore?
«Premesso che si tratta di un territorio molto ampio - precisa Alessio Durazzi, direttore del Consorzio - e che quindi presenta delle diversità pedo-climatiche notevoli, capaci di dare una buona riconoscibilità ai singoli prodotti, siamo consapevoli che occorra dare una certa impronta al Morellino affinché il consumatore medio possa attribuirgli un'identità più chiara. Ecco perché il Consorzio ha in programma di costituire una commissione di degustazione composta da tecnici e giornalisti e insieme a loro individuare le caratteristiche che si ritengono tra le più importanti di questo vino. Così facendo possiamo poi dire ai singoli produttori: questa può essere la strada. Certo, ognuno di loro ha le proprie caratteristiche, le proprie tecniche e i propri terreni», ma così facendo tutti loro potranno, secondo il Consorzio, avere in mente quale dev'essere l'identità di un vino che può tornare in auge, più forte di prima.
Tante infatti, secondo Alessio Durazzi, sono le prospettive del Morellino di Scansano. Su 1.500 ettari di produzione, con 360 rivendicatori, di cui 220 iscritti al consorzio, si producono circa 10milioni di bottiglie: ebbene, solo il 25% di queste vanno all'estero. «Io qui vedo il bicchiere mezzo pieno, le potenzialità di crescita sono enormi; infatti io credo che il Morellino, per le sue caratteristiche, possa essere un vino capace di conquistare i palati esteri».
Insomma, una storia longeva, tanti produttori (per la maggior parte medi o medio-piccoli) ognuno con un proprio stile, ma una strada comune e la voglia di percorrerla insieme.
Per informazioni: www.consorziomorellino.it
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