Il mondo del vino (e non solo) piange la scomparsa di Franz Haas, 68 anni, ultimo esponente di sette generazioni di viticoltori che con passione guidava l’azienda di famiglia a Montagna (Bz) e che, a tutti gli effetti, era considerato il padre del Pinot Nero all’italiana. Haas è morto domenica 13 febbraio a causa di un infarto mentre era in seggiovia con il figlio.
Franz Haas. Fonte: www.franz-haas.it
Un grande innovatore
Alla guida della storica cantina fondata nel 1880, Franz Haas portava, come da tradizione famigliare, lo stesso nome di tutti i primogeniti. Sul sito dell’azienda si legge: «Franz Haas non è solo una cantina, non è solo un marchio. Franz Haas è un uomo, una famiglia che da sette generazioni produce vino, che da sette generazioni mette nel vino la sua filosofia di vita: la continua instancabile ricerca della perfezione. Ciascun Franz Haas con il suo tocco e il suo stile. Per ottenere vini superbi – secondo i Franz Haas – servono sì scienza e calcolo, ma sono l’amore, la passione e la determinazione che ne conferiscono carattere e profondità».
La sua comparsa lascia un enorme vuoto nel mondo del vino, ma soprattutto nella sua famiglia e nell’azienda dove era amato da tutti. Oltre alla produzione di vini eccellenti, infatti, Haas ha sempre valorizzato il ruolo delle persone e le passioni che muovono ciascuno e che poi venivano portate in famiglia e in cantina.
Alla ricerca del vino perfetto
Franz Haas VII era alla guida della cantina altoatesina dal 1986, dimostrandosi da subito un innovatore: a lui vanno i meriti di aver realizzato vinificazioni sperimentali e di aver portato avanti prove di coltivazione dei diversi cloni nei suoi 55 ettari di vigneto. Il risultato? Arrivò a vinificare quasi 600 Pinot Neri. Il Pinot nero, vitigno difficile, delicato ed elegantissimo, era la sua passione e lui lo interpretava da oltre 30 anni con uno stile unico e raffinato. Il suo obiettivo era sempre uno quello di realizzare un vino perfetto, che già era appartenuto a suo padre. Per questo si era spinto dove altri non avevano osato prima impiantando ad altitudini un tempo impensabili, fino a 1150 metri.
«Mio padre l’ha sempre prodotto, la mia strada era segnata – aveva detto in una recente intervista per La Stampa- Tuttigusti - Poi un giorno ebbi la fortuna di bere un vino straordinario, un Grands Échezeaux. Da allora iniziò la mia sfida: produrre un vino che andasse in quella direzione. Il Pinot Nero per me è il vitigno più nobile e il più ostico. Negli ultimi anni il cambiamento climatico si è fatto sentire e per questo nel 2000 ho scelto di piantare in altitudine». La sua etichetta preferita era il Pinot Nero Schweizer. Ma continuava: «Ancora oggi il mio sogno è realizzare un grande Pinot Nero».
Un sogno che non si ferma ma che poteranno avanti i suoi figli, Franz Haas VIII e Sofia.