Stop al prosciutto e alla birra in Qatar durante i Mondiali di calcio, che si svolgeranno dal 20 novembre al 18 dicembre. I prodotti di derivazione suina, infatti, sono inseriti nella lista di merci proibite presente sulla Media Guide di Qatar 2022: il divieto è legato alla religione di stato, l'islam, che non permette di consumare alcune tipologie di carne, tra cui quella di maiale, perchè considerate impure.
Stop al prosciutto e alla birra in Qatar durante i Mondiali di calcio, che si svolgeranno dal 20 novembre al 18 dicembre
Più complessa e dibattuta, invece, è stata la questione riguardante la birra. A prendere la decisione di vietare la vendita e il consumo di birra fuori e negli stadi è stata la Fifa, la federazione internazionale che si occupa dell'organizzazione di tutte le manifestazioni intercontinentali del calcio. La Fifa ha dichiarato di aver preso questa decisione dopo averne discusso con le autorità del Paese, dove la religione di stato è l’islam (per cui l’alcol è proibito) e la vendita di bevande alcoliche è concessa solo in ambiti limitati, come gli hotel, e solo a cittadini stranieri. La Fifa ha comunicato anche che la vendita di birra continuerà a essere permessa in altre zone dedicate all’accoglienza dei tifosi, ma comunque non nei pressi degli stadi.
Una decisione controversa
La decisione della Fifa di vietare la vendita e il consumo della birra negli stadi arriva a soli due giorni dall'inizio dei Mondiali di calcio: nelle scorse settimane, invece, era stato annunciato che negli stadi sarebbe stato permesso ai tifosi comprare e consumare birra, essendo anche uno degli sponsor principali dei Mondiali il marchio di birra Budweiser, che aveva avuto l’esclusiva per la vendita di birre durante le partite. Nelle scorse settimane, inoltre, la federazione internazionale aveva discusso con le autorità del Qatar riguardo alla questione della vendita di alcolici durante i Mondiali, e sembrava che alla fine fosse stato trovato un compromesso che prevedeva di vendere birra solo in appositi stand fuori dagli stadi. Già da alcuni giorni erano però sorti problemi, dopo che le autorità del Qatar avevano chiesto a Budweiser di spostare gli stand in luoghi appartati, in modo da limitarne la visibilità.