Siamo soliti a riconoscere la paternità dello champagne a dom Pierre Perignon, frate che nella abbazia di Hautvillers crea, un po’ per fortuna un po’ per maestria, un vino che è sempre stato servito fermo e invece viene trasformato per fermentazioni a chiuso (botti chiuse e non aperte) un vino frizzante. Questa è una vera storia che si intreccia tra leggenda e realtà, ma il nome champagne scritto su una bottiglia proveniente dalla omonima zona la possiamo trovare nel 1493 e in maniera più definita nel 1663 oltremanica con l’aggiunta di “Brisk Champagne” che significava mosso.
Perché proprio l’Inghilterra? Una delle prime zone di produzione vitivinicola è stata la Borgogna, un po’ più a sud della champagne. Grande zona di produzione di Chardonnay e pinot nero entrambi venduti anche sul suolo inglese. Data la poca tecnologia e in non utilizzo di sostanze chimiche come i solfini, venivano spesso aggiunte grandi quantità di zucchero per contrastare l’ossidazione. Nei lunghi viaggi purtroppo o per fortuna le fermentazioni ripartivano e le botti che giungevano sul territorio anglosassone arrivano rifermentate e quindi con la presenza della co2.
Gli inglesi amanti gia della birra e quindi delle effervescenze si buttarono a capofitto su questo nuovo vino. I francesi decisero di spostare dunque la zona di produzione dalla Borgogna alla Champagne, più a nord e più vicina al tragitto verso l’Inghilterra. Stranamente in Champagne si produce principalmente Chardonnay e pinot nero gli stessi vitigni della Borgogna.
Ci sono diversi manoscritti che testimoniano la presenza del Brisk champagne in Inghilterra in quegli anni come la dichiarazione d’amore di Hudibras, cavaliere errante alla don Chisciotte, che brinda appunto con questo vino. O ancora per esempio nei libri contabili della Woburn Abbey, residenza del duca di Betford, che possiede circa 12 bottiglie di questo champagne. Una meravigliosa storia che definisce la nascita dello champagne ed esalta una zona unica che si trova in Francia e produce una delle meraviglie più apprezzate sulle tavole di tutto il mondo. Brindiamo allo Champagne ovviamente con un calice di champagne.
Champagne, un mercato in crescita
In occasione della Giornata Internazionale dello Champagne, gli esperti di Catawiki, leader in Europa per gli oggetti speciali, hanno rivelato che il mercato delle bollicine francesi più famose è in crescita, con un aumento delle vendite di quasi il 20% nel 2023 a livello globale - 15% in Italia - e che si sta assistendo a un'impennata della domanda di champagne in periodi sorprendenti dell'anno. I dati acquisiti per lo studio riguardano i periodi 1 gennaio 2022 - 30 settembre 2022 comparati con lo stesso periodo del 2023.
Lo champagne in Italia: è boom di bollicine francesi
I dati rivelano che gli italiani hanno speso il 15% in più per lo champagne nel 2023 rispetto al 2022 (su Catawiki) - otto volte di più rispetto ai francesi -, posizionandosi al primo posto nella classifica dei Paesi che hanno appunto acquistato più champagne nel 2023 (Italia, Paesi Bassi, Svezia, Belgio e Francia).
Champagne destagionalizzato: si beve tutto l'anno
Non più occasioni speciali o feste, come per esempio il Natale o il Capodanno, lo Champagne negli ultimi anni ha conosciuto un'autentica destagionalizzazione. Secondo i dati non solo la popolarità dello champagne continua a crescere - il prezzo medio di una bottiglia è aumentato del 7% dal 2022 - ma le nuove tendenze mostrano che gli incrementi più elevati su base annua si sono verificati in agosto (29%), giugno (22%) e settembre (20%), suggerendo che il consumo di champagne nei mesi estivi è in aumento.
Allo stesso modo, mentre gennaio 2022 si è rivelato il momento più popolare per fare offerte sullo champagne (in particolare il 20 e il 27 gennaio), quest'anno la tendenza si è spostata verso i mesi più caldi, con le giornate del 23 settembre e del 12 giugno ai primi posti.
Dom Perignon lo champagne più desiderato
Dom Pérignon, brand di champagne d'annata che prende il nome da un monaco benedettino del XVII secolo e pioniere dello Champagne, ha a lungo dominato le classifiche in termini di popolarità. La bottiglia più costosa venduta dall'ecommerce di Catawiki quest'anno è stata un Dom Pérignon P3 Brut del 1975 da 75cl per 7.750 euro.
Champagne, dalla vendemmia del 2023 300 milioni di bottiglie
Non è stata sicuramente una vendemmia semplice quella del 2023. Le condizioni climatiche non hanno favorito la raccolta, e tante sono state le polemiche circa alcuni decessi avvenuti nelle campagne, probabilmente riconducibili al caldo torrido dello scorso settembre.
Fatto sta: con oltre 300 milioni di bottiglie raccolte, la vendemmia 2023 lascia ben sperare che si possa tornare a un trend che risponda con sempre più efficacia alle richieste degli appassionati. A questo proposito, ha raggiunto un valore globale di circa 7,3 miliardi di dollari nel 2022 e si prevede che voli a quota 12,5 miliardi nel 2032. E la tendenza coinvolge anche l’Italia: il Belpaese, infatti, è il 5° mercato al mondo per l’eccellenza d’oltralpe con oltre 10 milioni di bottiglie vendute lo scorso anno e un business da 247,9 milioni di euro: inoltre, nel 2023 è stata registrata una crescita del 25% in valore e del 16% in quantità di bottiglie commerciate.
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Alberto Lupini
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