Con la piena unanimità da parte delle assemblee plenarie dei tre consorzi (Consorzio tutela del Lambrusco di Modena, Consorzio per la tutela e la promozione dei vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa e Consorzio di tutela vini del Reno Doc), il Consorzio tutela Lambrusco è ora realtà e sarà pienamente operativo a partire dal 1° gennaio del 2021. Dopo il parere favorevole espresso all’unisono lo scorso 26 giugno da parte dei consigli di amministrazione, mancava solo questa ultima tappa.
La produzione nel 2019 è stata di 42 milioni di bottiglie
«Il voto favorevole all’unanimità delle assemblee dei soci era
l’ultimo passaggio che ci consente di guardare al futuro con speranza e ottimismo: abbiamo un grande lavoro da pianificare per valorizzare l’immagine di uno dei vini più rappresentativi vini d’Italia - afferma
Claudio Biondi, presidente del Consorzio di tutela del Lambrusco di Modena - Il nuovo consorzio, come abbiamo più volte sottolineato, consente a un distretto che ha numeri importanti, di poter decidere insieme le strategie di comunicazione e condividere progetti di promozione internazionale, pur lasciando l’assoluta indipendenza decisionale delle singole denominazioni».
Il nuovo Consorzio rappresenta otto denominazioni che si trovano tra Modena e Reggio Emilia – Lambrusco di Modena Doc, Lambrusco di Sorbara Doc, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc, Lambrusco Salamino di S. Croce Doc, Reggiano Doc, Colli di Scandiano e di Canossa Doc, Reno Doc e Bianco di Castelfranco Emilia Igt –
per un totale di circa 16.600 ettari vitati e una produzione che nel 2019 è stata di poco più di 42 milioni di bottiglie di Lambrusco Doc, che salgono a quasi 170 milioni prendendo in considerazione anche quelle certificate Igt (Fonte dati: Regione Emilia-Romagna, Gennaio 2020 e Valoritalia Srl).«Si tratta di numeri importanti per un vino che ha tante anime e interpretazioni a seconda delle molteplici varietà utilizzate e dei differenti territori nei quali ha trovato dimora. I tempi erano ormai da tempo maturi per la creazione di un unico Consorzio che facesse da regia – conclude il presidente Biondi – Il Lambrusco è già conosciuto in tutto il mondo, ma ora può rappresentare meglio e con più coerenza rispetto al passato l’immagine dell’Italia in moltissimi contesti sia nazionali che internazionali».