I Vini di Veronelli: ecco i 5 migliori assaggi e i 10 Sole dell’edizione 2025
I premi sono andati a etichette d'eccellenza come il Bolgheri Sassicaia 2021, il Trento Extra Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2015 e il Costa d'Amalfi Rosato 2023. Nell'ex Convento dei Neveri lo spazio Il Veronelli
C’è tanto Trentino, un po’ di Friuli-Venezia Giulia, una grande certezza toscana e delle frizzanti novità tra i dieci nuovi Sole e i cinque migliori Assaggi assegnati venerdì 15 novembre dalla Guida Oro I Vini di Veronelli 2025, risultato di un intero anno di degustazioni e assaggi tra vigneti e cantine, analisi e confronti, presentata in anteprima nella meravigliosa cornice dell’ex Convento dei Neveri a Bariano, nella bassa Bergamasca.
I Vini di Veronelli 2025, edizione speciale della guida
Quella del 2025, che arriva a 20 anni esatti dalla scomparsa del grande critico, è un’edizione speciale della storica pubblicazione, la stessa ideata da Luigi Veronelli come strumento di incontro e conoscenza dei vini e dei territori italiani, che ha scelto di debuttare all’ex Convento dei Neveri dove nel maggio scorso è stato inaugurato Il Veronelli, lo spazio permanente dedicato al padre indiscusso della critica enologica e gastronomica italiana.
Lo spazio permanete Il Veronelli
In un contesto ad alto valore archeologico e artistico sono stati infatti creati sei ambienti dedicati al massimo degustatore del Novecento: l’archivio documentale, la biblioteca con oltre 6.500 volumi, la cantina con circa 12mila bottiglie, lo studio (la sua “fucina”), la sala assaggi e una caffetteria con l’obiettivo di far vivere la memoria e far conoscere il pensiero di una delle figure più` autorevoli per la crescita della cultura materiale nel nostro Paese.
I Vini di Veronelli 2025: ecco i nuovi Sole
Tra i nuovi Sole spicca l'Alto Adige Pinot Nero Riserva 2019 dell’Azienda Stroblhof, un esempio raffinato di eleganza e complessità, capace di interpretare al meglio il terroir altoatesino.
Dall’Alto Adige si passa al Friuli con il Colio Malvasia 2020 di Podversic, un bianco che rivela la capacità di questa varietà di esprimersi con profondità e ricchezza aromatica. Sempre dal Friuli, emerge il Friuli Colli Orientali Picolit 2019 di Perusini, un nettare dolce e avvolgente che incarna il fascino di un vitigno raro e prezioso.
Nel cuore del Veneto, l’azienda Inama conquista con il suo I Palchi Foscarino Grande Cuvée Soave Classico 2021, un vino che eleva il Soave a un livello superiore, unendo struttura e finezza. Dall’Umbria arriva invece il Bianco Adarmando 2022 di Tabarrini, un’etichetta che sa fondere tradizione e modernità, valorizzando un territorio ricco di storia.
Anche il sud Italia offre vini straordinari, come l’Ostuni Ottavianello Stùne 2023 dell’azienda Amalberga, che porta alla ribalta un vitigno autoctono poco conosciuto ma dalle grandi potenzialità, o il Cirò Rosso Classico Lice Superiore Riserva 2021 di Caparra & Siciliani, un rosso potente e ricco di carattere che rappresenta al meglio la tradizione calabrese.
Non mancano le interpretazioni dolci e passite, come la Malvasia Passita Za Tarina 2023 di Cusolito, un piccolo gioiello della Sicilia capace di conquistare con la sua dolcezza equilibrata e i suoi profumi intensi. Infine, in Sardegna, il Vermentino di Gallura Superiore Pitraia 2021 di Tenuta Gregu si distingue per la sua mineralità e freschezza, che riflettono l’anima del territorio gallurese.
Un’attenzione particolare merita il Renitens 2023 dell’azienda Resistenti Nicola Biasi, che rappresenta un esempio virtuoso di innovazione sostenibile, frutto di ricerca e sperimentazione su vitigni resistenti alle malattie.
Ricapitolando, i prestigiosi dieci Sole sono stati assegnati a:
- Collio Malvasia 2020 - Podversic Damijan (GO)
- Friuli Colli Orientali Picolit 2019 - Perusini (UD)
- Alto Adige Pinot Nero Riserva Sepp Hanni 2019 - Stroblhof (BZ)
- Renitens s.a. - Resistenti Nicola Biasi (TN)
- Soave Classico Foscarino Grande Cuvée I Palchi 2021 - Inama (VR)
- Adarmando Umbria Bianco 2022 - Tabarrini (PG)
- Ostuni Ottavianello Stùne 2023 - Amalberga (BR)
- Cirò Rosso Classico Superiore Riserva Lice 2021 - Caparra & Siciliani (KR)
- Zà Tarina Terre Siciliane Malvasia 2023 - Cusolito (ME)
- Vermentino di Gallura Superiore Pitraia 2021 - Tenute Gregu (SS)
Da Ferrari a Cuomo passando per Bolgheri: i migliori Assaggi 2025
A dominare la scena delle bollicine è il Trento Extra Brut Riserva 2015 Giulio Ferrari dell’Azienda Ferrari. Questo spumante, icona del metodo classico italiano, si conferma un capolavoro di complessità ed eleganza, con una struttura raffinata e un perlage finissimo che lo rendono un punto di riferimento a livello mondiale.
Il premio per il miglior rosato va alla Costiera Amalfitana, con il Costa d’Amalfi Rosato 2023 di Marisa Cuomo. Questo vino incanta con il suo profilo fresco e armonioso, un tributo alla straordinaria biodiversità della zona e alla sapienza dell’azienda, capace di esaltare i vitigni autoctoni in un calice che parla del Mediterraneo.
Per il miglior vino bianco, il titolo va all’Alto Adige con la Grande Cuvée Alto Adige Terlaner 2021 della Cantina Terlano. Questa cuvée, emblema della viticoltura d’alta quota, unisce finezza e profondità, regalando un’esperienza gustativa memorabile grazie alla perfetta fusione tra freschezza e struttura.
Tra i vini rossi, il primo posto è conquistato dal celebre Bolgheri Sassicaia 2021 della Tenuta San Guido. Questo rosso, simbolo dell’eccellenza toscana, continua a scrivere la sua leggenda, confermandosi un capolavoro di equilibrio, eleganza e longevità, capace di rappresentare il meglio dell’enologia italiana nel mondo.
Infine, tra i vini dolci, vince il Trentino Vino Santo Emblemi d’Amor 2009 dell’Azienda Giovanni Poli. Frutto di una tradizione antica e di una lavorazione meticolosa, questo nettare racchiude in sé la magia del tempo e del territorio, con note complesse e avvolgenti che si evolvono con grazia nel bicchiere.
Ricapitolando i migliori Assaggi sono stati:
- Trento Extra Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2015 - Ferrari F.lli Lunelli (TN) | 96pt
- Bolgheri Sassicaia 2021 -Tenuta San Guido (LI) | 100 pt
- Alto Adige Terlaner I Grande Cuvée 2021 - Cantina Terlano (BZ) | 98pt
- Costa d'Amalfi Rosato 2023 - Cuomo Marisa (SA) | 92 pt
- Trentino Vino Santo Emblemi d'Amor 2009 - Poli Giovanni (TN) | 97 pt
L’eredità di Luigi Veronelli: un faro per il vino italiano vent’anni dopo
A vent’anni dalla scomparsa di Luigi Veronelli, il suo nome e la sua visione continuano a rappresentare una pietra miliare per il mondo del vino e della cultura enogastronomica italiana. Non si tratta solo di un’eredità simbolica, ma di una traccia tangibile che ispira e guida il lavoro di chi, oggi, si impegna a promuovere l’eccellenza vitivinicola e i valori legati alla terra. Come i curatori della guida 2025, tutti intervenuti nella presentazione di venerdì 15 novembre.
«Questa pubblicazione è l’atto finale di un lunghissimo percorso che, lo ricordiamo, non ha nessuno scopo di lucro alle spalle: qui ogni entrata viene reinvestita per promuovere la nostra attività e per progetti di beneficenza» sottolinea Simonetta Lorigliola. Per lei, la guida Veronelli è come un classico, capace di offrire sempre nuove letture, proprio come diceva Calvino.
Questa visione si riflette anche nelle iniziative promosse: «Grazie alla donazione delle seconde bottiglie - racconta Dolma Bornengo, responsabile partnership & fundraising di Acra - abbiamo lanciato una campagna che ha sostenuto un progetto volto a incentivare la difesa del pianeta attraverso l’educazione, partendo dai più piccoli a scuola».
Ma cosa resta di Veronelli nella guida di oggi? Marco Magnoli risponde con una riflessione profonda: «Il suo nome, prima di tutto, che può sembrare poco, ma non è affatto così. È fonte di ispirazione per chi lo conosce e di curiosità per chi non sa chi è. E poi i contenuti, rappresentati in guida dai Sole. L’eredità più significativa sta nelle realtà coinvolte, nell’insieme dei vini italiani che, se oggi sono di questa qualità, lo si deve soprattutto a lui».
Per Alessandra Piubello, che definisce Veronelli un visionario, entrare nella redazione della guida otto anni fa è stato un sogno realizzato: «Ci mettiamo la faccia con la firma che lasciamo dopo ogni scheda, per noi è una grandissima normalità. Quando arriva il grande vino mi capita di commuovermi, sento scendere le lacrime».
E c’è ancora spazio per vivere un’esperienza “veronelliana”? Andrea Alpi ne è certo: «Conoscenza, cultura, sensorialità, voglia di incontrare gli altri e rispetto. Così riusciamo a incontrare Veronelli, con tutta la modestia, in ogni degustazione. Parlare di esperienza veronelliana è difficile perché nessuno di noi può sostituirlo, ma noi mettiamo quel che abbiamo appreso da lui quando affrontiamo ogni singolo calice».
Infine, Gigi Brozzoni spiega il valore dei Sole, i premi più iconici della guida: «Sono pochissimi, impossibili da dimenticare. Tutte le grandi novità del mondo del vino sono passate da Veronelli: lui le ha sapute cogliere, ha dato loro fiato e vigore. Noi non siamo Veronelli e nemmeno proviamo a esserlo, ma cerchiamo di portare avanti quel che ci ha lasciato e la sua filosofia».
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Alberto Lupini