I 50 anni sono una bella età. L’età delle conferme e dei bilanci. Gli stessi che sono stati fatti dal Consorzio Tutela vini Custoza in occasione del loro cinquantesimo genetliaco. Non solo conferme e bilanci, ma anche tanti progetti. Alla presentazione della masterclass Wite & Gold, ospiti dell’Hotel Veronesi La Torre, la neoletta presidente Roberta Bricolo così ci ha raccontato: «In questi anni abbiamo puntato tutto sull’aumento della qualità dei nostri vini, abbiamo lavorato tanto e i risultati si vedono. Ora siamo pronti e preparati dobbiamo solo far sapere al mondo la qualità dei nostri prodotti. Non solo, ma dobbiamo investire nel miglioramento della sostenibilità attraverso corsi gratuiti ai nostri iscritti e perfezionare la conoscenza della tecnologia, per esempio insegnando l’uso del quaderno di campagna elettronico. Non progetti campati in aria ma reali risposte a esigenze, come quella di far diventare le nostre colline, a due passi da Verona e dal Lago di Garda, mete turistiche, ma anche altre masterclass internazionali già in programma».
Le bottiglie di Custoza degustate per i 50 anni del Consorzio
Nel 1971 la conquista della denominazione Doc
Ma diamo due numeri per capirci meglio.
La denominazione di origine controllata del Custoza (in origine Bianco di Custoza)
venne riconosciuta nel 1971 grazie alla dimostrazione, da parte dei produttori e delle personalità di spicco della zona, della superiorità dei vini qui prodotti. Ad impegnarsi per l’ottenimento della Doc furono proprio i produttori che fondarono poi il Consorzio l’anno successivo.
Ogni anno "solo" 12 milioni di bottiglie
Ad oggi le aziende socie del consorzio sono 70 e 500 vignaioli che rappresentano il 90% della
produzione che ogni anno si assesta sui 12 milioni di bottiglie su 1.400 ettari vitati. Tre sono le uve che maggiormente fanno parte del
blend per la produzione del Custoza: il profumo delicato, floreale e fruttato arriva dalla
Garganega; il colore caratteristico è dato dal
Trebbianello; i sentori leggermente aromatici li dona la
Bianca Fernanda.
Il Custoza Superiore, regole più restrittive per una produzione di nicchia
Nel citato disciplinare, oltre al Custoza si parla anche del
Custoza Superiore che ha delle regole più restrittive. Infatti, per potersi fregiare del titolo Superiore deve avere un titolo alcolimetrico volumico naturale di 11% volume, deve essere sottoposto a un periodo di maturazione di almeno cinque mesi a decorrere dal 1° novembre dell’annata di produzione delle uve; l’affinamento deve avere luogo all’interno della zona di vinificazione, la resa massima di uva ammessa per la sua produzione è di specializzata e di 12 tonnellate per ettaro e sono pertanto da considerarsi idonei unicamente i vigneti collinari e pedocollinari, esposti prevalentemente a sud, sud-ovest e posti in terreni di origine morenica di natura prevalentemente calcarea, argillo-calcarea, ghiaioso-calcareae ghiaioso-sabbiosa con esclusione dei terreni umidi.
Di Custoza Superiore
se ne produce una piccola quantità ma abbiamo constatato, durante le varie degustazioni, quanto abbia propensione al lungo affinamento ottenendo ottimi risultati.
Ed ecco che alla degustazione Veronica Creclius corrispondente del Weinwirtschft, giornale tedesco, dopo aver bonariamente bacchettato i produttori chiedendo loro di aumentare la loro autostima e i prezzi dei loro ottimi vini e di finire di far le belle addormentate nel bosco, forse scordando che
sono proprio i mercati tedeschi i più difficili e con le trattative più estenuanti, presenta tre Custoza Superiore: uno del 2019 e due del 2018. In tutti il fatto di aver riposato due o più anni ha fatto benissimo. La “bella ciccia nervosa e l’equilibrio” donano eleganza a questi vini.
La selezione di Marco Sabellico
Intrigante anche la batteria che ha presentato
Marco Sabellico curatore della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso. Sempre Custoza Superiore ma del 2016, 2015, 2014 e 2013. Ci parla di «un vinelletto da bere fresco o giovane o può durare nel tempo». In tutti questi eleganti signori maturi
la tensione acida dà ancora bella mostra di sé con varie croccantezze agrumate e mineralità mosellose.
Festeggiamenti con lo chef Giancarlo Perbellini
Ma si poteva festeggiare un compleanno così importante
senza una cena adeguata? Assolutamente no! Ecco allora che è arrivato
lo chef Giancarlo Perbellini a risolvere il problema proponendo dei piatti di gran classe abbinati ai Custoza e Custoza Superiore. Tutto inizia con la focaccia scampi e lattuga e crema di avocado. Morbidosa e goduriosa e pasticciosa. Si prosegue con il wafer al sesamo, tartare di branzino e caprino all’erba cipollina e liquirizia che ci ha fato emozionare. Arriva poi il risotto acido con emulsione al Custoza, limone, olio all’erba cipollina e crema inglese al pomodoro che abbiamo tutti apprezzato per il suo equilibrio. Si continua con il branzino, spuma di fumetto di pesce e sucrime (un tipo di radicchio) che denota tutto lo stile e l’eleganza dello chef. Per finire con i divertimenti della pasticceria che hanno messo d’accordo tutti per la loro golosità.
Non abbiamo soffiato sulle candeline ma gli auguri al Consorzio Tutela vini Custoza glieli abbiamo fatti.