Giovani poco interessati al vino: in Italia (e nel mondo) se ne consumerà meno?
L'età media in aumento e il disinteresse delle nuove generazioni stanno influenzando la domanda. Si prevede un modesto incremento del tasso di consumo del 7%, con una crescita annua media dello 0,35% fino al 2039
Secondo uno studio condotto dall'assemblea generale dell'Unione italiana vini (Uiv), il consumo mondiale di vino è destinato a rallentare nei prossimi vent'anni. Sebbene siano state registrate crescite significative negli ultimi due decenni, l'età media in aumento e il disinteresse delle nuove generazioni verso il vino stanno influenzando la domanda. Si prevede un modesto incremento del tasso di consumo del 7%, con una crescita annua media dello 0,35% fino al 2039.
Tra i principali Paesi consumatori di vino, Stati Uniti, Francia, Italia, Germania, Cina, Regno Unito, Canada e Giappone, più della metà delle oltre 37 miliardi di bottiglie annue sono aperte in queste otto nazioni. Tuttavia, l'Italia è particolarmente esposta al rallentamento della domanda enoica.
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Vino, si stima che l'export compenserà la diminuizione del mercato interno
L'Osservatorio Uiv ha sottolineato che l'export sarà una discriminante fondamentale per il mercato, poiché si prevede una diminuzione dei consumi interni di 1,2 milioni di ettolitri. Sebbene l'incremento delle esportazioni sia previsto in modo modesto (+1,8 milioni di ettolitri), raggiungendo quasi 23 milioni di ettolitri entro il 2039, si stima che compenserà la diminuzione del mercato interno, generando un saldo positivo di poco più di mezzo milione di ettolitri. «L'industria vinicola dovrà adattarsi al cambiamento delle preferenze dei consumatori» ha affermato il presidente dell'Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi. «Il mondo che consuma vino si concentrerà sempre di più sul valore del gusto, dell'esperienza e della sostenibilità». Con una domanda in evoluzione, Frescobaldi sottolinea che la filiera del vino dovrà incrementare la tendenza premium delle proprie proposte.
Le nuove generazioni consumeranno sempre meno vino
Lo studio evidenzia anche il progressivo invecchiamento dei consumatori come fattore influente. Nel decennio 1990-1999, i consumi tra gli over 65 e i giovani under 25 erano in perfetta parità, attorno al 18%. Tuttavia, nel decennio che si concluderà nel 2039, ci si aspetta un'involuzione significativa: il primo cluster di fascia più anziana rappresenterà il 30% dei volumi, mentre il secondo scenderà al 13%. Questo cambiamento demografico sta acuendo una tendenza che si è già verificata negli anni, con i Paesi tradizionali produttori, come Italia, Francia, Germania e Spagna, entrati in una dinamica negativa di normalizzazione. Ad esempio, negli anni '60, in Italia e in Francia si consumavano oltre 50 milioni di ettolitri di vino, con oltre 140 litri annui per persona.
Allo stesso modo, tra il 1999 e il 2019, Germania e Giappone hanno registrato una stabilizzazione dei consumi, mentre Canada, Regno Unito, Stati Uniti e Cina hanno mostrato un forte aumento. Le previsioni per il 2039 indicano variazioni positive per Stati Uniti (+9,3 milioni di ettolitri), Cina (+4,1 milioni) e Canada (+1,1 milioni), mentre Giappone e i Paesi europei segneranno cali contenuti fino al -2%.
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Alberto Lupini
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