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Enoturismo e Covid, come reagire? Più e-commerce e più accoglienza

I nuovi lockdown e le restrizioni ai viaggi impongono una riflessione per uscire dalla crisi. Diversificare è la chiave di volta per affrontare al meglio il futuro, ma il processo di digitalizzazione deve fare uno scatto in avanti.

 
05 novembre 2020 | 16:55

Enoturismo e Covid, come reagire? Più e-commerce e più accoglienza

I nuovi lockdown e le restrizioni ai viaggi impongono una riflessione per uscire dalla crisi. Diversificare è la chiave di volta per affrontare al meglio il futuro, ma il processo di digitalizzazione deve fare uno scatto in avanti.

05 novembre 2020 | 16:55
 

«Il settore enoturistico ha vissuto una ripresa durante i mesi estivi, a conferma della sua centralità nelle preferenze dei turisti, italiani e non. I nuovi lockdown in Italia ed Europa impongono un’importante e approfondita riflessione: per fronteggiare la crisi che stiamo attraversando sarà fondamentale rispondere e fornire soluzioni, garantire il sostegno economico da parte delle istituzioni e stimolare la digitalizzazione del settore». Così Roberta Garibaldi, presidente dell’Associazione italiana turismo enogastronomico, il 5 novembre in apertura del webinar organizzato con l’agenzia di comunicazione Doc-Com per discutere sulle prospettive dell’enoturismo durante la pandemia. Al dibattito hanno partecipato Nicola D’Auria, presidente nazionale Movimento del turismo del vino, Donatella Cinelli Colombini, presidente nazionale Donne del vino, e Paolo Privitera, ceo di Evensi, professore al Mit di Boston.

Enoturismo e Covit, come reagire?  Sviluppare la digitalizzazione

Il turista sta cambiando e in futuro adotterà scelte sempre più all’ultimo e spostamenti verso mete di prossimità

«Diversificare è la chiave per affrontare al meglio il futuro – sostiene Donatella Cinelli Colombini - Alcune semplici indicazioni: apertura delle cantine nei weekend e all’ora di pranzo e non soltanto negli orari impiegatizi, formazione per i propri dipendenti, puntare sul web e sugli eventi ed evitare in tutti i modi i non luoghi, ma creare spazi di degustazione e visita che raccontino lo stile locale, con arredi realizzati da artigiani locali».

L’esperienza emozionale nei luoghi di produzione
«La centralità di un settore come quello enoturistico è testimoniata dal successo, non scontato, che i nostri eventi come Calici di Stelle e Cantine Aperte in Vendemmia hanno avuto durante questa estate – ha ribadito Nicola D’Auria - L’esperienza emozionale nei luoghi di produzione rimane il nostro principale obiettivo, ma, alla luce di questa prolungata emergenza sanitaria, non possiamo non segnalare un bisogno di fare quel passo digitale in avanti, a livello delle singole aziende, ma soprattutto a livello nazionale, evidenziato anche dal confronto con gli altri Paesi europei».

Il lockdown primaverile ha determinato un cambiamento delle attività proposte dalle cantine italiane, come emerge dall’indagine condotta dal Wine Tourism International Think Thank, comitato di esperti internazionali che vede Roberta Garibaldi tra i promotori. Sebbene visite guidate e degustazioni negli spazi aziendali rimangono le più offerte, queste scendono rispettivamente del 24% e del 22% rispetto al periodo pre-pandemico. Ciò è legato alla diminuzione del numero di dipendenti dedicati ai servizi turistici, che passa da 3,4 a 2,8, conseguente alla crisi economica che ha colpito le aziende produttrici. La pandemia ha però portato alla crescita di altre esperienze da vivere all’aria aperta: picnic (+9%), degustazioni di vino nei vigneti (+6%). Da sottolineare l’aumento della vendita di vini attraverso lo shop aziendale (+4%).

Enoturismo e Covit, come reagire?  Sviluppare la digitalizzazione

Il turista sta cambiando e in futuro adotterà scelte sempre più all’ultimo e spostamenti verso mete di prossimità e per brevi periodi. I target saranno i residenti e i piccoli gruppi di persone del luogo. Maggiore propensione al viaggio avranno i Millennials, che accetteranno una più alta quota di “rischio Covid” per poter vivere una esperienza rispetto ai Baby Boomers.  

Sempre più italiani e meno stranieri, ormai una tendenza confermata dal portale Divinea: prima del lockdown primaverile, ben il 53% delle esperienze era acquistato da turisti internazionali, soprattutto americani. Durante l’estate la tendenza si è invertita con ben il 70% rappresentato da nostri connazionali.

Il digitale per rinnovarsi
Sul fronte digitale i prossimi mesi saranno complessi, ma saranno occasione per innovarsi creando un posizionamento distintivo, implementando l’e-commerce e le proposte, rendendo più professionali e coinvolgenti le degustazioni online. Queste saranno un momento di distrazione in una stagione complessa oltre che per le imprese anche per i turisti. La sfida è quella di trasformarle in momenti arricchenti, in emozioni valevoli di essere vissute da soli o in compagnia fisica o digitale di parenti e amici, magari arricchendole con narrazioni, playlist musicali e video o in partnership con la ristorazione per stimolare le persone a sognare di visitarci in futuro.

Enoturismo e Covit, come reagire?  Sviluppare la digitalizzazione

Una strada da seguire confermata da un’ulteriore ricerca condotta da Roberta Garibaldi su ben 298 esperienze digitali offerte in tre delle principali destinazioni enoturistiche mondiali, ossia Italia, Francia e California. Solo un terzo delle cantine italiane vende degustazioni virtuali, conversazioni e talk online, virtual tour, oltre che i propri vini attraverso il proprio sito, appoggiandosi nella maggior parte dei casi a intermediari specializzati. L’esatto opposto di quanto avviene in California e Francia, dove l’e-commerce aziendale raggiunge rispettivamente il 99% e l’80%.

Per quanto riguarda un nostro concorrente diretto, la Spagna, le cantine italiane hanno un livello di digitalizzazione inferiore alle concorrenti spagnole, sebbene la crisi abbia stimolato l’evoluzione del settore. L’indagine condotta mostra che il 22% delle vendite di proposte enoturistiche passa dai canali online, contro il 29% della Spagna. Ancora poco sfruttato è l’e-commerce sul portale dell’azienda (non attraverso piattaforme di intermediari), che pesa solo il 13% in Italia mentre rappresenta il 21% per le cantine della penisola iberica.

Le vendite online
E-commerce, comunque in movimento nel nostro Paese durante il lockdown. Per far fronte alla grave crisi che ha colpito il settore, il 66% degli intervistati si è affidato alla vendita online, il 57% alla consegna a domicilio, il 31% a voucher per future visite e il 22% alle degustazioni virtuali.

La tecnologia diventerà, infatti, sempre più importante anche per raccogliere i dati di visitatori effettivi e potenziali, compresi non solo i clienti tradizionali, ma anche quelli online (sito web, social media ecc.). «Essere in grado di tracciare questi utenti è necessario per pianificare servizi creativi ed efficaci con offerte specifiche per ogni segmento, fornendo un’offerta personalizzata – annota Roberta Garibaldi - La tecnologia rappresenta un aiuto eccellente per mantenere le interazioni con i visitatori, senza però dimenticare di dare un tocco umano attraverso una buona narrazione».

Per informazioni: www.robertagaribaldi.itwww.movimentoturismodelvino.it www.ledonnedelvino.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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