Dazi sugli spirits: Federvini e Discus insieme per scongiurare il pericolo

Federvini e Discus lanciano un appello per prevenire la reintroduzione dei dazi transatlantici sugli spiriti, che dal 2018 al 2021 hanno causato significative perdite economiche per i settori italiano e statunitense

28 gennaio 2025 | 17:07

Federvini e il Distilled Spirits Council of the United States (Discus) hanno chiesto di scongiurare la reintroduzione dei dazi sulle importazioni di spirits nel commercio tra Europa e Stati Uniti. Le associazioni di riferimento di Italia e Usa intendono difendere un settore strategico che vale 200 miliardi di dollari e garantisce due milioni di posti di lavoro.

Spirits, l'impatto dei dazi

Tra il 1997 e il 2018, l'assenza di dazi aveva permesso una crescita del commercio di spirits tra Ue e Usa del 450%, generando un valore complessivo di circa 200 miliardi di dollari. Ma l'introduzione dei dazi tra il 2018 e il 2021, legata a dispute come quelle su acciaio, alluminio e Airbus-Boeing, ha portato a cali significativi: -41% nelle esportazioni di liquori italiani verso gli USA e -20% per il whiskey americano verso l'Europa.

Il comparto degli spirits riveste un ruolo importante per l'economia, sostenendo circa 2 milioni di posti di lavoro tra Stati Uniti e Italia. Le produzioni sono spesso legate a indicazioni geografiche protette, valorizzando tradizioni locali e territori. «La nostra industria ha già sofferto pesantemente a causa dei dazi» ha dichiarato Micaela Pallini, presidente di Federvini, che ha aggiunto: «Serve una collaborazione internazionale per proteggere un settore che rappresenta un importante patrimonio economico e culturale».

Spirits, i rischi dei dazi per il 2025

La sospensione dei dazi tra Ue e Usa, ottenuta nel 2021, ha consentito una ripresa del commercio transatlantico, con un incremento del 60% per il whiskey americano. Tuttavia, l'eventuale mancato rinnovo dell'accordo potrebbe portare al ripristino, dal 1° aprile 2025, di dazi del 50% sulle importazioni di whiskey statunitense nell'Unione europea, minacciando il settore con impatti negativi per produttori, lavoratori e consumatori.

«Le industrie degli spirits statunitense e italiana sono profondamente interconnesse» ha sottolineato Chris Swonger, presidente di Discus. «Esortiamo Stati Uniti e l'Ue a collaborare per mantenere il commercio equo e reciproco». Federvini e Discus auspicano quindi che non vengano reintrodotti dazi né da parte europea né americana, in modo da garantire una crescita sostenibile e preservare un settore fondamentale per l'economia globale.

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Alberto Lupini


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