Cotarella shock: «Il vino naturale non esiste, è un inganno»

Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, ha parlato a tutto tondo del ruolo dell'enologo che «non è un chimico» ed è tornato sulla polemica circa il vino naturale che considera «un inganno» dato che «non esiste»

16 aprile 2024 | 18:56

«Il vino naturale non esiste, è un inganno». Non usa giri di parole Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi che ha parlato a tutto tondo del ruolo dell'enologo che «non è un chimico» ed è tornato sulla polemica circa il vino naturale.

Riccardo Cotarella: «Il vino naturale non esiste»

In una lunga intervista concessa a CiboToday, Cotarella ha spiegato: «Il vino naturale non esiste, un inganno al consumatore bello e buono. Il processo naturale dell'uva è fare aceto non vino, e dunque c'è un errore semantico già nel termine. O una cosa è naturale o c'è l'intervento dell'uomo. I lieviti durante la fermentazione non hanno lo scopo di farci bere un buon vino, ma solo quello di trasformare lo zucchero in alcol. Se non interveniamo vengono fuori dei disastri o vini difettosi o addirittura illegali».

«Parlare di lieviti e standardizzazione - ha aggiunto - non è corretto e altresì fuorviante, è assurdo e fuori da ogni concezione. Il vino deve esser seguito scientificamente affinché il suo percorso non sia naturale quindi non diventi aceto. C'è una complessità incredibile che l'enologo deve gestire. Il nostro lavoro non è quello di un chimico ma è di portare il vino entro certi parametri legali».

Ecco come si deve comportare un enologo per Cotarella

Il presidente di Assoenelogi ha anche sottolineato come dovrebbe agire un enologo e quale è il ruolo che deve ricoprire: «Portiamo l'uva ad avere le caratteristiche condivise nel progetto iniziale. Il nostro compito non è addizionare e rendere chimico un vino, ma creare un prodotto piacevole, appetibile per il mercato e soprattutto nei limiti della sostenibilità e dentro i parametri legali. Il territorio - ha detto ancora - è il punto di partenza dell'enologo, che deve valorizzare e preservare. Il nostro compito è quello di esaltare le differenze di terroir e studiare come restituirle nel miglior modo possibile all'interno del vino. In Italia abbiamo una varietà incredibile di uvaggi che però devono sempre essere letti in un contesto territoriale».

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Alberto Lupini


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