Con il marchio collettivo Trabocco gli spumanti d'Abruzzo puntano in alto
Il Consorzio tutela vini d'Abruzzo ha intrapreso un percorso di valorizzazione delle bollicine prodotte da vitigni autoctoni, come Pecorino e Passerina. Tra le azioni anche campagne di comunicazione e eventi
Il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, da tempo, ha iniziato un percorso che ha l’obiettivo di valorizzare le bollicine prodotte da vitigni autoctoni. Già dal 2010, quando è nata la Doc Abruzzo, il Consorzio ha voluto tutelare gli autoctoni imbottigliati in regione, a partire da Pecorino e Passerina d’Abruzzo. Il disciplinare di questa DOC comprende fin da subito anche la tipologia Spumanti vinificati in bianco o rosé, realizzati con metodo italiano o Classico e con l’utilizzo di vitigni internazionali. D'altronde, l'Abruzzo è una terra in cui le eccellenze vitivinicole non mancano, come il Montepulciano. E l'obiettivo è quello di avere un'unica voce che raggruppi tutta la produzione regionale.
Trabocco, un marchio collettivo per i vini d'Abruzzo
Nel 2018 era avviato un percorso che culmina nella nascita del marchio collettivo Trabocco, simbolo iconico della regione e riconosciuto in tutto il mondo. Obiettivo: valorizzare gli spumanti prodotti con metodo in italiani in Abruzzo da uve autoctone. Tra questi Passerina, Pecorino, Trebbiano, Montonico, Cococciola, Montepulciano d’Abruzzo. Sono caratterizzati da alta acidità e bassa gradazione, due qualità che donano eccellenti basi spumanti.
«Le nostre uve sono naturalmente predisposte alla spumantizzazione e vi è ormai l’esigenza di portare sui mercati un prodotto totalmente abruzzese, realizzato con i nostri vitigni, vinificato e imbottigliato in regione e che porta con sé un nome estremamente identificativo», spiega Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Tutela vini d’Abruzzo. «Da luglio dello scorso anno è stato infatti approvato il regolamento dell’utilizzo del marchio collettivo Trabocco che circoscrive la possibilità di utilizzarlo solo per spumanti prodotti con Metodo Italiano e soprattutto con l’utilizzo esclusivo delle nostre uve autoctone», ha dichiarato Nicodemi.
Sulle etichette dei vini abruzzesi il vitigno di provenienza
Sono state introdotte alcune varianti che hanno aggiunto anche per la Doc d’Abruzzo o d’Abruzzo Doc la possibilità di specificare il vitigno di provenienza, elemento che il consumatore finale apprezza. L’aggiunta del marchio collettivo in etichetta rappresenta un ulteriore passo in più che rende immediatamente riconoscibile il prodotto. A ottenere per il momento il riconoscimento del marchio Trabotto sono state le cantine Casal Thaulero, Citra, Eredi Legonziano e Vin.Co.
«Diversi viticoltori hanno iniziato ad investire in questa direzione», continua Nicodemi, «e da qualche anno propongono spumanti con un buon successo. Credo che la strada sia lunga ma sicuramente, se percorsa con lungimiranza e strategia, si potranno avere degli ottimi risultati e l’Abruzzo potrà certamente candidarsi anche come produttore di vini spumanti oltre che come terra di grandi rossi».
Gli eventi per diffondere la cultura dei vini abruzzesi
A supporto di questo progetto partirà una campagna di comunicazione rivolta a operatori del settore e al consumatore finale, oltre che una serie di appuntamenti. Tra questi, il 21 giugno si terrà “Perlage d’Abruzzo”, in oltre 50 locali che prenderanno parte all’iniziativa. A luglio, invece, i giornalisti saranno invece invitati sul territorio alla scoperta di Trabocco Spumante d’Abruzzo Doc. Tutti gli eventi sono disponibili sul sito di Vini d’Abruzzo.
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Alberto Lupini
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